Capitolo 3

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Richiamo velocemente il mio ilu, e mi tuffo rapidamente in mare, aspettando il suo arrivo.
Lo vedo nuotare velocemente verso di me e con agilità mi scanso dalla sua traiettoria e mi aggrappo alle redini, consolidando subito dopo il legame.
Iniziamo a nuotare a vuoto, senza sapere dove andare o cosa fare, ma nuotando e basta, ho bisogno di schiarirmi le idee, di pensare e di stare da sola.
Ao'nung mi ha deluso oggi, sono veramente ferita da ciò che ha fatto, ammesso che sia la verità. Non so se è andata veramente così, ma sentire la versione dei fatti dal punto di vista degli stranieri mi ha talmente spiazzata che non ho avuto la forza di ascoltare la sua versione della storia.
Alzo leggermente lo sguardo, e attraverso la superficie dell'acqua noto che tra poco inizierà l'eclissi, e che quindi tra poco sarà l'ora di cena.
Chiudo gli occhi maledicendo il giorno che ha così poche ore di luce, solo il pensiero di rivederlo mi fa venir da piangere.
Torniamo velocemente verso casa e il mio destriero si ferma a qualche metro dalla riva.
Scendo dalla sua groppa e mi fermo davanti a lui, accarezzandogli dolcemente il muso per poi lasciare un piccolo bacino su di esso.
Risalgo velocemente in superficie, iniziando a nuotare verso la riva, che percorro velocemente uscendo definitivamente dall'acqua, ancora non del tutto preparata a rivedere il volto di mio fratello.
Entro nel villaggio e percorro i vari corridoi per arrivare alla mia capanna con la testa china e la mente completamente altrove
Alzo leggermente lo sguardo e qualcosa attira la mia attenzione. Mio padre fermo in mezzo alla strada, accompagnato da mia madre e due persone a me sconosciute, un uomo ed una donna. Aguzzo leggermente la vista e noto l'enorme differenza di colore con i miei genitori e la una fisicità del tutto diversa, ed usando la logica intuisco che siano i genitori dei tre ragazzi di prima.
Li guardo attentamente senza muovere minimamente neanche un muscolo, per evitare di essere notata, osservandoli attentamente da lontano, raddrizzando le orecchie, curiosa come non mai di sapere di cosa stanno parlando.
- ancora non è tornata.. mi dispiace Jake- dice mia madre con tono dispiaciuto, e l'uomo abbassa leggermente lo sguardo, annuendo con fare triste.
I miei occhi si spalancano leggermente nel sentire il nome dello straniero. Jake? Io ho già sentito questo nome, e so anche dove, ma non vorrei sbagliarmi.. alla fine quanti Na'vi ci potranno mai essere che si chiamano Jake?
Lo straniero inizia a guardarsi intorno mentre si tortura le labbra, ed il suo sguardo cade casualmente su di me, come se si fosse accorto del mio sguardo su di lui.
Appena mi vede, e realizza che li stavo ascoltando, la sua espressione cambia, ed i suoi occhi si spalancano leggermente, come se non credesse a quello che sta vedendo.
Rimango paralizzata davanti al suo sguardo, sentendomi tremendamente in soggezione, mentre i passanti si fermano per osservare e commentare tra di loro la tremenda somiglianza tra di noi, che di certo non è passata inosservata.
I miei genitori si accorgono del suo sguardo assente e seguono con gli occhi il suo sguardo, puntano i loro occhi nella sua stessa direzione, trovando me come punto di collisione.
Mio padre sospira, sollevato dal vedermi davanti a se, sana e salva, e mi fa velocemente segno di avvicinarmi a loro.
-tranquillo..- sussurra la donna, di cui non so ancora il nome, vicino a suo marito, accarezzandogli delicatamente la schiena, come per fargli forza.
Con molta ma molta titubanza mi avvicino a loro, addentrandomi in questo silenzio imbarazzante, che mi mette ancor di più in soggezione.
Il mio sguardo viene completamente catturato dallo sguardo dell'uomo, che mi incuriosisce tremendamente, e non riesco a distogliere lo sguardo dal suo, ritrovandomi completamente ipnotizzata dalla sua figura.
- Nay..- mi richiama mio padre avvolgendomi le spalle con un braccio, tirandomi leggermente a se, risvegliandomi dai miei intrinsechi pensieri.
Distolgo finalmente lo sguardo da quello del Na'vi della foresta davanti a me e punto il mio sguardo su di lui, alzando leggermente il capo per poterlo guardare meglio.
Con un piccolo cenno della testa, quasi impercettibile, mi indica i due stranieri davanti a noi, ricordandomi che devo essere educata e gentile, salutare ed essere rispettosa nei confronti di chiunque.
Li saluto con un gesto della mano, posando
due dita sulla fronte per poi porgerle davanti a me, inchinandomi leggermente, mentre i miei occhi ricadono nuovamente nella trappola dello straniero.
Si inchinano anche loro, salutandomi, e l'uomo si inchina con un po' di titubanza, mentre continua a guardarmi con questa sguardo che è un mix tra lo spaesato e l'incantato.
- Nay loro sono Neytiri..- mi dice mio padre, presentandomi questa bellissima donna davanti a me, che mi guarda, anche lei, abbastanza sorpresa dall'estrema somiglianza che ho con loro.
- e Jake Sully, l'ultimo..- il fiato mi si mozza all'istante appena mi rendo conto che, si, so già chi è - Toruk Makto..- dico concludendo la frase al posto di mio padre, e l'uomo davanti a me mi rivolge subito un piccolo sorriso, molto spontaneo, felice che io sappia chi sia, e ciò significa che i miei genitori mi hanno raccontato delle sue fantastiche imprese e del suo enorme coraggio.
- hai ottenuto informazioni?- mi chiede cercando di capire se la mia operazione è andata a buon fine o meno, interrompendo momentaneamente il discorso intrapreso con i nostri ospiti.
Scuoto leggermente la testa , cercando di riprendermi dallo sguardo della straniero, e di tornare in me, puntando il mio sguardo su mio padre.
- nessuno ne sa niente..- dico in un sussurro per poi schiarirmi leggermente la voce, passando il mio sguardo da lui a mia madre.
Falle labbra del grande guerriero scappa un piccolo verso di sorpresa e trattiene per qualche secondo il respiro, quasi estasiato dalla scoperta del suono che ha la mia voce.
Mio padre si accorge subito della strana tensione tra di noi, e dello strano comportamento assunto da me e dal nostro ospite, nonché amico di vecchia data da quanto ho capito.
- Nay, tesoro, perché non vai dai tuoi fratelli? non li vedi da tanto..- dice mia madre, sentendo anche lei questa tensione nell'aria, trovando una scusa, invitandomi a lasciarli da soli.
Poso il mio sguardo sullo straniero, che non ha staccato i suoi occhi da me neanche per un secondo, e con un piccolo cenno della testa, affermativo verso la sua proposta, mi allontano da loro con molta lentezza, ancora confusa e sorpresa da questa strana sensazione, ho l'impressione che lui mi conosca.
Li sorpasso lentamente e mantengo le orecchie tese, cercando di sentire cosa dicono nel mentre che io vado via.
- non immaginavo fosse così tanto simile a noi..- dice la donna con tono affranto, sentendosi confusa e spaesata, esattamente come lo sono anche io.
- neanche io tesoro..- sento la voce dello straniero che conferma le parole di sua moglie con tono affranto.
Sono tutti così confusi da tutto ciò, persino i miei genitori lo sono.. ed io ancor più di loro.
Cammino lentamente mentre continuo a pensare e a ripensare allo straniero, che mi guardava in un modo cosi.. strano.
Entro nella nostra capanna con la speranza di non trovare Aonung, ma purtroppo le mie preghiere non vengono ascoltate dalla grande madre, e me lo ritrovo davanti appena giro l'agolo, mentre Tsireya gli medica le ferite sul viso.
Lo hanno conciato veramente male quei due..
- Nay..- sussurra con voce affranta appena nota la mia presenza, e subito si tira in piedi, svincolandosi velocemente dal tocco di Tsireya
- io..- cerca di parlare ma gli faccio subito segno di stare zitto, non voglio sentire la sua voce o le sue insulse scuse. Ha lo sguardo colpevole, e ciò significa che tutto quello che ha detto quel ragazzino è vero.
- l'ultima cosa che voglio sentire al momento è la tua voce- dico con tono duro, guardandolo altrettanto duramente, andandomi a sistemare sulla rete vicino al piccolo portico che da sul mare, che funge da letto, il mio letto.
- Nay mi dispiace..- dice con tono affranto e dispiaciuto, sentendosi in colpa per ciò che ha fatto e detto.
- dovresti scusarti con quella ragazza.. non con me- dico cercando di far capire che poco mi interessa delle sue scuse.
- lo farò il prima possibile!- esclama cercando di accontentarmi, come se potesse bastare per rimediare a tutto quello che ha fatto.
Evito le sue parole e mi stendo, cercando la posizione più comoda per riuscire ad addormentarmi il più velocemente possibile.
- Nay, ti prego- sento la sua voce continuare ad insistere per avere un confronto, e la rabbia prende subito il possesso di me. Mi giro di scatto verso di lui, fermo a qualche passo da me, e gli ringhio contro mostrando i denti appuntiti e taglienti che mi ritrovo.
Indietreggia subito di qualche passo, sorpreso da questa mia reazione, quasi estrema ed esagerata, e si ammutolisce all'istante, abbassando lo sguardo sui suoi piedi.
- non voglio sentire la tua voce..- dico digrignando i denti per la rabbia, scandendo bene ogni singola parola.
- hai avuto il barbaro coraggio di prendere in giro una ragazza per delle caratteristiche che ho anche io.. che definisco difetti ed oggetto di vergogna- dico mentre la mia voce cala velocemente, sentendo la gola bruciare come non mai - sei sempre stato il primo ad incoraggiarmi e a proteggermi.. e poi fai questo?!- chiedo alzando all'improvviso la voce, mentre una piccola lacrima mi riga il viso.
- che schifo..- sussurro con tanto, ma veramente tanto disprezzo nei suoi confronti.
Mi giro velocemente, dandogli le spalle, ed inizio a guardare il mare davanti a me e le varie capanne che incorniciano il paesaggio.
Il mio sguardo viene attirato da una di queste in particolare, che fino a poco tempo fa era disabitata e libera, mentre adesso riesco a scorgere la luce fioca di un focolare al suo interno.
Sul piccolo pontile di quest'ultima vedo una figura alta e slanciata, con la testa china mentre è intento a guardare la superficie perfettamente liscia dell'acqua.
Alza leggermente la testa, portando il viso alla luce del focolare, mostrando così il viso del primogenito degli stranieri, che punta il suo sguardo nella mia direzione, come se si fosse accorto che lo stessi osservando.
Inclina leggermente la testa di lato, mentre un piccolo sorriso compare sulle sue labbra.
Una voce lo richiama velocemente e lui si gira completamente verso l'interno della capanna, dandomi velocemente le spalle.
Il suo fratellino arriva all'improvviso e gli dice qualcosa vicino l'orecchio, dandogli poi una pacca sulla spalla mentre il più grande si allontana velocemente da lui.
Mi sporgo leggermente verso il confine della mia rete, e questo mio piccolo movimento sembra richiamare velocemente la sua attenzione.
Posa il suo sguardo su di me e le sue orecchie si inclinano all'istante, come se mi vedesse come una sorta di minaccia nei suoi confronti.
Diciamo che lo stupore della nostra somiglianza non ha colpito solo la mia famiglia, ma anche la loro, che forse sono più sorpresi di tutti.
Mi sento completamente in soggezione sotto al suo sguardo, che mi studia attentamente, curioso di capire che sorta di legame potremmo mai avere per esser così simili, e mi osserva con molta insistenza.
Sentendomi tremendamente in soggezione mi giro per dargli le spalle, sperando che smetta di guardarmi. Davanti ai miei occhi appare la figura di mio fratello, seduto intorno al piccolo focolare, mentre rimane in silenzio a guardare con sguardo perso le fiamme danzare.
La rabbia e la tristezza sembrano tornare istantaneamente nel mio corpo appena mi ricordo il motivo per cui sono così tanto arrabbiata con lui.
Mi metto pancia all'aria, sbuffando sonoramente per il fatto che non posso girarmi da nessuno dei due lati a causa di queste figure, così tremendamente distrattive per il mio sonno.

𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞   -𝐍𝐞𝐭𝐞𝐲𝐚𝐦-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora