Capitolo 56

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Il mio sguardo è perso, smarrito, ed i miei occhi sono completamente vuoti e senza vita.
Lo guardo da lontano, ancora steso sulla ruvida e gelida roccia, non riuscendo ancora a credere che tutto questo sia realmente successo.
Sono seduta sulle mia ginocchia a qualche passo da lui, non riesco ad avvicinarmi più di così, il mio corpo mi impedisce di continuare ad avvicinarmi.. il mio cuore me lo impedisce.
Sono completamente isolata, spaesata e da sola, mentre il vuoto nel mio petto continua ad espandersi, non lasciando quasi più alcuna traccia di me dopo il suo passaggio.
Le lacrime scendono silenziosamente sul mio volto, non ho più il fiato e la forza per continuare a disperarmi, e quindi mi crogiolo da sola ed in silenzio, abbandonata a me stessa, mentre navigo nella solitudine, completamente allo sbaraglio.
Sono talmente persa tra i miei pensieri ed i miei ricordi che neanche mi rendo che tutta la famiglia di Neteyam si è riunita intorno al suo corpo, piangendolo tutti insieme. Tutte le loro lacrime messe insieme non fanno nemmeno un terzo di quelle che ho versato io fino ad ora.
Il mio sguardo cade casualmente su un demone, seduto al fianco di Kiri, mentre cerca di consolarla accarezzandole leggermente la schiena. Con uno scatto mi tiro in piedi ed afferro velocemente le due pistole che Jake mi ha dato, e velocemente le punto contro di lui.
Non capisco cosa diavolo ci faccia qui un demone, che con delle strisce blu disegnate su tutto il corpo è ridicolo.
Una schiera di "no!" si scagliano contro di me, cercando di fermarmi all'istante dall' ucciderlo con un colpo secco.
- sta con noi Nay..- esclama Jake avvicinandosi velocemente a me, mettendosi davanti alle due pistole sospese in aria, proteggendo l'umano con il suo stesso corpo.
Alzo il mio sguardo su di lui, sentendo la rabbia ricominciare a scorrermi nelle vene.
- è un umano- dico digrignando i denti, rabbiosa verso questa specie, Neteyam è morto per una guerra creata da loro e da quel bastardo.
- fa parte dei nostri- sussurra posando delicatamente le mani sulle due pistole, pressando leggermente su di esse, cercando di farmele mettere apposto.
Ringhio con fare rabbioso per poi allontanarmi da loro e rimettere le due pistole nelle loro rispettive custodie, legate saldamente attorno alle mie gambe.
Mi passo velocemente le mani sul viso cercando di riprendermi velocemente, e di farmi passare questa tremenda voglia di ucciderlo.
Neytiri posa il suo sguardo su di me, forse siamo le uniche che l'hanno presa veramente male, ma so anche di cosa è capace questa donna, e spero con tutto il cuore che non abbia risparmiato nemmeno un'anima su quella nave.
- è tutto finito.. Quaritch è morto- dice Jake cercando di consolarmi e di calmarmi soprattutto. Ho le palpitazioni e il fiato corto, mentre le mie guance sono ancora bagnate dalle lacrime che hanno deciso di darmi qualche minuto di tregua.
- è morto..?- chiede sussurrando il ragazzo umano con tono incredulo, facendo cadere su di noi un silenzio assordante.
Kiri posa velocemente una mano sulla sua spalla, come se stesse cercando di consolarlo, e la cosa mi confonde ancora di più.
- ho dovuto Spider..- dice con tono affranto Jake, come se si stesse scusando con lui.
- quel bastardo adesso sta marcendo sul fondale- continua Jake, rassicurando anche la sua famiglia, affermando che non li minaccerà mai più e che adesso la sua famiglia è in salvo.. tranne che per uno di loro.
I miei occhi si spalancano all'istante per la sorpresa.. crede di averlo ucciso lui?
- no..- lo interrompo subito e lui posa velocemente il suo sguardo confuso su di me
- è su uno scoglio Jake- dico velocemente, facendogli capire che non è sul fondale a marcire come lui crede.
- è impossibile.. io l'ho ucciso!- esclama con tono incredulo, come se non volesse credere alle mie parole.
- come diavolo..- chiede parlando da solo con se stesso mentre si guarda intorno, ma la sua voce cala non appena posa il suo sguardo sul ragazzo umano, e quest'ultimo abbassa subito lo sguardo con fare colpevole mentre tutti noi posiamo gli occhi sulla sua gracile figura.
- Spider..- lo richiama velocemente Jake, con fare quasi rabbioso, preoccupato che abbia potuto fare qualcosa di male.
Il ragazzo abbassa ancora di più la testa, cercando di nascondersi dallo sguardo accusatorio del grande guerriero.
- che hai combinato?- chiede digrignando i denti mentre il suo sguardo si riempie di fuoco, fiamme e tanta, ma tanta rabbia.
- ho dovuto..- sussurra con fare colpevole il ragazzo, che sembra dispiaciuto per ciò che ha fatto.
- che hai fatto?!- chiede di nuovo Jake alzando il tono di voce, urlando e sbraitando contro di lui, che sussulta leggermente davanti a questa sua reazione.
- è mio padre Jake! non sarei mai riuscito a guardarlo e lasciarlo morire davanti ai miei occhi!- esclama giustificandosi e le mie orecchie si abbassano all'istante appena sento queste parole.
Lui è il figlio del bastardo.. la mia voglia di ucciderlo cresce sempre di più adesso che so questo piccolo ma non indifferente particolare.
Jake urla rabbioso, cercando di trattenersi dall'uccidere con le sue stesse mani il ragazzo, consapevole che il bastardo avrebbe continuato a darci la caccia.. se solo non fosse morto per mano mia.
- cosa facciamo papà?- chiede Lo'ak, cercando una soluzione o una scappatoia da questa brutta situazione.
- dobbiamo scappare via.. il prima possibile- dice con tono affranto mentre si passa lentamente le mani sul volto, cercando di restare lucido.
- non ce n'è bisogno..- dico velocemente, richiamando l'attenzione di tutti i presenti su di me. Se fossi stata in me questa cosa mi avrebbe messa a disagio.. ma senza Neteyam non mi sento più di essere quella ragazza.
- che significa?- mi chiede Jake dopo diversi secondi di silenzio, in cui ha cercato di darsi da solo una risposta.
- significa che è morto- rispondo senza mostrare alcun tipo di emozione nel mio tono di voce, ma neanche felicità per aver ucciso quel bastardo.
- l'ho ucciso io..- dico dopo diversi secondi di silenzio, alzando lentamente il mio sguardo sul grande guerriero, fermo a qualche passo da me, che mi guarda con uno sguardo che è un mix tra sorpreso, spaventato e felice.
- ne sei sicura?- mi chiede con tono flebile ed incredulo, guardandomi come se adesso avesse seriamente paura di me.
- me ne sono assicurata..- rispondo con un piccolo ghigno malefico e soddisfatto sul volto, facendogli intendere che non potrà mai e dico mai, in alcun modo, tornare a tormentare le nostre vite:
- tu l'hai ucciso!- mi urla contro il ragazzo, evidentemente scosso da ciò che ha appena scoperto, prendendosela con me, che sono la carnefice di suo padre.
- ha ucciso mio marito..- sussurro in un sibilo contro di lui -devi ringraziare il tuo dio che io abbia scoperto solo adesso che sei suo figlio.. sennò ci saresti stato tu al suo posto- dico con estrema cattiveria e rabbia, non mi sono mai posta problemi ad uccidere per proteggere chi amo, e lui non sarà la mia prima eccezione.
- sei un mostro..- sussurra mentre i suoi occhi iniziano a riempirsi di lacrime amare, pronte a rigargli il viso.
- lui era il mostro.. non io- rispondo senza dare troppo peso alle sue parole, le sue offese non mi toccano minimamente. Il ragazzo rimane in silenzio, consapevole del fatto che io abbia pienamente ragione, che io abbia detto la verità, non riuscendo a trovare una qualsiasi scusa a cui aggrapparsi per potermi rispondere a tono o contraddirmi.
- è un miracolo che tu sia ancora vivo.. e devi ringraziare loro per questo- dico indicando con una mano la famiglia attorno a me, che purtroppo mi ha bloccato e fermata dall'ucciderlo all'istante.
Il silenzio più totale cade su di noi per diversi minuti, fino a quando le mie orecchie non sentono dei piccoli singhiozzi strozzati.
Giro leggermente lo sguardo e vedo la piccola Tuk piangere silenziosamente vicino il corpo di suo fratello, accarezzandogli delicatamente il viso con le sue piccole manine.
Una tremenda ed atroce fitta al cuore mi lascia completamente senza fiato. Gli occhi cominciano di nuovo a pizzicare mentre sento fin da qui il dolore che sta provando questa piccola bambina nel vedere e stringere a se il corpo di suo fratello, ormai senza vita.
Una piccola lacrima solca il mio viso mentre un piccolo singhiozzo cerca di sfuggire dal mio rigido regime. Poso istintivamente una mano sul mio ventre, i miei pensieri si posano sempre su questa piccola creatura, che non avrà la fortuna di conoscere quest'anima così pura, dolce e gentile di cui io mi sono innamorata perdutamente.
Cerco di riprendermi passandomi lentamente la mano libera sul viso, continuando a pregare, pregare e pregare.
- che significa?- sento la voce flebile di Lo'ak che rompe velocemente il silenzio calato nuovamente su di noi. Poso velocemente il mio sguardo su di lui, ritrovandomi i suoi occhi già fermi su di me. Mi analizza attentamente, soffermandosi sulla mano ferma sul mio ventre. Rialza il suo sguardo consapevole nel mio, come se avesse già scovato il mio piccolo segreto.
- sei incinta..- dice velocemente con tono duro ed autoritario, come se mi stesse sgridando, annunciando davanti a tutti la novità della giornata.
Distolgo velocemente il mio sguardo dal suo, cercando di guardare qualsiasi cosa, qualsiasi altra cosa tranne che lui.
Sento lo sguardo di tutti i presenti fermi su di me, e pesano sulla mia pelle come degli enormi macigni.
Serro velocemente le palpebre, cercando di non scoppiare a piangere proprio adesso, davanti a loro, per poi abbassare la testa, come per proteggermi e nascondermi dai loro occhi.
- lui lo sapeva?- mi chiede di nuovo Lo'ak, curioso di sapere la verità.
- no.. non lo sapeva- rispondo con fare esitante dopo qualche secondo di silenzio, in cui tutti hanno trattenuto il fiato, me compresa.
- allora è la verità..- dice Jake con tono incredulo e la voce leggermente tremolante, facendo qualche altro passo verso di me.. ho appena dato a tutti loro la conferma che le accuse da parte del teppista sono vere.
- sei incinta..- sussurra mentre allunga una mano verso di me, accarezzandomi delicatamente la schiena, mentre un piccolo ed incredulo sorriso compare sulle sue labbra.
Mi ribello velocemente dalla sua presa, allontanandomi dal suo corpo come se volessi proteggere me stessa ed il mio bambino da lui, nonostante il fatto che io mi fidi ciecamente di lui.
- è morto senza sapere che sarebbe diventato padre..- sussurra Lo'ak iniziando a metabolizzare il tutto, mentre io lo guardo attentamente da lontano, aspettandomi veramente il peggio da lui dopo questa scoperta.
- è morto senza sapere di avere un figlio!- urla con forza e vigore dopo diversi secondi, facendomi sussultare dalla sorpresa per questa sua reazione.
Si tira su velocemente e con uno scatto quasi felino si avvicina a me con fare minaccioso.
- ti rendi conto di cosa hai fatto?- mi chiede urlandomi contro fermandosi ad un passo dal mio corpo.
I suoi occhi sono iniettati di sangue ed il suo respiro è corto, affannoso e pesante. Non mi ha mai guardato in questo modo, mi sembra quasi di non riconoscerlo più.
- sei un incosciente!- continua ad urlarmi contro, prendendosela con me, sputando tutta la sua rabbia e la sua tristezza su di me, facendo crescere ancora di più i miei sensi di colpa, che mi stavano già uccidendo lentamente.
- come ti viene in mente di tenere per te una cosa del genere, una cosa di così tale importanza?!- continua ad urlare, mostrando la sua vera parte cattiva davanti ai miei occhi, mettendo a nudo la sua vera natura.
-Lo'ak smettila!- urla Jake contro suo figlio, cercando di proteggermi e di calmarlo.
- smetterla?- chiede con tono indignato girandosi velocemente verso suo padre.
- Neteyam è morto cercando di salvare me!- urla talmente forte da graffiarsi da solo la voce -io l'ho trascinato con me, e quello che ci ha rimesso è stato lui- urla ancora più forte di prima, mostrando a tutti i suoi sensi di colpa.
- se avesse saputo di questo bambino non sarebbe venuto a salvarmi, non avrebbe rischiato la sua vita per me!- esclama quasi prendendosela con se stesso, oltre che con me.
- se avesse saputo di questo bambino non avrebbe rischiato la sua vita per proteggere me!- continua ad urlare mentre alcune lacrime amare gli rigano velocemente il viso.
- ci sarei dovuto essere io lì steso.. non lui!- esclama mentre la sua voce cala lentamente, mentre viene sostituita da singhiozzi e versi strazianti di dolore, allontanandosi di qualche passo da me.
- mi ha sempre protetto e difeso.. questo bambino sarebbe stato la scusa perfetta per farlo diventare egoista, almeno per una volta nella sua vita- esclama iniziando a piangere ininterrottamente mentre si lascia completamente andare davanti al suo dolore, smettendo di combattere contro se stesso.
- avevo ancora tante cose da dirgli..- sussurra tra un singhiozzo e l'altro mentre si accascia lentamente per terra.
- avrei dovuto dirgli più spesso che gli voglio bene.. ringraziarlo per tutto quello che ha fatto per me- si inizia a colpevolizzare da solo di tutto ciò che non è riuscito a fare, di tutto quello che non è riuscito a dirgli.. il livello di dolore è talmente alto da non farlo più ragionare lucidamente.
- sono stato uno stronzo con lui, e lui non lo meritava.. non se lo meritava- il mio cuore si spezza davanti a queste sue parole, frutto del risentimento verso la lotta sanguinosa che era nata fra di loro, pentendosene amaramente.
So quanto hanno sofferto entrambi per la loro lontananza, e sapere che non hanno avuto ne il tempo e ne il modo per chiarirsi.. mi spezza il cuore.
- non gli ho potuto neanche chiedere scusa..- sussurra con voce incrinata dal pianto per poi singhiozzare rumorosamente.
Mi avvicino cautamente a lui, sentendo questa morsa letale torturare lentamente la bocca del mio stomaco ad ogni passo che faccio verso di lui. Mi abbasso leggermente, sedendomi lentamente contro il pavimento roccioso, al fianco del teppista, che continua a piangere mentre nasconde il viso tra le sue mani.
Gli avvolgo lentamente le spalle con un braccio, tirandolo leggermente verso di me, cercando di dargli conforto. Siamo tutti sulla stessa barca attualmente, il dolore di un lutto è diverso, dipende da soggetto a soggetto, ma questo non esclude la possibilità di starci vicino l'un l'altro e darci forza e conforto a vicenda.
Quasi inconsapevolmente, il ragazzo stringe un braccio intorno alla mia vita, tirandomi verso di se, stringendomi in questo abbraccio pieno di disperazione e tristezza.
Nasconde velocemente il viso nell'incavo del mio collo, piangendo disperatamente, sfogandosi, finalmente, di tutto il dolore che gli stava opprimendo il cuore da ormai troppo tempo.
Poso delicatamente una mano sulla sua testa, accarezzandogli lentamente le lunghe trecce ribelli, mentre diverse lacrime scendono silenziosamente sulle mie guance.. piangendo insieme a lui, ma in silenzio.
- oddio..- Kiri salta leggermente con un piccolo sussulto, portandosi velocemente una mano sul petto, cercando di calmare da sola i suoi battiti, così estremamente accelerati.
- respira..- sussurra con tono flebile, guardando con fare incredulo il corpo di suo fratello.

𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞   -𝐍𝐞𝐭𝐞𝐲𝐚𝐦-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora