Capitolo 47 - 'cause I don't know what else I can do

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Ross

«Durante il trasferimento Hans è riuscito a scappare».

«In che senso è riuscito a scappare? Come cazzo è possibile? Dov'era rinchiuso, nel carcere delle bambole?»

Mamma mi ammonisce con lo sguardo, facendo qualche passo verso di me per avvicinarsi.

«Dal rapporto che ho letto ho capito solo che c'era un temporale e un incidente davanti a loro. Le guardie si sono fermate e nella confusione Hans è sparito. Con lui è sparito però anche un'altra guardia. Si pensa quindi avesse un complice, anche perché alcuni detenuti hanno riferito che Hans ha finto varie volte di stare male per essere portato in ospedale quando invece stava benissimo. Stava cercando il modo di uscire dal carcere per organizzare la sua fuga e oggi ha trovato il pretesto giusto. C'è da chiedersi se anche il suo avvocato ne fosse a conoscenza data la fretta con cui è riuscito ad ottenere il permesso per il trasferimento in poche ore», sbuffa, dandomi le spalle.

Credo stia per cominciare a girarmi la testa.

Hans è libero?

«Quello stronzo era un poliziotto, certo che aveva dei complici. Ginevra lo aveva detto che non sarebbe rimasto fermo in carcere».

Cazzo.

«Come faccio a non dirglielo? Deve saperlo. Se le succedesse qualcosa? Se quello stronzo di merda le si avvicinasse di nuovo?»

«No, Ross, non puoi».

«Perché?»

Che cazzo di senso ha?

«Ginevra adesso sta bene, non voglio che abbia il pensiero che quell'uomo possa essere dietro l'angolo in ogni momento. L'ho detto a te perché tu possa starle vicino e non lasciarla mai. Fallo almeno finché non avrò più informazioni. Magari quando mi diranno che è stato visto lontano da qui».

«E se non si dovesse sapere? Se non si sapesse presto dove sia?»

«Allora dopo domani glielo dirò io. Lascia che almeno l'ultimo giorno dell'anno lo passi in maniera spensierata. Hans sarebbe uno stupido se dopo essere riuscito a scappare tornasse ad avvicinarsi a Ginevra, ma stalle vicino, non lasciatela mai, e dico mai, da sola. Solo per sicurezza. Mi hai capito, Ross?»

Sto respirando a fatica; sento la gola restringersi.

Sì che ho capito.

«Posso dirlo ad Adam?»

«Cosa devi dirmi?»

Cazzo. Gli occhi di mamma sono di nuovo nei miei, poi passano lentamente su Adam, che credo proprio sia dietro di me.

Mamma tentenna, ma stavolta prendo io le redini della situazione in mano.

Non posso essere l'unico a sapere di questa cosa, e poi Adam mi aiuterebbe.

«Hans è scappato mentre lo trasferivano in un altro carcere. È una storia lunga, ma comunque è a piede libero, adesso. Mamma mi ha chiesto di non dirlo ancora a Gin e di non toglierle mai gli occhi di dosso».

È sconvolto quasi quanto me, giustamente.

Ci mancava soltanto Hans, porca puttana.

«Se si fa vedere lo ammazzo».

Sì, anch'io.

«Ragazzi, no. Semmai, e dico, semmai, dovesse farsi vedere dovete chiamare immediatamente la polizia. Voglio che nessuno dei due lo sfiori, avete capito? Non potete comportarvi da giustizieri, purtroppo, o finirete anche voi in una cella; quindi, chiamate la polizia e basta» mamma si impone, ma lo sguardo che ci stiamo scambiando io e Adam mi dice che entrambi non siamo molto d'accordo con quello che ha appena detto.

𝑺𝒍𝒆𝒆𝒑𝒊𝒏𝒈 𝑩𝒆𝒂𝒖𝒕𝒚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora