Capitolo 51 - heart beats fast

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Janette

«Oggi sarò impegnato fino a tardi, ma stasera quando torno mi farò perdonare, va bene?»

Julian attira il mio viso vicino al suo, per poi lasciarmi un bacio a fior di labbra.

«Va bene», sussurro. «Vai a parlare con tua madre per le quote dell'azienda?»

Poggia la fronte contro la mia mentre una sua mano si posa su una mia coscia.

«Sì. Le ho accennato la mia idea e dobbiamo concordarci su un po' di cose se voglio che mi dica di sì, prima o poi. Ci devo lavorare, ma andrà tutto bene».

«E se non andrà bene troveremo un'altra soluzione».

Le sue labbra si piegano per un sorriso accennato. «Esatto».

Dei colpi al finestrino dell'auto di Julian mi fanno sussultare.

Mi volto, e il viso di Ross mi accoglie con uno sguardo che esprime urgenza.

Adesso cosa vuole? Dio mio, mai un attimo di pace.

Nemmeno il tempo di un buongiorno.

«Credo di dover andare. Ci vediamo stasera?»

Ritorno a guardare Julian avvicinando le mie labbra alle sue per un piccolo bacio.

«Ci vediamo stasera. E non lasciate Ginevra da sola, va bene? Non lo hanno ancora preso quello stronzo, giusto?» Julian mi accarezza ancora la coscia come se non volesse lasciarmi andare.

«No, non ancora».

Ross, alla fine, mi ha raccontato tutto. Nonostante questo, fatico a credere che Hans sia davvero riuscito a scappare.

Ma come cazzo si fa?

«State attenti. E se succede qualcosa voglio che tu mi chiami immediatamente. Capito, Janette?», mi raccomanda ancora Julian.

Gli annuisco sforzando un sorriso.

Non c'è bisogno di preoccuparsi. Se vedo Hans, gli taglio il cazzo e poi lo uccido.

«Capito. A stasera», gli lascio un ultimo bacio sulle labbra, facendolo sorridere di nuovo appena, e poi scendo giù dall'auto, ma di nuovo mi raccomanda di chiamarlo.

La storia di Hans è riuscita a far preoccupare anche lui.

Ross gli dice che lo chiameremmo subito, poi mi travolge in piena trascinandomi verso l'ingresso della nostra scuola per un braccio, manco ci stesse inseguendo un branco di lupi.

«Si può sapere perché vai di fretta? Non è tardi, sono le otto meno dieci, diamine. Questo ritorno alle lezioni dopo le vacanze è già traumatico, non puoi fare così. Non mi piace per niente».

«Vogliamo parlare di traumi? Siamo arrivati da soli cinque minuti e già tre idioti hanno fermato me e Adam per chiederci se siamo figli dello scrittore scomparso».

Oh oh.

«E lo siete o no?»

Quale versione dobbiamo raccontare? Mi perdo in mezzo a tutti questi segreti.

«No, non lo siamo, Ja. Il cognome è una coincidenza e non abbiamo mai sentito parlare di quell'uomo in vita nostra. Capito?»

Ross si gira a guardarmi completamente serio in volto, fermandosi nel bel mezzo del cortile, e io annuisco non appena inarca un sopracciglio, in attesa di una mia risposta.

«Non ho idea di chi sia quell'uomo».

«Brava, Jany».

Lo fulmino con lo sguardo mentre riprende a camminare e ci fermiamo soltanto una volta arrivati al nostro solito posto in cortile.

𝑺𝒍𝒆𝒆𝒑𝒊𝒏𝒈 𝑩𝒆𝒂𝒖𝒕𝒚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora