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Le gambe di Jisung tornarono a funzionare solo dopo una bella dormita ristoratrice, la stessa che fu costretto ad abbandonare a causa del telefono che gli suonava nell'orecchio.

Mugugnò in mezzo ai mille peluche che lo schiacciavano e prese a tastare sul comodino, non riuscendo ad aprire gli occhi a causa della luce trapassante dalle finestre, sicuramente aperte da sua madre per far scorrere un po' d'aria mattiniera.

Solo quando fece cadere le sue cuffie capì di doversi ripigliare e che il suono proveniva da tutt'altra parte.

Si sollevò di scatto, passandosi una mano tra i capelli arruffati ed infilando l'altra sotto il cuscino.

Trovò finalmente il dispositivo e bloccò immediatamente la sveglia che gli aveva mandato in palla il cervello, non che di mattina fosse tanto sveglio comunque.

Ad aggiungersi alla sua emicrania arrivò anche sua madre, che spalancò la porta con ben poca delicatezza.

«È ora di svegliarsi, dai che è venerdì.» lo incoraggiò dopo l'occhiata assassina lanciatagli.

«Mh, arrivo.»

Lei sorrise e ritornò a trafficare in cucina, lasciando la porta del figlio aperta.

Jisung ci impiegò ancora qualche minuto di lamenti per alzarsi del tutto e con tutta la malavoglia del mondo raggiunse la madre.

La trovò seduta sulla sedia a capotavola a guardare il telefono, mentre sorrideva e scriveva a chissà chi.

«Perché sorridi?» si accomodò alla sua sedia solita, la più vicino al soggiorno - così da non dover fare tanta strada - e prese una fetta biscottata dal sacchetto.

«Tuo padre è un coglione.» scrollò le spalle, mettendosi in piedi solo per fare il giro del tavolo e accomodarsi davanti al ragazzo «allora, come mai così stanco stamattina?» poggiò i gomiti sul tavolo, dandogli tutta la sua attenzione.

«Ho iniziato un nuovo bl, "we are" è bellissimo.» già si stava soffocando di cibo.

«Sicuro sia solo quello?» gli sorrise innocentemente, attendendo tutta la verità.

Il castano la guardò di sottecchi, alzando gli occhi al cielo notando il suo viso allegro e pieno di curiosità.

«D'accordo, l'ho fatto di nuovo con Minho.»

«AH! LO SAPEVO!» esultò battendo le mani.

«Per tua informazione, non dovresti esserne così felice.»

«Perché?» questa volta il suo volto assunse un'espressione confusa.

«Perché eravamo in detenzione per i nostri soliti scherzi e beh... tra una cosa e l'altra... è successo ecco.» immerse le sue guance rosee nella tazza di latte caldo, finendolo tutto in un sorso pur di non mostrare il suo imbarazzo alla donna.

Lei sorrise solo, giocando con un pezzo di plastica rubato dal sacchetto di fette biscottate.

Poi si incupì tutto ad un tratto, facendo allarmare Jisung, ormai al termine della sua colazione.

«Che c'è?»

«Nulla.» sospirò, sollevando il capo verso di lui «solo, sei sicuro che vada bene?»

Il giovane aggrottò le sopracciglia «cioè?»

«Tutto questo, scherzi, finto odio, sesso... i tuoi sentimenti riescono a sopportarlo?»

Deglutì, fissandola come fosse un extracomunitario. Non ci aveva mai sofferto particolarmente, eppure il voler sempre di più da qualcuno a lui irraggiungibile lo stava inconsapevolmente danneggiando dall'interno.

Shared reputation~MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora