I cilindri della palestra non sembravano avere una fine e Jisung era certo di starli raccogliendo da almeno una mezz'ora buona.
Come ogni pomeriggio era in punizione e come ogni mercoledì lui e Minho avevano il compito di riordinare la palestra dopo che l'ultima classe se n'era andata, lasciando tutto il casino e a volte anche alcune maglie sudate dimenticate negli spogliatoi.
Già non giravano odori gradevoli - soprattutto in quello dei ragazzi - se poi lasciavano i loro indumenti ad impregnare l'aria la situazione non migliorava sicuramente.Storse il naso mentre camminava tra le panchine, raggiungendo subito le finestrelle per aprirle e far circolare un minimo d'aria pulita.
Il tempo non era dei migliori e probabilmente tra poco sarebbe venuto a piovere, ma tanto era destinato in quella palestra ancora per due ore, perciò il meteo era l'ultimo dei suoi problemi intanto.
Prese la maglia azzurra abbandonata su uno dei tanti ganci e uscì, trovando il maggiore che smontava la rete di pallavolo al centro del campo.
Sapeva che non sarebbe riuscito da solo e, nonostante non volesse aver niente a che fare con lui, lasciò la maglia sulla sedia del docente e lo raggiunse.
Senza nemmeno degnarlo di una parola staccò il palo opposto, prendendo poi a camminare in direzione di Minho nel mentre che arrotolava la rete attorno al bastone.
Quando lo raggiunse non venne nemmeno posto un ringraziamento, gli prese solo l'oggetto dalle mani e lo portò al suo posto nello sgabuzzino.
Il minore non ne rimase affatto deluso, d'altronde andavano avanti così da due settimane.
Già, erano già passate due settimane dalla loro "lotta" e in tutto quel lasso di tempo il maggiore si limitava a guardarlo.
Lo fissava con quegli occhi che se avessero potuto avrebbero incenerito chiunque, e con chiunque si intendeva principalmente la persona che gli aveva tirato un pugno in piena faccia.
Jisung non gli faceva un torto, sapeva di aver esagerato, eppure allo stesso tempo ne andava particolarmente fiero.
Minho invece oltre ad essere stato attaccato era stato pure costretto dalla preside ad eliminare il post riguardante il castano, negandone ogni singola parola.
Insomma gli si era tutto ritorto contro e l'odio che provava verso il minore si era innalzato ancor di più, anche se sotto sotto sapeva benissimo che aveva fatto tutto da solo.
Passarono il resto della punizione a pulire tutto, lucidando docce e spazzando polvere accumulata in ogni angolo.
Il tutto in totale silenzio, che Jisung occupava canticchiando o fischiettando, muovendo di tanto in tanto i fianchi o la testa a ritmo delle canzoni, alle volte anche quelle scritte da lui stesso, Chan e Changbin.
Minho tuttavia amava il suo amato silenzio e odiava quando la gente fischiettava, perciò dopo una decina di minuti fatti da lamenti e sbuffi non riuscì più a sopportare.
«Puoi smetterla di fischiare? Mi da fastidio.»
«Mettiti le cuffie, non esisti solo tu.» protestò pulendo con un panno la scrivania del professore.
«E nemmeno tu, perciò vedi di rispettare gli spazi altrui e mutati.» si innervosì fermando temporaneamente la scopa.
Si squadrarono per vari minuti, finché il minore sbuffò «posso almeno respirare o ti urta anche quello?»
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Shared reputation~Minsung
FanfictionLee Minho è sempre stato il ragazzo più voluto di tutta la scuola, sia per la sua eterea bellezza, sia per le sue formidabili abilità a letto. Han Jisung è un ragazzo che si è appena trasferito dalla Malesia per iniziare una nuova vita. Molto bello...