Capitolo 29 - i don't wanna die

3.4K 119 180
                                    

Ginevra

«Tesoro, sta arrivando l'ambulanza, okay?» la voce di Janette è bassa. O sono io a sentirla in questo modo.

«Tesoro?»

Sposto i capelli di Kyle dalla sua fronte, il suo viso è pieno di sangue e le labbra che fino a poco fa mi stavano baciando sono spaccate.

Un occhio sta diventando completamente nero ed è gonfio.

Una mia lacrima cade sul suo viso.

Perde sangue dalla testa.

Quando è caduto l'ha sbattuta forte e non dimenticherò mai quando Adam l'ha colpito proprio lì poco prima che Ross lo lasciasse andare. Più volte.

Non si sveglia. L'ho chiamato tante volte, Mike ha cercato di svegliarlo, ma lui non si sveglia. Niente.

Sembra...

Deglutisco al solo pensiero. Delle mani si posano sulle mie spalle e me le levo di dosso girandomi a guardare chi mi sta toccando.

Janette.

«Tesoro, dai, vieni con me».

Andare con lei? Ma è impazzita?

Scuoto la testa e ritorno a guardare Kyle.

Evans.

«I-il signor Evans. Si deve chiamare Evans» sussurro, mentre un'altra lacrima mi cade dagli occhi.

Le mani continuano a tremarmi nel frattempo che stringono Kyle, sperando che riapra i suoi occhi adesso.

«Gin, lo abbiamo chiamato. Sta arrivando, non devi preoccuparti».

Non devo preoccuparmi.

Kyle è tra le mie braccia, massacrato a causa mia, non si sveglia, e io non devo preoccuparmi.

Certo.

«Sei ridicola».

Se la voce di Janette la sentivo bassa prima, questa invece la sento forte e chiara.

«Ross» Janette lo ammonisce, ma io mi volto per guardarlo.

Almeno ha gli occhi lucidi. So che ha capito di aver sbagliato. L'ho sentito quando ha pregato Adam di smetterla. Che era abbastanza. Ma non lo ammetterà mai.

«Vattene. Tutti e due. Andatevene».

«Gin, ora sei sconvolta, ma loro erano solo preoccupati che-»

«Falli. Andare. Via».

Ora come ora potrei dire e fare cose di cui potrei pentirmi, e non voglio.

Riprendo a guardare Kyle e ad accarezzarlo, poi sento finalmente il suono delle sirene farsi vicino.

Meglio che loro due non siano qui. In questo momento vorrei non vederli mai più.

Come hanno potuto? La ferocia con cui lo hanno picchiato è ancora impressa nella mia mente.

Quello non era Adam.

«Se Evans non sporgerà denuncia lo farò io, quindi chiamate anche Kiara».

«Gin, aspetta, non-»

«Basta. Ha ragione».

Alla voce di Adam deglutisco.

Pensava di dovermi salvare di nuovo?

La porta della stanza si apre proprio mentre sto per chiederglielo.

𝑺𝒍𝒆𝒆𝒑𝒊𝒏𝒈 𝑩𝒆𝒂𝒖𝒕𝒚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora