Capitolo 2.

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𝓡𝓲𝓬𝓬𝓪𝓻𝓭𝓸
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All'improvviso mi ritrovo da solo con questa splendida ma proibita ragazza in una pista da ballo piena di gente e la cosa mi sembra alquanto assurda se ci penso.

Non so ballare e mai mi sarei immaginato che questa serata si sarebbe conclusa con me che tengo sotto controllo la sorella di Leonardo mentre in realtà vorrei saltarle addosso dal momento in cui l'ho vista.

Rebecca è bellissima; quando eravamo più piccoli non l'avevo mai notata particolarmente, ma negli ultimi anni devo dire che ha fatto un glow up niente male.

È sempre stata una ragazzina carina, per carità, ma ora ha il fascino di una donna sicura di sé e consapevole di ogni parte del suo corpo. Ha la perfetta sembianza di una predatrice travestita da preda, che è pronta a saltarti addosso da un momento all'altro e farti fuori.

Si muove di fronte a me mentre ancheggia lenta al ritmo della musica e io ammiro quel pezzo di stoffa che indossa accarezzarle ogni parte di pelle coprendola a malapena nella sua intimità. Ha un gluteo che farebbe invidia a chiunque lo guarda e lo spacco sulla coscia cosi profondo mi fa solo venire voglia di... lasciamo stare.

Una parte di me si sta sforzando con tutte le sue forze di non fare pensieri maliziosi riguardo alla sorellina del mio amico, ma è quasi impossibile non rimanere estasiati da lei.

La sua gamba lucida e liscia è perfettamente slanciata dal tacco color argento che indossa, il suo vitino stretto reclama di essere afferrato da mani imponenti che sappiano toccare un corpo simile. E quel seno a coppa che si nasconde appena sotto il vestito nero è quasi come una calamita per i miei occhi.

Solo qualche minuto dopo, lei si accorge che la sto osservando e da lontano mi sorride facendomi cenno di andarle incontro. Ogni parte del mio corpo freme di toccarla e possederla, solo per una notte ovvio, ma so che questo gioco non posso farlo con lei.

Io non sono di certo il tipo che cerca un seguito o che il giorno dopo ti scrive per ringraziarti della serata. E men che meno sono alla ricerca di qualcuno che mi distragga dalla mia priorità che è l'esercito. Voglio solo divertirmi e far divertire chi sta con me, ma questo discorso non vale per Rebecca.

A scuotermi dai miei pensieri è la vibrazione del cellulare che mi avvisa di una notifica di messaggio: è Leo. Il mio amico mi informa che la tipa bionda l'ha invitato a fare una passeggiata sulla riva del mare, lontano dal caos, perciò si assenterà ancora un po'.

Ovviamente ha puntualizzato di stare attento a Becca e la cosa mi fa ridere e innervosire allo stesso tempo. Non sono e non voglio essere la guardia del corpo di qualcuno e men che meno di una ragazzina di diciotto anni che in verità vorrei farmi senza impegno per poi scaricarla a casa e non doverla mai più risentire.

Un gran bel controsenso se ci penso; io che devo proteggere qualcuno da qualcosa che io per primo vorrei farle.

Tranquillizzo il mio amico e gli raccomando di divertirsi per bene con quella bionda, dopodiché rimetto il cellulare in tasca e sollevo lo sguardo per cercare Becca in pista. Ci vogliono un paio di secondi prima che possa riconoscerla a qualche metro più in là avvinghiata a un ragazzo con cui sta ballando.

Non so perché, ma una strana sensazione mi costringe a distogliere la mia attenzione da quella immagine e istintivamente il mio corpo si alza dallo sgabello su cui era seduto per andare incontro a Rebecca.

Non appena mi vede di fronte a lei, alza gli occhi al cielo e sbuffa, mentre con le mani allontana educatamente il suo accompagnatore. Probabilmente penserà che la mia presenza qui sia dovuta al fatto che suo fratello mi avrà severamente vietato di lasciarla ballare con qualcuno, ma la verità è che non so neanche io perché sono venuto qui.

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