Alla 𝑪𝒍𝒆𝒗𝒆𝒍𝒂𝒏𝒅 𝑯𝒊𝒈𝒉𝑺𝒄𝒉𝒐𝒐𝒍 il penultimo anno della 𝑡𝑟𝑖𝑎𝑑𝑒 𝑖𝑛𝑓𝑒𝑟𝑛𝑎𝑙𝑒 è cominciato.
In una scuola in cui gli studenti provengono da buone famiglie e in cui il velo dell'apparenza nasconde i segreti e le vite di tutti...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
«Buongiorno».
Ross e Janette sobbalzano, voltandosi verso di me.
In aula non c'è nessuno, a parte loro. Credo di averli spaventati.
«Avevamo detto che ti raggiungevamo davanti alla biblioteca», mi dice Janette, saltando giù dal banco su cui era seduta.
Mi saluta con un abbraccio che ricambio.
«Sì, lo so, ma mi annoiavo». E avevo bisogno di non pensare a quello che mi ha detto Hans ieri sera.
«Vieni qua». Anche Ross si avvicina per salutarmi non appena Janette gli lascia spazio. Mi abbraccia forte, poi mi lascia un bacio sulla fronte. «Come stai?»
Sicuramente meglio se la smettessero di chiedermelo.
«Bene». Alzo le spalle sorridendogli.
«In effetti ti vedo molto più tranquilla. Che è successo? Jordan ti ha dato altre pasticche?»
Janette mi guarda allarmata, facendosi in avanti con il viso per guardarmi meglio negli occhi.
«N-no, te lo giuro». Ed è la verità.
«Ieri piangevi e tremavi e ora invece sorridi e sei rilassata?», continua a indagare. Mi guarda sospettosa, poi mi prende una mano. «Ah no, tremi ancora».
Non era reale.
Tolgo via la mia mano dalla sua. «Ho detto che sto bene. È stato solo un periodo un po' buio, ma sta passando».
Non era reale.
«Gin, tu sei sempre stata così. Okay, questa settimana più del solito, è vero, ma più o meno quella era la norma per noi. Questa invece», Ja mi indica con fare quasi teatrale, «non lo è. Anche se ci piacerebbe tanto».
Ross sbuffa intromettendosi. «Smettila o la farai tornare triste. Mi piace così: che sorride».
Mi attira al suo corpo, circondando la mia vita con le sue braccia. Gli sorrido di nuovo.
Non era reale.
«Oh lo so che ti pia-»
«Jany!», Ross la interrompe quasi subito, facendomi accigliare.
Sono strani.
«Tu come stai?», gli domando. Mi lascio andare con il capo sul suo petto e porto le mie mani dietro al suo collo.