Capitolo 49

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Un enorme schiera di Na'vi agitati ed esaltati si presenta davanti ai nostri occhi. Urla, versi, schiamazzi, un casino allucinante in grado di stordire qualsiasi essere vivente.
Il teppista mi rivolge uno sguardo confuso, chiedendomi spiegazioni, ma non so che dirgli e gli rispondo con una semplice alzata di spalle. Con un leggero cenno della testa gli faccio segno di seguirmi, e lui annuisce leggermente, dandomi conferma che lo farà, ed insieme ci addentriamo cautamente tra folla.
Passando spintono qualcuno, e subito mi scuso con loro, chiedendo perdono con lo sguardo.
Supero finalmente questa enorme schiera, e mi ritrovo davanti mio padre, che da quanto sembra, stia fomentando ancora di più il nostro popolo. Difronte a lui vedo il grande guerriero, intento ad urlare qualcosa contro di lui, ma mio padre sembra non volerlo ascoltare.
Rivolgo subito uno sguardo spaventato ed impaurito al teppista, che si è posizionato al mio fianco, e guarda la scena con sguardo spaesato.
- cosa diavolo sta succedendo qui?- chiedo verso di lui, ma Lo'ak sembra troppo intento ad analizzare la situazione intorno a lui per potermi rispondere.
- i demoni hanno ucciso la mia sorella nello spirito ed il suo piccolo!- urla mia madre contro Jake, che subito abbassa lo sguardo con fare dispiaciuto.
- Roa..- sussurro appena sento le parole di mie madre, ed il mio cuore perde istintivamente qualche battito.
- dobbiamo combattere!- urla un uomo da in mezzo la folla, e tutti iniziano ad esaltarsi ancora di più all'idea di vendicare la morte di Roa e del suo piccolo.
- se li attaccate loro ci distruggeranno!- urla Jake cercando di far ragionare tutti, ma soprattutto mio padre, che sembra ancora del tutto indifferente davanti alle sue parole.
Dietro le spalle di Jake vedo la figura di Neteyam, con uno strano oggetto rosso in mano, mentre cerca di calmare le persone intorno a lui, incitandoli ad ascoltare suo padre, ma senza ottenere alcun risultato.
Poco dietro di lui vedo mia sorella, con le guance inondate di lacrime e gli occhi rossi per il pianto che continua ininterrottamente il suo percorso sulle sue guance.
Con uno scatto quasi felino attraverso la sala, arrivando sulla sponda opposta, e mi dirigo velocemente verso di lei. Le avvolgo velocemente le spalle e la tiro dolcemente a me, cercando di proteggerla e di nasconderla dallo sguardo giudicante e sprezzante di alcune persone intorno a lei.
- piccola.. sono qui- sussurro vicino al suo orecchio, mentre lei si nasconde il più possibile tra le mie braccia, cercando un rifugio in cui ripararsi.
Mi guardo velocemente intorno mentre Jake si avvicina velocemente al suo primogenito e gli strappa velocemente quell'aggeggio dalle mani. Lo alza velocemente al cielo e tutti si zittiscono all'improvviso, confusi e spaesati da questo strano oggetto tra le sue mani, me compresa.
Allungo un braccio davanti a me, picchiettando leggermente un dito sulla spalla di mio marito. Neteyam gira leggermente lo sguardo verso di noi e ci rivolge un piccolo sorriso di incoraggiamento, come se volesse tranquillizzarci, tentativo inutile.
- che sta succedendo?- chiedo in un sussurro preoccupato appena si avvicina verso di noi e ci affianca.
- state tranquille.. andrà tutto bene- dice mentre posa una mano sulla testa di mia sorella, accarezzandole leggermente i capelli.
Alza lentamente il suo sguardo su di me, e nota subito la tremenda e pura paura che è iniettata nei miei occhi. La sua mano lascia la presa su mia sorella e si posa delicatamente sulla mia guancia, accarezzandomi dolcemente con le nocche.
- fidati di me..- sussurra chiedendomi per l'ennesima volta di fidarmi, anche se sa perfettamente che io mi fido ciecamente di lui.
Gli rispondo con un piccolo cenno affermativo del capo, e lui mi risponde subito con un piccolo sorriso di incoraggiamento. Sospiro silenziosamente e mi lascio completamente andare contro il palmo della sua mano, sperando che tutto questo sia solo uno stupido e bruttissimo sogno.
- se vengono colpiti da uno di questi, sono marchiati a morte!- esclama Jake con tono e voce alta, in modo tale da farsi sentire da tutti.
Sposto il suo sguardo su di lui, e vedo il suo viso segnato ed incavato dalla paura, paura che possa succedere qualcosa alla sua famiglia.
- se dovessero venire colpiti da uno di questi, chiamate me, io sono in grado di disattivarlo- dice dando istruzioni ben chiare e precise a tutti i presenti.
Gira leggermente il capo e posa il suo sguardo su mio padre, che lo stava già guardando insistentemente, con fare preoccupato.
Mio padre sospira lentamente ed abbassa leggermente lo sguardo, puntandolo su mia madre, ferma al suo fianco, cercando in lei l'approvazione che vuole.
Mia madre gli risponde con un veloce cenno della testa, mentre le lacrime rigano il suo viso al ricordo che la sua sorella nello spirito è stata brutalmente uccisa ed umiliata.
- andate e ditelo ai tulkun!- esclama facendo dissolvere la folla intorno a noi, dando un compito ben preciso ad ognuno di loro.
- torno subito..- sussurra velocemente Neteyam tenendo il suo sguardo fisso in un punto ben preciso. Velocemente si allontana da noi e si addentra nella folla, sparendo lentamente dalla mia vista.
Mi guardo velocemente intorno, cercando una valida motivazione per cui mio marito sia scappato quasi di corsa da me e con un tono di voce così duro e severo, quasi arrabbiato.
In lontananza vedo mio fratello, che lentamente si dirige verso di noi, con la testa china e con i muscoli tremendamente indolenziti.
- la morte di Roa è veramente una tragedia..- dice con tono affranto appena si trova ad un passo da noi. Tsireya ha smesso di piangere, ma è comunque rimasta attaccata a me, volendo e cercando la mia protezione ed il mio affetto e supporto.
- la cattiveria non ha limite..- sussurra Tsireya mentre posa una guancia contro il mio petto, puntando il suo sguardo su nostro fratello.
- quei bastardi la devono pagare cara!- esclama Aonung con tono rabbioso e desideroso di vendetta.
Nella folla cerco, oltre la figura di Neteyam, la figura del teppista, che però sembra sparito nel nulla, non lasciando alcuna traccia dietro di se.
All'improvviso una lampadina si accende nella mia mente, e la preoccupazione inizia a salire sempre di più.
- Neteyam e Lo'ak.. sono scomparsi- dico velocemente interrompendo la conversazione tra i miei fratelli, che si ammutoliscono all'istante davanti alle mie parole.
- ma certo!- esclama mia sorella dopo diversi secondi di silenzio -Payakan! È un reietto, nessuno andrà da lui ad avvertirlo!- dice dandoci la sua spiegazione secondo cui Lo'ak sia sparito.
- e Neteyam gli è corso dietro.. cazzo!- esclamo seguendo il suo stesso ragionamento. Con uno scatto lascio la presa su di lei e mi allontano dal suo corpo, iniziando a correre il più veloce possibile verso la capanna dei Sully, sperando di trovarli lì, mentre i miei fratelli mi seguono senza esitare, a qualche passo dietro di me.
Mi fermo di sull'ingresso, rallentando la corsa facendo diventare il mio passo felpato e silenzioso. Mi chino leggermente in avanti, facendo sporgere solo la mia testa oltre la parete, e vedo i due fratelli parlare tra di loro, e sembrano abbastanza agitati, forse questa è la prima volta in cui assisto ad una loro litigata.
- io non sono il figlio perfetto! io non sono te!- urla Lo'ak contro suo fratello, e giurerei di aver sentito il cuore di Neteyam spezzarsi in mille pezzi.
Neteyam sa di non essere il figlio perfetto, sa di sbagliare e sa anche di non essere bravo in tutto. Lui vuole solo proteggere ciò che ama, i suoi genitori ripongono in lui troppe speranze, troppe aspettative, troppe responsabilità. È un ragazzo che preferisce prendersi le colpe al posto degli altri, al posto dei suoi fratelli, al posto di Lo'ak. Non si è mai sentito perfetto, anzi, si è sempre sentito imperfetto e fuori luogo in ogni occasione. Io mi rispecchio così tanto in lui, so cosa prova ogni santissima volta, so cosa si prova.. e lui non merita questo, un anima così pura non merita questo.
Aonung e Tsireya si posizionano al mio fianco, allungandosi leggermente verso l'interno della capanna, in modo tale che anche loro possano vedere e sentire cosa sta succedendo.
- lui è mio fratello, io vado- dice Lo'ak prendendo le sue ultime cose in mano, pronto a scappare via.
- lui è tuo fratello?- chiede Neteyam con tono quasi incredulo, l'ha ferito e non poco.
Si avvicina velocemente a suo fratello e gli posa una mano sulla spalla, e con uno strattone lo fa rigirare su se stesso, mettendolo faccia a faccia con lui.
- no, io sono tuo fratello- esclama a denti stretti, cercando di far capire a Lo'ak che è lui quello che è sempre stato al suo fianco, che è lui che si è sempre preso le colpe al posto suo per proteggerlo, che è lui quello che ha sempre sopportato di tutto pur di non farlo sentire in colpa, fuori posto, sbagliato, che è lui quello che darebbe la sua vita per lui.
Aonung scatta all'improvviso e si avvicina velocemente a loro, volendo cercare di salvare la situazione o comunque di minimizzare i danni.
Io e Tsireya ci rivolgiamo un piccolo sguardo di intesa e subito lo seguiamo, pronte a fare di tutto pur di non far cadere a pezzi questa famiglia, la nostra famiglia.
Lo'ak nota quasi subito Aonung e con un veloce scatto si libera dalla presa di Neteyam e si butta in acqua, richiamando il suo ilu, che lo prende subito in groppa.
-Lo'ak!- urla Neteyam cercando di fermarlo, ma niente, è tutto inutile, ormai il teppista è sott'acqua e non riesce a sentirlo.
Lo straniero nota la presenza di mio fratello e gli da una veloce pacca sul petto, richiamando velocemente la sua attenzione.
- sta andando da Payakan! forza!- esclama per poi richiamare velocemente il suo ilu e buttarsi in acqua. Tsireya lo segue velocemente, anticipando la mossa di nostro fratello, ed io faccio per seguirli, ma una mano mi blocca all'istante, posizionandosi davanti al mio corpo.
- tu non vai da nessuna parte signorina!- dice mio fratello quasi ringhiando contro di me, minacciandomi di rimanere ferma dove sono.
- io vengo eccome!- esclamo liberandomi velocemente dalla sua presa, non ho intenzione di lasciare Neteyam e Lo'ak da soli, se dovesse succedere qualcosa ad uno dei due non me lo perdonerei mai.
- sei incinta- dice ricordandomi questo piccolo particolare che mi ero quasi dimenticata per la frenesia e la confusione che c'è stata oggi.
- sono incinta, mica invalida!- esclamo con fare indignato, solo perché aspetto un figlio non significa che non potrò fare più niente per dare una mano, o sbaglio?
- non si discute!- esclama contro di me, ordinandomi di restare ferma esattamente dove sono.
- ma..- faccio per controbattere ma Aonung mi blocca velocemente e mi zittisce all'istante.
- vuoi che lo dica io a Neteyam che presto diventerà padre?- mi chiede ricattandomi apertamente, minacciandomi di dire tutto allo straniero se mai dovessi immergere anche solo un dito in acqua. Ringhio rabbiosamente contro di lui, arrendendomi all'idea di non seguirli e restare qui, ad aspettare e sperare che non succeda niente di male a nessuno di loro. Il mio compito è proteggerli, e sapere che non posso farlo fa nascere in me una rabbia incontrollabile. Se dovesse succedere qualcosa ad uno di loro me la prenderei con me stessa, ed allora si che i sensi di colpa mi mangerebbero viva.
Mi guarda con fare vittorioso e con un veloce scatto si tuffa in acqua, richiamando il suo ilu, e seguendo da lontano il gruppo di ragazzi che continua ad allontanarsi, senza di me.

𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞   -𝐍𝐞𝐭𝐞𝐲𝐚𝐦-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora