Alla 𝑪𝒍𝒆𝒗𝒆𝒍𝒂𝒏𝒅 𝑯𝒊𝒈𝒉𝑺𝒄𝒉𝒐𝒐𝒍 il penultimo anno della 𝑡𝑟𝑖𝑎𝑑𝑒 𝑖𝑛𝑓𝑒𝑟𝑛𝑎𝑙𝑒 è cominciato.
In una scuola in cui gli studenti provengono da buone famiglie e in cui il velo dell'apparenza nasconde i segreti e le vite di tutti...
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Non mi era mai successo prima di fare cinque giorni di fila di assenze a scuola.
Purtroppo, dopo aver scoperto di ciò che accadeva a Ginevra, ho dovuto lavorare sodo per non farmi sopraffare e non sono stata abbastanza diligente - come direbbero i miei - per farlo venendo anche a scuola.
Mettermi con la testa sui libri mentre la mia migliore amica è chiusa in un ospedale per tentare di affrontare ciò che quell'energumeno le ha fatto era fuori discussione.
Come avrei mai potuto seguire le lezioni e tornare a casa a fare i miei compiti e allo stesso tempo andare da Ginevra e guardarla stare in silenzio, consapevole del fatto che quando i ricordi di ciò che lui le faceva le ritornano in mente lei si fa del male?
Era impossibile, così come lo è stato per Ross.
Ora, però, sono qui. A scuola.
Come se non bastasse, Ross non è con me perché finalmente Ginevra dovrebbe uscire dall'ospedale ed è andato a prenderla.
Come mi sento? Inutile come non mai.
Chiudo il mio armadietto dopo aver recuperato i libri di matematica e per poco non mi viene un infarto quando mi ritrovo il faccino tenero di Mike davanti agli occhi.
«Come stanno?»
E tu come lo sai?
«Chi?», faccio finta di niente, incamminandomi nel corridoio.
«Ginevra e Adam. Perché non mi avete detto niente? Ross non risponde ai miei messaggi e nemmeno tu. L'ho saputo per caso da un notiziario locale in tv».
Mike mi affianca. La parola "notiziario" riecheggia nel mio cervello, mandandolo in allarme.
L'ultima cosa che vorrebbe Gin in questo momento è che tutti sappiano e che addirittura ne parlino.
«Un notiziario che vede molta gente?»
Prego che mi dica di no e nel mentre aumento il mio passo.
«No, ma chi l'ha visto deve aver sparso la voce, perché ormai lo sa tutta la scuola. Evans mi ha anche chiamato in presidenza ieri pensando che sapessi qualcosa dato che mi ha visto con voi qualche volta, e ti lascio immaginare il panico quando mi ha chiamato non specificando il motivo», lo sento sospirare, poi subito riprende a parlare. «Quindi come stanno?»
Alcuni ragazzi salutano Mike e ne approfitto per accelerare la mia camminata ancora un po', tentando di seminarlo, ma lui riesce comunque a tornare a raggiungermi.