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«Dobbiamo andare a sinistra.»

«No a destra.»

«A sinistra.»

«A destra.»

«A sinistra.»

«AH! SEI INSOPPORTABILE CAZZO!» sbraitò Jisung stringendo i pugni lungo i fianchi e battendo un piede a terra.

Minho gli strappò il cellulare di mano, su cui il minore aveva precedentemente inserito Google maps con l'indirizzo che dovevano raggiungere.

«HEY! RIDAMMELO!» tentò di allungarsi verso di lui, intenzionato a riprendersi il telefono.

Il ramato tuttavia essendo più alto dovette solo alzare in aria il braccio, mentre con l'altra mano teneva Jisung dal petto.

«Perché ti agiti tanto? Non avrai mica qualcosa da nascondere.» finse di cambiare app e spiare il suo telefono, quando in realtà stava solo muovendo il pollice.

Il castano non vedeva lo schermo a causa della distanza e del riflesso dei raggi solari e, conoscendo Minho, pensava davvero che stesse mettendo il naso nelle sue cose personali.

«SMETTILA! DAMMELO!» prese a saltellare sulle punte, allungandosi più che poteva.

Non aveva davvero nulla da nascondere, ma gli dava comunque fastidio quando gli si spiavano le proprie cose senza il suo consenso.

Minho proseguì così per un po', finché stanco dei continui strilli del più piccolo decise di ridaglielo.

Jisung gli diede uno scappellotto in testa e riprese velocemente ciò che gli apparteneva, constatando che in realtà il maggiore non era nemmeno uscito dall'app.

«Avevi impostato la via sbagliata, dobbiamo andare a sinistra.» gli ritornò la sberla e lo sorpassò, riprendendo il percorso che voleva seguire fin dall'inizio.

Il minore gli andò dietro con un sonoro sbuffo innervosito e mantenendo qualche passo di distanza si dovette fidare di Minho.

Entrarono in una stradina in mezzo a due edifici e dopo diversi metri finalmente il maggiore si fermò davanti ad una casetta alla fine della via.

«Dovrebbe essere questa.» controllò il citofono accanto al cancellino in ferro battuto «Shin Ryujin?»

«Sì.»

«Allora siamo arrivati.» suonò il campanello e affiancò Jisung, posto poco dietro di lui.

Non dovettero attendere molto prima che una voce femminile risaltasse dal citofono «chi è?»

«Lee Minho e Han Jisung, siamo qui per conto del volontario dell'Università.»

Detto questo il cancello venne aperto e i due ragazzi entrarono in casa, superando la breve via in sassi delimitata da un giardinetto curato e fiorito e giungendo ai due scalini che portavano ad una porta verde menta.

Prima che Minho potesse bussare essa venne aperta, rivelando una ragazza più o meno della loro stessa età vestita in un lungo abito nero, tacchi a spillo ai piedi e un sorriso amichevole risaltante dal piercing sul labbro inferiore e dalla chioma colorata di un blu notte raggiungente le spalle nude.

«È un piacere avervi qui, io come saprete sono Ryujin, la proprietaria della casa.» strinse la mano ad entrambi e si inchinò in segno di rispetto.

Stessa cosa fecero i due ragazzi e lei li fece accomodare nella sua dimora. Era molto semplice, con molte piante e uno stile minimalista, sorretta in due ampi piani.

«Se volete da mangiare prendete pure tutto quello che volete, ho fatto la spesa giusto stamattina.» chiuse il portone alle loro spalle e li condusse in soggiorno, rilasciando una serie di picchiettii dovuti ai tacchi alti.

Shared reputation~MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora