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Jisung non aveva nulla contro Minho, eppure iniziava veramente a detestarlo.

Non era mai stato un ragazzo rancoroso e il più delle volte finiva per lasciar passare con un falso sorriso e la faccenda si concludeva lì.

Ma con Minho non riusciva.

Quel sorrisetto pieno di arroganza e superiorità dipinto sulle sue labbra 24h su 24 lo infastidiva in un modo impressionante.

Odiava le persone così, si credevano Dei scesi in terra e tutti gli andavano dietro senza che muovessero un muscolo.

Al minore non importava neanche la popolarità anzi, preferiva di gran lunga starsene per le sue e spassarsela con i suoi amici dimenticandosi dei problemi o sguardi addosso, cosa che purtroppo gli studenti gli ricordavano ogni giorno con maggior insistenza.

Voleva passare solamente gli anni in pace, ma glielo stava impedendo.

Lui e tutti gli alunni guardoni.

Era passata già una settimana di scuola e Minho non si era ancora stancato di tirargli occhiatacce, alcune volte riprovevoli e disgustate, altre quasi maliziose pensava il moro.

Una volta l'aveva pure fatto inciampare "per sbaglio" e se non ci fosse stato Jeongin ad afferrarlo in tempo, sarebbe finito con la faccia dritta dritta sulle piastrelle sudice del corridoio scolastico.

Jisung non capiva di questo suo comportamento, cioè sapeva che lo vedeva come una minaccia per il suo posto da re nella scuola, ma lui non c'entrava niente alla fin fine.

Non aveva colpe di essere nato inspiegabilmente affascinante e puro, come non poteva cambiare il suo carattere solare ed altruista per compiacere al maggiore.

Minho invece era intenzionato a portare a termine la sua missione.

Distruggere la sua preda.

Sicuramente data la sua devota attenzione allo studio non sarebbe stato bocciato, ma aveva altre due succulente possibilità in serbo.

Farlo espellere o esasperarlo a tal punto da portarlo a scappare a gambe levate dal SUO istituto.

Facile facile pensava e invece il minore sembrava determinato a vincere, facendolo innervosire solamente di più.

Occupava gran parte della sua giornata a pensare al giovane, a come farlo arrendere una volta per tutte, nonostante si fosse rivelato veramente testardo.

Non che gli dispiacesse, rendeva il suo ultimo anno interessante almeno.

Anche ora nel suo cervello girava solo il suo nome, come un disco rotto privo di una precisa pellicola da seguire.

Le idee erano scompigliate, il viso paffuto dello scoiattolo inebriava i suoi sensi ed offuscava tutto ciò che aveva attorno.

«LEE MINHO!»

Il richiamato saltò sul posto, rischiando quasi di cadere dalla scomodissima sedia su cui era stravaccato per cercare quella minima comodità inesistente.

«Mi scusi.» si ripigliò mettendosi composto «cosa c'è?»

«Ma ben sveglio Lee, le ho chiesto di venire alla lavagna a risolvere questo problema.»

Shared reputation~MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora