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I giorni passarono tranquilli, più nessuno scherzo negli armadietti e soprattutto nessuna lite.

C'erano ancora studenti che credevano allo stupido post di Minho, eppure Jisung non ci dava molto peso.

I due contendenti erano talmente rilassati che a volte capitava che chiacchieravano tra loro e la parte più importante era che quelle parole - anche se poche - non erano insulti.

E una di quelle occasioni speciali stava succedendo in quel preciso momento, mentre la tavolata al centro della mensa era occupata dai soliti dieci alunni.

«Ma come fa a non piacerti il pudding?» ribadì per la centesima volta il ramato, sentendosi preso in causa da uno dei suoi dolci preferiti.

«Te l'ho detto, è la consistenza gelatinosa che mi fa sboccare, il gusto è anche buono.»

Andavano avanti così da circa due minuti e il resto della combriccola si limitava a fissarli, chi allibito chi soddisfatto.

«Spiegateci una cosa.» Felix li interruppe, facendo cadere l'attenzione su di sé «com'è possibile che siete passati da prendervi a scragnate e incenerirvi con lo sguardo ad addirittura fare dei discorsi senza porconarvi addosso?»

I due presi in causa si lanciarono un'occhiata, destabilizzati dalla domanda improvvisa.

Non potevano far finta di niente? Non perché non volessero parlarne, il problema era un altro.

Neanche loro sapevano il motivo di tutto ciò, non erano amici, affatto, solo due persone che dopo mesi di litigate infinite avevano deciso di darsi una regolata.

«Non è che qui qualcuno si è scusato?» Changbin circondò le spalle di Minho, dandogli una leggera spintarella scherzosa.

«E NON HAI REGISTRATO?!» l'urlo isterico di Hyunjin rimbombò tra le quattro mura, sovrastando il vociare di tutti i tavoli vicini.

«LO SO! Ma è stato così inaspettato che non ho avuto tempo.» tralasciò tutta la storia della dormita insieme eccetera eccetera, pregando non volessero indagare troppo.

«Eddai, non siate così stupiti, mi sono scusato ancora con voi... no?»

«No.» negarono contemporaneamente Chan, Changbin, Hyunjin e Thanawat, coloro che lo conoscevano da più tempo.

Il ramato alzò gli occhi al cielo «non ci credo.»

«Di solito cambi argomento pur di non ammettere le tue colpe, vedi tu.» scrollò le spalle il maggiore, prendendo un sorso d'acqua.

Parlarono ancora un po', finché la fine della ricreazione li costrinse a buttare le loro cartacce e - al posto di andare nelle rispettive classi come ogni giorno - uscire nel grande cortile davanti all'edificio.

Ad inizio settimana avevano annunciato che da lì a pochi giorni si sarebbe tenuta un'attività diversa dalle solite boriose lezioni in classe.

Gli studenti di prima e seconda avrebbero svolto Baseball assieme a degli allenatori specializzati, mentre le terze, le quarte e le quinte si sarebbero cimentati nel tiro con l'arco, sempre con gli aiutanti appositi.

«BENE!» a dirigere il tutto erano naturalmente i due professori di educazione fisica, gli unici dell'intera scuola «BENVENUTI A QUESTO PICCOLO PROGETTO SPORTIVO!» accolse parlando in un microfono per farsi sentire da ciascun studente seduto davanti a lui in mezzo all'erba «vorrei prima di tutto ringraziare gli specialisti che si sono offerti di aiutarci in questa giornata un po' diversa, un applauso.»

Ragazzi e professori applaudirono e solo quando la platea si dissolse il docente continuò, spiegando cosa si sarebbe svolto durante il pomeriggio e raggruppando le diverse classi con l'aiuto degli altri adulti.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 3 days ago ⏰

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