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«Quindi Jis, hai un'ammiratrice segreta?»

Jisung, Jeongin, Changbin e Chan occupavano il campo di beach volley vicino casa dell'ultimo, impegnando il tempo mentre aspettavano i soliti ritardatari.

Erano divisi Sungbin contro Jeongchan e per adesso stavano vincendo i fidanzatini per un 3 a 1.

Assolutamente non a causa del castano e la sua goffaggine, ma di Changbin che non correva abbastanza per prendere anche le palle nell'area del suo compagno.

«Così sembra.» sospirò, arrotolando le maniche della maglia a mezze maniche e portandosi i capelli indietro dal caldo.

«E?»

«E cosa?» si voltò verso l'argento, guardandolo confuso.

Lui prese la palla in bagher, poi tornò a dargli attenzione «che ne pensi?»

«Cosa dovrei pensare?»

«LA PALLA!» sbraitò al posto di rispondere, vedendola andare esattamente nella sua direzione.

Jisung si attivò, sollevando la testa appena in tempo per alzare le braccia e rispedirla dall'altra parte della rete con qualche mossa strana.

Chan la prese e continuarono a giocare, cercando di riprendere anche la conversazione.

«TANTO A JISUNG PIACE SOLO PRENDERLO IN CULO!»

L'urlo di Jeongin si disperse nei motori delle auto e nel vociare delle persone, molte delle quali - passeggiando tranquillamente nel parco - si girarono con una smorfia basita in volto, per non parlare della madre coi due bambini che gli lanciò un'occhiata mortale.

«Scusate.» il moro si inchinò ad ognuno di loro, un sorriso di disperazione per cercare di riparare la boccaccia del suo amico.

«JIS-»

Non fece in tempo a girarsi che un tonfo ai suoi piedi gli fece abbassare lo sguardo.

Si ritrovò un Changbin sudato steso in mezzo alla sabbia, pancia all'insù che si alzava e abbassava velocemente e bocca schiusa in profondi sospiri.

«Oh, sorry.» gli offrì la mano, aiutandolo ad alzarsi.

«SCUSATE!»

Il blu li raggiunse di corsa, passando sotto la rete per riprendere la palla finita a pochi centimetri dall'argento.

Si avvicinò anche il minore, cauto nel notare gli occhi assassini di Jisung puntati su di lui.

«Questa me la paghi brutto bastardello.» iniziò a camminare verso di lui, puntandogli l'indice contro.

A quel punto Jeongin scattò via e il moro lo inseguì, arrivando a correre a piedi nudi perfino sull'asfalto bollente.

«Penso di non essermi mai fatto odiare così tanto da una donna.» bisbigliò Chan fissando la stessa madre che seguiva con sguardo omicida i due giovani.

«Io da mia madre.» alzò le spalle, rubando la palla incastrata tra il fianco e l'interno gomito del più grande «passaggi?»

«Ma quanta energia hai oggi?» rise, mettendosi in posizione davanti a lui mentre si faceva un po' d'aria alla pancia muovendo la canotta.

«Non mi sono allenato stamattina, perciò non ho ancora consumato la mia dose di calorie giornaliere.» saltellò da un piede all'altro, prendendo poi la rincorsa per fare una schiacciata.

Come tuttavia Chan si aspettava, non la prese e gli fece la finta facendola rimbalzare sulla testa.

Nel frattempo che i due si divertivano con dei semplici passaggi, gli altri due amici stavano girando attorno allo stesso scivolo da cinque minuti, stanchi di dover correre ma non tanto da arrendersi.

Shared reputation~MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora