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Strano a dirsi, l'ultima settimana di scuola passò in un lampo e Jisung si trovava davanti all'armadio da più di mezz'ora, non sapendo minimamente come vestirsi.

Doveva sicuramente mettersi abiti pesanti certo, ma allo stesso tempo abbastanza leggeri da non morire di caldo all'interno della baita, dato che Felix gli aveva già anticipato del riscaldamento al massimo sempre attivo.

Scaraventò l'ennesima felpona sul letto, ormai non trovando più nemmeno indumenti da estrarre.

«Sungie, sei chiuso qui dentro da- che cazzo è successo in sta camera?» sua madre si bloccò sulla soglia della porta, guardando allibita la camera sottosopra «Minho ha postato?»

«Molto peggio.»

«Non sai cosa mettere?»

In risposta, ricevette solo un grugnito e il ragazzo si slanciò sul materasso, nascondendo la faccia nel cuscino.

«Ci penso io va, tu vai a fare colazione.»

«DAVVERO?!» sollevò di scatto la testa, fissando la donna con due pagliuzze luminescenti negli occhi.

«Certo, dammi 10 minuti e la tua valigia sarà più che pronta davanti all'ingresso.» raccolse i vestiti a terra, cominciando già da subito a selezionare quelli da portare e quelli da piegare per rimetterli apposto.

«TI AMO!» la stritolò in un abbraccio, per poi correre al piano terra.

Prese il latte dal frigorifero, lo versò nella sua tazza e la mise nel microonde.

Intanto, poggiò il pacchetto di biscotti - ancora mezzo pieno - lasciato sul ripiano e prese un cucchiaino dal cassetto accanto al lavandino.

Scelse una delle sue playlist dal telefono e quando il latte fu abbastanza caldo, poté mettere a tacere il suo stomaco brontolante.

Per spezzare la noia - oltre a cantare, ballare e mangiare contemporaneamente - sfogliò  pigramente TikTok, principalmente basato sui balli che andavano in quel periodo.

Come da promessa, allo scoccare esatto delle 7:23, sua madre entrò in cucina.

«Finito.»

«Grazie mille mamma, non so cosa farei senza di te.» gli sorrise, mettendo da parte il cellulare.

«Eh lo so, ora sbrigati però che tra mezz'ora arriva quel Hyurin.»

«Hyunjin mamma, Hyunjin.»

«Hyurin, Hyujin, Hijin... è uguale, basta che ti muovi.»

«Basta che non gli parli quando arriva, sennò mi fai fare una figura di merda anche prima di Natale.»

«Tsk, hai vergogna della tua fantastica madre?»

«Solo quando conosco gente nuova, sappiamo entrambi che sei una frana ad imparare i nomi.» fece l'ultimo sorso di latte e sistemò tutto nella lavastoviglie.

«Ma non è vero.»

«Papà mi ha detto che quando sono nato per un mese mi hai chiamato Jeson.»

«Sì beh... erano simili, va bene?»

Jisung alzò gli occhi al cielo e gli posò un piccolo bacio a stampo sulla guancia, scomparendo poi di nuovo nella sua camera da letto.

Si ritrovò per la milionesima volta davanti al suo guardaroba, optando dopo - stranamente - pochi minuti per dei jeans aderenti neri, una maglia termica del medesimo colore e una felpa di lana rossa accesa, giusto per dare un tocco di colore.

Andò in bagno, chiuse la porta a chiave - vista la brutta abitudine della donna al piano di sotto di entrare senza manco bussare - e accese il soffione dell'acqua, così da farla riscaldare e non diventare un ghiacciolo già prima di uscire di casa.

Shared reputation~MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora