Alla 𝑪𝒍𝒆𝒗𝒆𝒍𝒂𝒏𝒅 𝑯𝒊𝒈𝒉𝑺𝒄𝒉𝒐𝒐𝒍 il penultimo anno della 𝑡𝑟𝑖𝑎𝑑𝑒 𝑖𝑛𝑓𝑒𝑟𝑛𝑎𝑙𝑒 è cominciato.
In una scuola in cui gli studenti provengono da buone famiglie e in cui il velo dell'apparenza nasconde i segreti e le vite di tutti...
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C'è una netta differenza tra l'impressione che do agli altri e quella che io ho di me stessa. È ironico pensare che ci siano molte probabilità che né io e né gli altri ne abbiamo quella corretta o che, con ancora più probabilità, una corretta non ce ne sia affatto.
Io, Janette e Ross siamo sempre stati un po' più in disparte rispetto agli altri studenti della Cleveland Highschool; il primo giorno ci siamo trovati in tre e ci è bastato. Non abbiamo mai provato a fare nuove amicizie o a integrarci in qualche gruppo più grande perché non ne abbiamo mai sentito il bisogno. Questo, per assurdo - invece che isolarci - ci ha resi, all'apparenza degli altri, 'esclusivi'. I ragazzi 'popolari'. Quelli che tutti guardano da lontano con ammirazione, odio, o invidia.
Per gli altri, Ross è solo una testa calda che pensa di essere migliore di tutti.
Per gli altri, Janette è solo una troia con 'addirittura' alti standard.
Per gli altri, io sono una stronza che pensa di averla d'oro e che vuole solo farsi desiderare.
I loro giudizi vengono dettati in base a ciò che vedono e in base a quello che noi scegliamo di far vedere loro.
Parte della responsabilità di questi pensieri, quindi, è nostra. Mia.
Credo sia proprio per questo che adesso che mi sto preparando per uscire e festeggiare il mio compleanno con Ross e Janette, io non riesco ad apprezzare quello che guardo allo specchio.
A loro due, di quello che la gente pensa, non importa. A me, per quanto fingo che non sia così, sì.
«Sicuro che non è troppo corto? Sto bene?»
Cerco di abbassare l'abito che Ross vuole costringermi a indossare per la serata, ma invano. Non si abbassa.
Mi sento troppo esposta.
Questa non sono io. Non so chi sia.
Mi piacerebbe riuscire sempre a far finta di essere la Ginevra bella e popolare che credono tutti, quella che si veste carina per farsi guardare, ma a volte non posso evitare di sentirmi a disagio. Non sopporto gli sguardi su di me. Non quel tipo di sguardi. Farmi guardare non mi piace.
Alle altre piace.
«Sei perfetta. Il verde petrolio fa risaltare i tuoi occhi e i tuoi capelli», mi ripete, facendomi alzare gli occhi al cielo.