Capitolo 44

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Sospiro rumorosamente e rivolgo uno sguardo sfinito a mio fratello, che mi guarda dispiaciuto per tutto ciò che sta succedendo.
Gli accarezzo leggermente la schiena, tranquillizzandolo e facendogli capire che sto bene. Mi allontano lentamente dal suo corpo, liberandomi dalla sua presa, e mi allontano da loro, ormai stanca di tutto questo.
- Nay!- sento la voce di Jake richiamarmi, non sono riuscita a fare neanche tre passi e subito parte.
Continuo per la mia strada, evitando il suo richiamo, non voglio sentire altre bugie da parte sua, non voglio sentire nient'altro.
- Nay!- esclama alzando ancora di più la voce, mentre mi segue per i corridoi del villaggio.
Chiudo gli occhi per qualche secondo e sospiro rumorosamente, molto infastidita dalla sua voce.
Perché mi deve seguire? Non può semplicemente lasciar stare?
- Nay fermati!- mi richiama di nuovo, perché non si arrende? Cosa vuole ancora da me? Non gli basta quello che ha già fatto in tutti questi mesi?
Entro velocemente nella mia capanna, dove vedo mia sorella, che ha seguito le direttive mie e di Aonung, restando esattamente ferma nel punto in cui l'abbia lasciata.
Sente i richiami di Jake e mi guarda con sguardo preoccupato e confuso, chiedendomi con lo sguardo cosa stia succedendo.
Le faccio segno con le mani di stare tranquilla, ed appena sento i passi del guerriero raggiungermi sbuffo sonoramente.
- cosa vuoi Jake?- chiedo con tono scocciato, senza girarmi verso di lui, mentre mi passo le mani sul viso.
- cosa vuoi ancora da me?!- esclamo non sentendo alcuna risposta da parte sua, girandomi verso di lui. Mi ritrovo a qualche centimetro da me questo colosso alto più di tre metri, e davanti ai miei occhi vedo solo il suo busto.
Inclino la testa all'indietro e punto il mio sguardo indifferente nel suo, che mi guarda con gli occhi pieni di tristezza e sensi di colpa.
- voglio chiarire- dice con tono sicuro, facendomi capire che questa è veramente la sua intenzione.
- io no Jake!- esclamo facendo qualche passo indietro, allontanandomi dal suo corpo.
- perché fai così Nay?- mi chiede con tono sofferente, ci è rimasto evidentemente male dalle parole che ho appena detto.
- perché da quando sei arrivato qui non hai fatto altro che mentirmi!- esclamo subito su tutte le furie, vuole chiarire le cose, chiariamole, ma non deve dire stronzate, perché la vera versione dei fatti la conosciamo benissimo entrambi.
- mi hai detto solo bugie su bugie da quando sei arrivato- dico mentre la mia voce si incrina leggermente -continui a tenermi nascosti particolari sulla mia vita, come se io non avessi il diritto di sapere!- esclamo continuando il discorso, sperando che capisca come mi sento.
-io voglio solo proteggerti Nay- dice alzando leggermente anche lui i toni, imitando me.
- ancora con questa storia del proteggermi Jake?- chiedo con tono indignato, utilizza sempre la stessa scusa, peccato che adesso non regge più.
- da cosa devi proteggermi? dalla verità?- chiedo inclinando leggermente la testa di lato, sono proprio curiosa di sapere cosa mi risponderà.
- si Nay, si! Dalla verità, perché la verità fa veramente male a volte!- esclama alzando ancora di più i toni, quasi urlando contro di me.
- ho visto come ti ha ridotta la verità quando ti ho raccontato di come sei nata- esclama puntandomi un dito contro -avresti il coraggio di dirmi che non è vero?- mi chiede per vedere se ho il barbaro coraggio di mentirgli spudoratamente.
Distolgo lo sguardo dal suo, iniziando a torturarmi l'intero guancia con i denti, rimanendo il silenzio davanti alla sua domanda, a cui non voglio dare risposta.
Dall'ingresso vedo entrare lo straniero, che appena vede me e suo padre parlare si allarma.
Sa che è sempre un brutto segno quando io e Jake parliamo tra di noi, forse non siamo mai riusciti fino ad adesso ad avere un "confronto" pacifico. Posa a terra arco e frecce e si avvicina velocemente a noi, fermandosi al nostro fianco, pronto ad intervenire se dovesse servire. Mi ha già protetta una volta da suo padre, e non si farà problemi a rifarlo se dovesse capitare l'occasione.
Fa per parlare e chiederci qualcosa, ma io e suo padre, insieme, ci giriamo verso di lui con uno scatto sincronizzato.
- non adesso Neteyam!- esclamiamo in contemporanea io e Jake, bloccando le sue intenzioni sul nascere.
Le sue orecchie si abbassano all'istante, leggermente spaesato e confuso da questa strana "connessione", quasi telepatia, tra me e suo padre.
Gira il capo verso Tsireya e gli chiede con lo sguardo cosa stia succedendo, ma mia sorella non sa cosa dirgli e gli risponde con una semplice alzata di spalle.
- ti ricordi come ti ha ridotta la verità su Quaritch?- chiede Jake girandosi velocemente verso di me, continuando a sbattermi in faccia tutte le lacrime che ho sprecato il questi mesi a causa della verità.
- e credi che non dirmi niente sia una buona tattica per proteggermi?- chiedo con tono quasi indignato, inclinando leggermente la testa di lato.
- io ci provo in tutti i modi! non so cosa altro potrei fare!- esclama abbastanza in difficoltà, iniziando a mettere in discussione le sue stesse scelte
- vuoi sapere cosa dovevi fare?- chiedo facendo un altro passo verso di lui, avvicinandomi un altro po' al suo corpo.
- dovevi avvicinarti a me fin da subito, cercare di stabilire un rapporto solido, ed appena vedevi che riponevo in te la massima fiducia e rispetto mi prendevi da parte e mi raccontavi tutto, dall'inizio alla fine!- esclamo puntandogli un dito contro -ecco cosa dovevi fare..- dico in un sussurro, sbattendo velocemente le palpebre sentendo gli occhi iniziare a pizzicare notevolmente.
- ho capito.. ho sbagliato va bene?!- chiede sbattendosi le mani sulle cosce, adesso è lui quello irritato?
- mi dispiace! ma adesso possiamo far tornare tutto alla normalità?- mi chiede con tono quasi scocciato, pretendendo che con un semplice "mi dispiace" la situazione cambi.
- no- dico con tono freddo e secco, non ho intenzione di dargliela vinta solo perché fa i capricci.
- no?- chiede evidentemente confuso, si aspettava altro per caso?
- ho detto di no- dico mantenendo un atteggiamento ed una postura rigida, rimanendo ferma sulla mia decisione.
- non ti capisco Nay..- dice in un sussurro, sbuffando con fare frustrato.
- Jake io non mi fido di te!- esclamo appena vedo che non riesce a comprendere il mio punto di vista.
- non mi fido delle parole che dici, delle cose che fai, delle tue promesse, dei tuoi giuramenti.. non mi fido di te- dico mentre la mia voce cala notevolmente sull'ultima frase, e le mie parole sembrano colpirlo nel profondo.
Rimane in silenzio davanti alle mie parole, forse non sa come rispondermi o forse non ne ha le forze. Si guarda leggermente intorno, mentre si tortura con i denti il labbro, come se stesse cercando di trattenere le sue emozioni.
- credi che per me sia stato facile?- mi chiede con voce leggermente spezzata mentre alza la testa verso il cielo.
- credi che sia stato facile prendere la decisione di non dirti niente?- chiede facendo qualche secondo di pausa -credi che io non ci abbia sofferto?- mi chiede puntando lentamente il suo sguardo su di me, che sono abbastanza sorpresa dalle sue parole.
- credi che sia stato facile lasciarti qui?- mi chiede mentre i suoi occhi iniziano piano piano a ricoprirsi di un sottile strato di lacrime.
- Nay, dio mio..- sussurra sorridendo amaramente per poi abbassare lo sguardo sul pavimento.
- tu..- la sua voce è tremolante, e quasi lo blocca dal parlare liberamente -tu non puoi capire quanto sia stato difficile per me, in tutti questi anni, starti lontano.. non sapere come stavi, se ti avevano accolta al meglio, se ricevevi tutto l'amore che ti meritavi, se ti sentivi accettata e voluta- il mio corpo viene invaso da brividi davanti a queste sue parole, così tremendamente sofferenti.
- ho preso la scelta di portarti qui per darti un'altra opportunità di vita- dice indicando con una mano il luogo intorno a noi, intendendo la mia famiglia, il mio villaggio, il mio popolo.
- forse ho preso la scelta giusta perchè qui sei felice.. forse ho preso la scelta giusta per voi due- dice indicando suo figlio, che nel frattempo è andato a sedersi al fianco di mia sorella.
- se non ti avessi portata qui, il vostro amore non sarebbe mai nato..- dice con tono consapevole, sorridendo amaramente verso suo figlio.
Giro lentamente la testa, puntando il mio sguardo sullo straniero, guardandolo con la coda dell'occhio da dietro la mia spalla.
Neteyam mi rivolge un piccolo sorriso, anche lui consapevole che se suo padre, sedici anni fa, avesse deciso di tenermi, a quest'ora noi ci saremo ritenuti fratelli, e non sarebbe mai nato questo amore, non ci saremo mai innamorati.
Sospiro amaramente, consapevole che lui è una delle tante, e bellissime, conseguenze che ha avuto la scelta di Jake.
- io ho fatto una scelta, la scelta di non averti con me.. e me ne sono pentito, non sai quante volte- poso il mio sguardo su di lui, vedendolo così tremendamente sofferente nell'ammettere la verità che gli premeva sul cuore da molti, moltissimi anni.
- ho preso la scelta di portarti qui.. ed è stata la scelta più dura della mia vita- dice in un sussurro mentre una lacrima gli riga il viso.
Un colpo al cuore mi smuove leggermente, rendendomi finalmente conto di quanto lui abbia sofferto nel sentirmi lontana da se, quando io in realtà, prima del loro arrivo, non sapevo neanche della sua esistenza, se non tramite i miti sulla sua tremenda forza e sul suo immenso coraggio.
- io non voglio che tu ti allontani da me, voglio che tu ti possa fidare ciecamente di me, che tu possa amarti come ti amo io- le mie sopracciglia si corrugano all'istante, evidentemente confusa e sorpresa dalle tue parole mentre il mio respiro si blocca all'istante.
- Nay io mi sono innamorato di te dal primo momento in cui ti hanno messo tre le mie braccia..- il mio cuore tira un piccolo sospiro di sollievo, e sicuramente ciò è successo anche a mia sorella e a mio marito, dietro di me, che stanno assistenti ed ascoltando tutto.
- sei la figlia che non ho mai potuto avere, che ho abbandonato, che ho perso.. la figlia che ho amato immensamente, ma a distanza ed in silenzio- dice rivolgendomi un piccolo sorriso, sollevato dal fatto di essere riuscito finalmente a dire ciò che si teneva dentro da tempo.
Le mie labbra si schiudono leggermente, mentre la mia gola brucia come mai ha fatto prima d'ora, raschiata dai miei vari tentativi di nascondere le lacrime, che riuscirò a trattenere ancora per poco.
Con un piccolo scatto mi avvicino al suo corpo, buttandomi a capo fitto tra le sue braccia.
Mi stringo velocemente a lui, avvolgendo il suo busto con le braccia, mentre lui mi tiene stressa gelosamente a se, accarezzandomi delicatamente la schiena.
- tu mi hai rubato il cuore, bambina mia..- sussurra mentre altre due lacrime gli rigano il viso, ma forse questa volta sono lacrime di felicità.

𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞   -𝐍𝐞𝐭𝐞𝐲𝐚𝐦-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora