Capitolo 26 - you will kill me

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Janette

«Sì, e poi dopo ci sarà una festa per festeggiare la vittoria, ovviamente».

Luke, uno dei giocatori della squadra di Football, continua a parlarmi nonostante io abbia detto che sono impegnata al momento e nonostante mi sia messa letteralmente con la testa nell'armadietto fingendo di cercare qualcosa di perduto.

Qualsiasi cosa pur di non ascoltarlo.

Ho un mal di testa che mi sta uccidendo, stanotte nonna mi ha tenuta sveglia perché pensava che mi avessero rapita dato che non mi trovava. Me piccola. Neonata.

Poi dopo non aver trovato la culla da nessuna parte e dopo che l'ho fatta ragionare, si è messa a piangere e si è lasciata portare a letto. Le ho dato qualcosa per dormire, ma io invece non ho chiuso occhio.

Sta peggiorando e non capisco perché.

«Non sai se vincerete» parlo stavolta, stanca del suo ego.

Vorrei solo che Julian adesso mi scopasse fino a non farmi pensare più a niente.

«Vinceremo. Da quando abbiamo Patt come quarterback abbiamo sempre vinto. Quel figlio di puttana è un fenomeno».

Kyle. Sono ancora sconvolta dalle sue scuse. Giunte dal nulla, per di più.

Che l'incontro ravvicinato con la morte gli abbia fatto capire quanto è stato stronzo? Chi lo sa.

Solo se ripenso al fatto che Ginevra voleva andare ad incontrarlo mi viene voglia di farlo sparire, con tutte le sue scuse.

Uno come lui non avrà mai Gin. Non se la meriterà mai.

"Non è stato lui a mandare la foto".

Ma certo, come no. Che andasse a farsi fottere lui e i suoi giochetti.

Ginevra sarà anche ingenua, ma io no.

Ma che le è passato per la testa per anche solo prendere in considerazione quella stupida idea?

«Va bene. Mettiamo caso vinciate come dici, io cosa dovrei farci, perdonami? Non mi interessa nemmeno il Football, altrimenti credimi che avrei pagato per entrare a far parte delle cheerleader e indossare quella divisa così sexy».

Caccio la testa fuori dall'armadietto. O gli parlo o non se ne va. E io voglio che se ne vada.

Ho troppi pensieri per la testa, anche dei suoi non me ne faccio niente.

A volte vorrei camminare con un cartello addosso con su scritto "chiusi fino a data da destinarsi' così che tutti capiscano quando non devono parlarmi.

«Va bene, se non vuoi vedere la partita per me è okay. Pensavo però che potessimo andare insieme alla festa dopo» il sorriso malizioso che mi rivolge mi fa alzare gli occhi al cielo.

La mia situazione con Julian non è stata proprio ben definita, ma sono sicura che non vorrebbe io andassi a letto con qualcun altro, proprio come io non vorrei lui andasse a letto con qualcun'altra.

Ma se ci andasse?

Insomma, non è per gelosia, però o lo fai solo con me o con tutte le altre, cazzo.

Un conto è una cosa di una notte con uno che ovviamente si scopa mezzo mondo e arrivederci, ma dopo tutte le volte che lo abbiamo fatto, quasi ogni dannato giorno, perché Julian dovrebbe farsi un'altra?

«Che ne dici, bellezza?»

Dico che dovrei parlare con Julian.

Ma se lui poi volesse qualcosa di più? Se iniziasse a parlare di... relazione?

𝑺𝒍𝒆𝒆𝒑𝒊𝒏𝒈 𝑩𝒆𝒂𝒖𝒕𝒚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora