Capitolo 29.

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𝓡𝓮𝓫𝓮𝓬𝓬𝓪

Leonardo è sempre stato quel tipo di persona che non sfrutta la bocca per sparare parole a caso prive di senso o di significato. Piuttosto è sempre stato attento a trovare il modo giusto di esprimersi, di non causare dolore inutile a chi gli sta di fronte. Mio fratello sa quanto le parole sanno essere taglienti e quanto dolore possono infliggere nell'anima di chi le ascolta.

Mia madre non si è mai risparmiata i suoi commenti sarcastici nei riguardi dei figli. Ha sempre avuto qualche chicca giudiziosa da buttarci addosso quasi con rancore. Quasi come se fosse colpa nostra che non siamo perfetti. Come se le togliessimo qualcosa di prezioso. Le sue parole sono sempre state feroci come il ruggito di un leone chiuso in gabbia al qualche viene messa una bella bistecca di carne appena fuori le sbarre.

Leo per fortuna sa essere più dolce e diplomatico.
Sa esprimersi senza giudizio, cattiveria, rimorso.
Così, con questa premessa, decido di lasciar parlare prima lui e sentire cosa ha da dirmi dopo aver scoperto la verità su di me e il suo migliore amico.

<<Sono profondamente deluso Becca.. tu e Ricky siete le uniche persone di cui io mi fido davvero ed entrambi mi avete tenuta nascosto la verità. Perché?>> il suo esordio è questo.

Parla con un tono di voce basso, non di rimprovero ma sinceramente deluso. Lo ascolto attentamente in attesa di comprendere la direzione che vuole prendere quella conversazione.

<<Ho sempre desiderato che tu fossi felice, che finalmente la tua anima un po' dannata trovasse riposo e si concedesse un attimo di felicità. Credi che ti avrei ostacolata se mi avessi confessato i tuoi sentimenti per Riccardo?>> questa volta la sua è una domanda diretta che si aspetta una mia risposta.

<<Non l'avresti fatto?>> controbatto con un'altrettanta domanda.

<<Forse all'inizio non mi avresti trovato subito d'accordo, ma sai anche il motivo. Ciò che hai detto a Riccardo è vero: quando parlavi della distanza, della sua imminente partenza per la Marina Militare.. sono tutte cose vere che ti avrei illustrato anche io se mi avessi parlato di questa cosa. Ma poi, una volta fatto il mio dovere da fratello che ti ama e ti vuole solo proteggere da altre delusioni, ti avrei lasciata libera di scegliere.>>

<<Non l'avresti fatto così facilmente Leo, e lo sai anche tu. La tua ossessione per me è del tutto esagerata e non ti rendi conto di quanto mi stia stretta e mi soffochi. Riccardo è stato una boccata d'aria fresca e leggera dopo anni di reclusione con te, ecco perché mi ha colpita tanto e mi sono fatta travolgere. Lui non ha mai tentato di nascondermi, da nessuno. Eppure non c'è stata una volta che al suo fianco io mi sia sentita in pericolo, perché proteggere e custodire non significa necessariamente anche recludere e opprimere.>>

So quanto le mie parole suonino dure e di colpa verso di lui, ma è la verità ed è giusto che anche lui capisca come mi sento. Non ho più dodici anni, non sono più la bambina che ha bisogno che il fratello maggiore la segua ovunque. Non sono più la bambina che va protetta.

<<Perché sei così dura con me? Ora vorresti dirmi che la colpa di come ti senti è la mia eccessiva protezione nei tuoi confronti?>> sta volta la sua voce è cambiata e il suo tono è meno dolce.

<<Non ho bisogno che tu mi protegga Leo, non ho bisogno che nessuno mi protegga. Ormai il danno è fatto e non si può riparare, perché quando avevo davvero bisogno di protezione non c'era nessuno! Mamma e papà dove erano? Tu dov'eri? Nessuno mi ha protetta quando ero piccola e indifesa, ma ora che sono grande volete proteggermi tutti? Cos'è, dovete ripulirvi la coscienza? Sensi di colpa?>>

So che non è davvero colpa sua. Mio fratello era un neo adolescente e non aveva la responsabilità di doversi occupare di me. Inoltre con il passare del tempo ho iniziato persino ad essere grata della sua assenza in casa quando veniva lo zio, perché chissà se non avrebbe fatto qualcosa anche a mio fratello.
Però questa ossessione nei miei confronti la trovo un po' sbagliata e inutile. Penso davvero quello che ho appena detto. Non c'era nessuno quando ero piccola, perché deve impuntarsi ora?

<<Sei ingiusta con me Becca..>> negli occhi color nocciola di mio fratello si intravedono delle lacrime che vorrebbero uscire. Gli ho fatto male. Le mie parole lo hanno ferito. Alla fine chi sa fare più male siamo sempre noi essere umani con la nostra mania di dover sempre dire ogni cosa che ci passa per la testa senza preoccuparci delle conseguenze.

<<Lo so che non è colpa tua, non è colpa di nessuno. Anzi, se dobbiamo trovare un colpevole quello potrei essere io, che non ho mai chiesto aiuto e ho lasciato che qualcuno si divertisse con il mio corpo innocente. Ma non sei tu il responsabile di tutto questo, e non è ciò che volevo intendere. Ma ti prego Leo, capiscimi..>>

<<È da tutta la vita che provo a capirti Becca. Sono anni che mi sforzo di giustificare i tuoi atteggiamenti ribelli, che ti sto dietro ogni volta che hai una crisi, che ti resto accanto ogni volta che hai bisogno di me. Sono anni che mi sforzo di capirti, che mi sforzo di aiutarti. Ma tu vuoi essere davvero aiutata?>>

<<Cosa vuoi dire? Cosa stai insinuando..>> domando confusa dalla sua affermazione.

<<Non voglio dire niente in particolare Becca. Solo mi domando se tu voglia davvero andare avanti e lasciarti il passato alle spalle o se ancora non sei pronta. Dal discorso con Riccardo alla fine siamo passati a parlare di me e di quanto io sia opprimente nei tuoi confronti. Sei sicura che non sia solo una scusa per nasconderti da te stessa? La verità secondo me è un'altra.>>

<<Ah si? Allora illuminami.>>

<<Becca lo sai meglio di me. La verità è che tu non sai lasciare andare il tuo passato. Non hai superato quello che è successo ed è normale che sia così, ma sei spaventata dall'idea di aprirti a qualcuno perché temi di poter soffrire ancora come quando eri piccola. La colpa non è mia che ti proibisco di fare le cose, ma è una tua scelta non rischiare di farti male. E Riccardo ti fa così tanta paura perché sai che potrebbe farti male>> fa una breve pausa prima di riprendere a parlare.

<<E sai di chi abbiamo sempre più paura? Di chi ci tocca dentro. Chi ci smuove le corde dell'anima, quelle profonde, nascoste. Abbiamo paura di chi è capace di farci vibrare la pelle. Tu hai paura di lui perché in lui vedi qualcosa che potrebbe renderti tremendamente felice. Con lui ti senti vera, autentica. E questo ti spaventa. Con lui la tua maschera cade, il tuo passato non è un segreto, la tua paura diventa la sua. Con lui condividi un mostro in comune e tu temi questo. Non temi l'oppressione di tuo fratello, ma temi chi sei quando sei con Riccardo. Ma quella..quella è la parte più bella di te e io, che ti amo immensamente, non potrei mai ostacolarti nel farla uscire perché è una vita che aspetto di incontrare quella Becca li.>>

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