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Le numerose ore di sonno scivolarono via dal corpo di Jisung a ormai mezzogiorno inoltrato, solamente a causa degli strilli eccentrici di sua madre dal piano di sotto.

«JISUNG GIURO CHE SE NON TI ALZI VENGO LÌ E TI INFILO NEL FORNO AL POSTO DEL POLLO!»

Grugnì e strisciò giù dal lettone pieno di peluche e cuscini, - vittime di continui stritolamenti durante tutta la notte - dirigendosi verso il bagno.

Si sciacquò la faccia con acqua gelida, così da ripigliarsi almeno un minimo, per poi sistemarsi e cambiarsi il pigiama arancio con un semplice pantalone di tuta nera e una maglia oversize rosa confetto.

Intento a riordinarsi i ciuffi ondulati, udì i passi di sua madre troppo tardi prima che la porta venne scossa da tre irruenti pugni.

«HAN JI-»

La precedette e spalancò l'unica barriera che li divideva «ci sono ci sono, lasciami almeno il tempo per cambiarmi.»

«È esattamente da 23 minuti che ti chiamo, possibile che sei più lento di un bradipo nel weekend, non che durante la settimana sei maggiormente attivo, chiariamoci.» incrociò le braccia al petto e ripercorse le scale col figlio ugualmente chiacchierone di seguito.

«Perché durante la settimana ho una motivazione per abbandonare le mie calde copertine, sabato e domenica invece la mia legge è poltrire tutto il giorno perciò.»

Si spostarono in cucina, dove ad aspettare il ragazzo c'era una tavola già apparecchiata.

«E quale sarebbe la famosa motivazione?» inarcò un angolo della bocca, poggiandosi al piano di lavoro alle sue spalle.

«La scuola.»

«Ah ah, non c'è nessun ragazzo?»

«Sai che sì, sono innamorato di Jeongin.»

«Due bottom non possono stare insieme.» lo riprese spegnendo il forno.

«Quante volte ti ho detto che non sono bottom.» sbatté i palmi sul tavolo, offeso dall'affermazione della donna.

«Tante e questa è la prova che non dici a tua madre le cose come stanno davvero, perciò chi è questo ragazzo?»

Jisung la fissò per diversi istanti, non sapendo nemmeno come reagire.

Non c'era nessuno oltre i suoi tre amici, eppure non pensava a loro la mattina e non erano il motivo del suo risveglio.

«Nessuno mamma, mi alzo perché devo.» decise di optare per una mezza verità.

«Mh, va be non voglio insistere, so che se c'è qualcosa me lo dici.»

«Grazie.» gli fece un piccolo sorriso e finalmente la mora servì il pranzo.

«Papà è ancora a Venezia?»

«Sì, purtroppo continuano ad aggiungergli giorni e finirà di lavorare alla fine del mese.» tentò di nascondere la sua delusione tirando un sorriso, il quale tuttavia si dimostrò più falso di quel che pensava.

«Mi dispiace mamma, pensa che poi potrà stare con noi di più, almeno di solito.» gli afferrò la mano, accarezzandole delicatamente il dorso col pollice.

«Lo spero.»

Conversarono tutto il tempo, sia della scuola che del lavoro e quando entrambi i lori piatti vennero lucidati, si trasferirono in soggiorno.

Shared reputation~MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora