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Il primo giorno di scuola passò abbastanza in fretta per i due protagonisti, anche se in completo contrasto a causa delle personalità totalmente diverse tra loro.

Jisung se la trascorse alla grande, con risate e nuove fantastiche amicizie, soprattutto con quel suo compagno di classe, Yang Jeongin.

Era stato subito disponibile per lui e in mensa gli aveva fanno conoscere anche dei suoi amici, i quali anche loro si erano dimostrati gentili e pacati.

Quello che però gli diede molto fastidio e lo metteva a disagio, erano gli sguardi degli studenti.

Aveva notato come ogni volta che passasse per i corridoi o veniva nominato in classe, tutta l'attenzione scattava su di lui e questa cosa faceva solo accrescere la sua ansia sociale, che si sa non era una buona amica dell'uomo.

Era un ragazzo molto bello e attraente, lui lo sapeva bene, tuttavia ogni volta sperava di non essere giudicato solo per il suo bel visetto, d'altronde - secondo la sua opinione - ciò che caratterizzava una persona era il carattere e l'aspetto fisico occupava solo una piccolissima percentuale.

Per quanto riguardava Minho invece beh, passò la giornata a fulminare con lo sguardo ogni essere vivente che tentava di approcciarsi a lui - oltre i suoi amici naturalmente - e nell'istante in cui mise gli occhi sul nuovo arrivato, ammazzò il tempo studiando qualche sorta di piano omicida per rendergli la vita un inferno.

Quella scuola era sua da quando ci aveva messo piede, era sempre stato il re e anche se molte volte odiava avere quel ruolo, nessuno poteva soffiargli il posto.

Poteva sembrare esagerato, ma non l'avrebbe mai permesso.

Neanche quelle guanciotte da scoiattolo e quel fisico da sgualdrina sexy, mai.

Nessuno.

Così i due ragazzi fecero il loro ingresso nel territorio scolastico con due propositi interamente differenti.

All'entrata entrambi si incontrarono coi loro rispettivi amici, chi di vecchia data chi nuovi di zecca.

«Oggi abbiamo educazione fisica?» domandò un Jisung assonato.

«Dalle 10 alle 12 sì.» affermò Jeongin, sbuffando.

«Che merda, ho sonno.» si lagnò l'australiano, Felix.

«Almeno tu hai un po' di addominali, io l'unica cosa fisica che faccio è aprire e chiudere il frigorifero.» lo schernì Seungmin, il migliore amico d'infanzia di Jeongin, presentato al nuovo studente giusto il giorno prima.

Il moro e il rosso concordarono con il loro amico e al suono della campanella ognuno si diresse verso la sua aula, tranne i primi due nominati che erano nella stessa.

Come prima ora ebbero inglese, nella quale Jisung se la cavava piuttosto bene, al contrario di Seulgi - la sua compagna di banco - che gli chiedeva la traduzione di praticamente ogni singola frase scritta sul libro di testo.

Il ragazzo le spiegò ciò che serviva senza problemi, sia perché amava la materia sia perché voleva aiutarla ed approfondire il loro legame.

Tutto andò secondo i piani e parlarono anche nelle altre ore scolastiche di cose più private o di ciò che gli passasse per la mente, tralasciando l'argomento scuola.

Occuparono le due ore di motoria chiacchierando e cercando qualsiasi scusa pur di saltare gli esercizi, fallendo miseramente dato il professore piuttosto rigido e severo.

Si trovava bene con lei, lo faceva ridere e soprattutto non era una guardona, quando parlavano lo guardava in faccia non sul corpo come facevano praticamente tutti.

Shared reputation~MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora