- sono i tulkun a scegliere- dico guardando Neteyam, che è rimasto molto stupito ed ammaliato da questo enorme legame che c'è tra i tulkun ed il popolo del rif.
- anche tu sei destinato a trovare il tuo fratello nell'anima- dice Tsireya sorridendogli leggermente.
Aonung gli da una piccola pacca sulla spalla e gli sorride leggermente, gesto che lo straniero ricambia subito, senza esitare.
- è una sorta di benedizione essere scelti da un tulkun, giusto?- chiede Kiri cercando una risposta da uno di noi tre, mentre siamo tutti seduti insieme sulla spiaggia.
- è un regalo che ti viene fatto dalla vita, da Eywa- risponde mia sorella continuando a sorridere, lei ha sempre amato questo tipo di legame, ne rimane sempre estasiata.
- è una cosa molto bella..- sussurra Neteyam per poi abbassare lo sguardo, sorridendo davanti alle parole di mia sorella.
- che dice Nukur?- chiede Tsireya guardando nostro fratello, curiosa di sapere cosa gli abbia raccontato il suo fratello nello spirito.
Lo straniero alza lentamente il capo e posa il suo sguardo su di me, sorridendomi leggermente.
Una morsa atroce mi colpisce in pieno alla bocca dello stomaco, quasi togliendomi il fiato.. questi sono i sensi di colpa che tornano a farmi visita.
Ricambio velocemente il sorriso, cercando di risultare abbastanza naturale e tranquilla ai suoi occhi, anche se dentro di me sono tutto tranne che tranquilla e serena.
Si tira su leggermente, e si avvicina a me, lasciando il posto che aveva occupato fino ad adesso al fianco di mio fratello.
Si siede lentamente dietro le mie spalle e sistema le sue gambe ai lati del mio corpo, piegandole e posando i piedi sulla sabbia.
Le sue braccia si stringono intorno alle mie spalle e con un piccolo scatto mi tira verso di se, facendo scontrare la mia schiena contro il suo petto.
Posa gli avambracci sulle sue ginocchia mentre io cerco di sistemarmi al meglio sul suo petto.
- niente amore neanche per lui?- chiede mia sorella con tono quasi deluso guardando nostri fratello.
- no!- esclama Aonung ridendo divertito appena vede spuntare un espressione scocciata e delusa sul volto di nostra sorella.
Lo straniero inclina leggermente il collo in avanti e posa un piccolo bacio sulla mia testa.
- siete proprio uguali!- esclamo sorridendo verso mio fratello, che mi risponde con un veloce occhiolino ed un sorrisetto divertito.
- quindi i tulkun scelgono un Na'vi solo se è simile a loro?- chiede Kiri appena sente le mie parole, curiosa di sapere come funziona la scelta.
- scelgono seguendo l'istinto, non seguendo l'apparenza.. e molto spesso l'istinto fa scegliere soggetti simili a se stessi- dico cercando di spiegarle al meglio come funziona, sperando di essere riuscita a farmi capire.
- ovviamente ci sono dei casi eccezionali- esclama Aonung puntando subito il suo sguardo su di me.
Alzo subito gli occhi al cielo e tiro le mie ginocchia verso di me, portandole al petto.
- che significa?- chiede lo straniero alle mie spalle, abbastanza confuso dalle parole di Aonung.
- Ilyn e Nay non si assomigliano per niente, anzi sono completamente una l'opposto dell'altra!- esclama Aonung spiegando il motivo dietro questa sua stupida battutina.
- non ci dormi la notte per caso?- chiedo inclinando leggermente la testa di lato, ogni volta che i tulkun tornano sembra che senta questa irrefrenabile voglia di sottolineare questo piccolo aspetto del rapporto tra me ed Ilyn.
Mi risponde con una smorfia ed io sorrido falsamente nella sua direzione.
- come fate se siete l'una l'imposta dell'altra?- mi chiede Kiri sorpresa dalla cosa.
- ci completiamo- dico sorridendole leggermente -e diversamente da come fa intendere mio fratello, questa cosa non è rarissima.. succede poche volte, ma succede- i suoi occhi sembrano illuminarsi davanti alle mie parole ed il mio sorriso si allarga ancora di più davanti a questa sua reazione.
- quanti casi ci sono in questo villaggio?- chiede la ragazza, è così bello vedere questa sua immensa curiosità.
- solo loro- risponde Tsireya ed io abbasso subito lo sguardo, sospirando silenziosamente.
- sei conosciuta per molte cose!- esclama la ragazza riferendosi alla rarità del rapporto tra me e Ilyn ed alla mia diversità fisica con tutto il resto del popolo.
Mi scappa una piccola risatina che cerco di trattenere, so che lo dice con fare scherzoso e gentile, se qualcun'altro avesse detto una cosa del genere probabilmente me la sarei presa o mi sarei arrabbiata da morire.
- come stai?- mi chiede con voce bassa e con tono dolce e gentile lo straniero alle mia spalle.
- è passato il mal di testa?- chiede con fare speranzoso, ancora preoccupato per me.
Mi irrigidisco davanti alle sue parole, sentendo il respiro venir meno.
I miei occhi, immersi nel panico più totale, si posano sui miei fratelli, che si sono ammutolito anche loro davanti alle parole dello straniero, sapendo perfettamente il motivo per cui io continui ad avere questi incessanti mal di testa.
Mia sorella mi fa segno con lo sguardo di rispondergli, o altrimenti inizierà a sospettare, ed io seguo subito il suo consiglio.
- è passato..- dico mantenendo anche io un tono di voce basso, alzando le testa verso di lui, puntando il mio sguardo nel suo, rivolgendogli un piccolo sorriso che lui ricambia subito.
Torna subito a farsi sentire questa morsa mortale intorno alla bocca dello stomaco mentre i miei battiti accelerano a causa della paura che possa aver iniziato a sospettare qualcosa, notando il mio strano atteggiamento oppure notando la reazione dei miei fratelli.
Lo sguardo dei miei fratelli e di Kiri si alza all'improvviso verso un punto ben preciso, e tutti e tre sembrano cambiare espressione, che diventa quasi seria, a tratti preoccupata.
Sia io che lo straniero li guardiamo un po' spesati e confusi, cercando di capire cosa gli sia preso. Entrambi seguiamo il loro sguardo, girando lo sguardo dietro le nostre spalle.
Mi tiro leggermente su dal petto di Neteyam, per vedere meglio, e ci troviamo davanti agli occhi la figura possente di mio padre, fermo dietro di noi.
Alziamo lo sguardo ancora più in alto, vedendo un espressione fin troppo seria sul suo volto e le braccia incrociate al petto.. non è per niente un buon segno.
- voi due..- dice riferendosi a me e allo straniero -seguitemi- dice con tono fermo, non accettando alcun tipo di rifiuto o esitazione.
I nostri sguardi si incontrano per qualche secondo, mentre io giro la testa verso il resto dei presenti, abbastanza preoccupati.
- forza!- esclama mio padre, che nel frattempo si era avviato, a qualche metro di distanza da noi.
Ci tiriamo su con uno scatto, mettendoci subito sugli attenti, e ci avviamo insieme a lui.
Giro leggermente il busto verso i ragazzi, ancora seduti sulla sabbia, e faccio segno ai miei fratelli di stare calmi, che ci avrei pensato io, come ho sempre fatto.
- cosa abbiamo combinato stavolta?- chiede in un sussurro lo straniero al mio fianco, lui altrettanto confuso come me, preoccupato dal fatto che forse abbiamo fatto qualcosa di male, ma noi non abbiamo creato alcun casino o dato alcun problema a nessuno.. o almeno, così crediamo.
Gli rispondo con una leggera alzata di spalle ed una piccola smorfia confusa, non sapendo che dirgli, poiché anche io, come lui, sono all'oscuro di tutto.
Continuiamo a seguire mio padre che velocemente ci porta versa la mia vecchia capanna, ed appena superiamo la parete d'ingresso ci troviamo davanti i genitori dello straniero e mia madre, che a quanto pare ci stavano già aspettando.
- che sta succedendo?- chiedo con tono cauto e tranquillo, per evitare di smuovere troppo gli animi nel caso avessimo veramente combinato qualche guaio.
- venite qui ragazzi..- dice con tono dolce Neytiri, invitandoci a raggiungerli, poiché per la paura, sia io che Neteyam, abbiamo mantenuto una certa distanza di sicurezza da loro.
- siete i prossimi capì del clan, dovete assistere ed essere partecipi, ed essere a conoscenza di tutto quello che succede- esclama mia madre spiegandoci il vero motivo per cui siamo qui, che ci fa sospirare dal sollievo, ma che ci tiene comunque sulle spine, perché questo significa che sta per accadere, o sta già accadendo, qualcosa di veramente brutto e pericoloso, per noi e per il nostro popolo.
Io e Neteyam annuiamo in contemporanea facendo capire a tutti che siamo a conoscenza di ciò che ci aspetterà.. delle responsabilità che avremo.
- possiamo cominciare- dice Jake prendendo poi un enorme rotolone di carta, che apre e stende per bene sul pavimento, sedendosi sulle sue ginocchia affianco ad esso.
- questa è la nostra isola- dice indicando con un dito sulla cartina l'isola più grande di questo arcipelago.
- Quaritch ha attaccato questi sette villaggi, tutti su isole diverse, a trenta miglia ad est da noi- dice indicando queste sette isole più piccole sulla cartina.
- dobbiamo trovare un modo per depistarli o comunque non farci trovare- dice per poi alzare la testa verso di noi, mentre suo figlio, al mio fianco, si abbassa verso il pavimento, sedendosi anche lui sulle sue ginocchia, osservando attentamente la cartina.
- farci?- chiedo cercando di capire perché abbia usato il "noi" nella sua frase.
- ci sta dando la caccia Nay- dice continuando ad usare questo maledetto "noi".
- noi? se sta cercando noi allora perché se la sta prendendo con gli altri villaggi? sta rovinando la vita a troppe persone!- esclamo sapendo perfettamente che sta distruggendo tutto quello che trova davanti al suo cammino, ed uccide senza alcuna pietà non sembra affatto un problema per il colonnello.
- il nostro popolo non c'entra in tutto questo!- esclama mio padre con il cuore spezzato, sappiamo tutti quanto ami il nostro popolo, e proteggere tutti noi è sempre stato il suo unico scopo nella vita.
- è un uomo senza pietà ed assetato di vendetta.. non si fermerà davanti a niente e nessuno- dice Jake per poi sospirare con fare affranto ed abbassare lo sguardo.
- dobbiamo attaccare e fermarlo.. dobbiamo ucciderlo Jake!- esclama Neytiri con rabbia, da quanto mi hanno raccontato lei ha già ucciso la sua versione umana, anni ed anni fa, e rivederlo nel corpo di un avatar non deve essere stato molto bello per lei.
- se attacchiamo scoprirà la nostra posizione, verrà qui e sterminerà il popolo e distruggerà questo villaggio fino a quando non ne rimarrà solo della polvere!- esclama Jake cercando di far ragionare sua moglie, che non ci vede più per colpa della rabbia.
- il suo obbiettivo preciso qual è?- chiedo incrociando le braccia al petto, cercando di mantenere la calma.
Jake punta il suo sguardo su di me e sospira con fare affranto, ed io la conosco bene questa espressione, è l'espressione che assume quando mi tiene nascosto qualcosa ed io lo scopro con le mani nel sacco.
- Jake..- sussurro cercando di convincerlo a parlare, e lui nota subito che sto iniziando ad innervosirmi.
- il suo obbiettivo era uccidere me e la nostra famiglia- dice abbassando velocemente lo sguardo, ammettendo la verità senza fare troppe storie.
- era?- chiedo notando questo particolare, ne sto notando un po' troppi ultimamente.
Alza il suo sguardo su di me con sguardo sorpreso, come se fossi io qui la pazza a scovare anche i più piccoli ed insignificanti particolari.
- papà..- lo richiama suo figlio, evidentemente preoccupato anche lui per il fatto che abbia usato il passato nelle sue parole.
Jake posa lentamente il suo sguardo su ognuno di noi, cercando di raccogliere tutto il coraggio che ha in corpo e parlare.
- i suoi piani sono cambiati..- sussurra tirandosi su, tornando in posizione eretta, e suo figlio lo segue, tornando alla sua altezza naturale.
- cioè?- chiede mia madre con tono preoccupato, teme per il suo popolo, per la sua famiglia, per i suoi figli.. e come biasimarla.
Jake rimane in silenzio davanti a questa domanda e si passa lentamente le mani sul viso, cercando di levarsi di dosso tutta la tensione accumulata.
- Jake- lo richiamo un'altra volta, sperando di risvegliarlo dai suoi pensieri -qual è il suo obbiettivo adesso?- chiedo con timore, quasi preoccupata dalla risposta che potrebbe darmi.
- sei tu.. il suo obbiettivo sei tu- dice con voce bassa e leggermente spezzata.
Il mondo sembra sgretolarsi e cadermi addosso, ed il mio cuore perde qualche battito, fermandosi per qualche secondo.
-che significa?!- esclama mia madre con la tachicardia e la paura al massimo, preoccupata per me.
- adesso sa che sei viva.. tutto il resto è passato in secondo piano- dice con tono basso, quasi dispiaciuto di dover dire queste cose.
Come per istinto poso una mano sul mio ventre, pensando subito alla piccola creatura dentro di me, ma appena mi rendo conto di ciò che ho fatto porto di nuovo la mia mano lungo i fianchi. Nessuno deve notare questo piccolo particolare, nessuno deve sapere niente, soprattutto tra i presenti in questa stanza.
Neteyam avvolge le mie spalle con un braccio e mi tira verso di se, abbracciandomi velocemente, come se volesse farmi da scudo e proteggermi. Non deve averla presa bene neanche lui, sento che è teso e rigido, ed il suo respiro è più corto e affannoso.. è preoccupato per me.
- che significa?- chiede Neteyam con voce bassa e baritona guardando suo padre, per poi schiarirsi velocemente la voce con un piccolo colpo di tosse.
- la rivuole.. secondo la sua mente malata lei gli appartiene- dice orlando di me come se non fossi qui -e quando la riavrà.. la userà contro di noi- dice ammettendo questa verità con veramente molta fatica.
- se avrà lei.. ci ucciderà tutti, saremo spacciati- il mio corpo si ricopre di brividi davanti a queste sue parole, e lo straniero al mio fianco sembra quasi non crederci, non vuole crederci.
- dobbiamo rimanere nascosti il più a lungo possibile.. non possiamo fargli sapere la nostra posizione, metteremo in pericolo troppe vite- dice mio padre cercando di restare lucido davanti a questa notizia, richiamando l'attenzione di tutti su di se.
- nessun membro di questa famiglia lascerà il villaggio fino a quando questa situazione non verrà risolta- continua dando ordini ben precisi a tutti noi, ed ovviamente dovremmo provvedere a dirlo anche a tutto il resto della famiglia Sully ed ai miei fratelli.
- non usciremo ne per cacciare, ne per volare.. e ne per nuotare- continua elencando tutte le cose che ci sta proibendo di fare.
- ma ci sono i tulkun adesso! non puoi chiederci di restare qui, rinchiusi, non resteranno qui per sempre, prima o poi ripartiranno!- esclamo pensando subito ad Ilyn, non posso perdere l'occasione di perdere questo tempo che abbiamo a disposizione per stare insieme.
- Nay, non si discute, al momento è molto più importante la sicurezza di questa famiglia, della nostra famiglia.. i tulkun torneranno alla fine del loro prossimo ciclo- sospiro rumorosamente, nervosa ed infastidita come mai lo sono stata prima d'ora.
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𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞 -𝐍𝐞𝐭𝐞𝐲𝐚𝐦-
FanfictionSi può creare una vita dal nulla? La conoscenza umana è arrivata così lontano da riuscire a creare un essere vivente in laboratorio, partendo dal nulla... E quella vita che poi viene creata? Cosa gli succede? Che fine farà? Sarà costretta a crescere...