𝓡𝓮𝓫𝓮𝓬𝓬𝓪
Ogni gradino che salgo mi allontana sempre di più dall'imbarazzo che si è appena creato con mio fratello.
Percorro i due piani che mi dividono dall'ingresso del palazzo a casa con foga, ma una volta entrata nel mio appartamento una strana ansia comincia a divorarmi il torace.Che cosa si staranno dicendo quei due?
Che scusa si sarà inventato Riccardo?
Leonardo ci avrà creduto?Miliardi e miliardi di domande mi perseguitano e non posso fare a meno di rimanere schiacciata dalla frustrazione di non sapere.
Ho sviluppato negli anni la cattiva abitudine di dover tenere sempre tutto sotto controllo; tutto ciò che sfugge dal mio comando mi spaventa a morte e mi fa sentire impotente.Una sensazione decisamente nota alla me bambina, che anche ora che è diventata più grande sembra non avere tregua. Temo già il momento in cui mio fratello tornerà su a casa e comincerà a farmi l'interrogatorio.
Non so perché, ma una piccola parte di me spera quasi che Riccardo gli stia vuotando il sacco; spera che Leo stia scoprendo la verità solo per potersi finalmente sfogare e confrontare con qualcuno. Spera che ora mio fratello salga a casa e si congratuli con me per aver preso la decisione di tagliare sul nascere questo rapporto con Riccardo. Spera che qualcuno la convinca che non ha commesso un enorme cazzata sta sera.
L'altra parte di me, la più rilevante, si augura tutto il contrario ovviamente. Se Leonardo sapesse la verità probabilmente le prossime settimane qui a Gela diventerebbero un inferno per me.
Vorrebbe dire essere controllata ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette.Mio fratello è super protettivo e negli anni ha sviluppato una sorta di ossessione nei miei confronti. Da una parte gli sono grata per questo, e non smetterò mai di riconoscere quanto Leonardo sia un pezzo fondamentale della mia esistenza. Dall'altra però inizia ad essere una tortura.
Essere costantemente controllata, tenuta sottocchio, domata. Il voler decidere al posto mio con chi, se e quando posso uscire di casa. Voler sapere ogni passo che compio e contare persino quanti respiri faccio al minuto. Inizia ad essere davvero troppo persino per me.
Conosco benissimo le ragioni per cui sia diventato così mio fratello, ma ormai sono passati un po' di anni e se persino io riesco a godermi la vita in maniera differente da prima, lui dovrebbe lasciarmi libera di farlo.
La vibrazione del mio telefono si scontra con il tessuto della borsa bianca in cui è, e questo mi riscuote dai miei pensieri facendomi tornare alla realtà.
Estraggo lo smartphone e verifico la natura di quella notifica. Il mio cuore si ferma e, per un istante che dura in eterno, sono quasi convinta di essermi catapultata in un brutto incubo da cui arriverà presto qualcuno a svegliarmi.O almeno, vorrei che fosse così.
Quando inizio a realizzare che sono sveglia e che ciò che i miei occhi vedono è reale, è già troppo tardi per tenere a bada l'attacco di panico di cui sono vittima.Le mani cominciano a sudare e il tremore è incontenibile; il mio respiro è spezzato e tagliente sul petto, i miei occhi si riempiono di lacrime senza che possa controllarlo.
Improvvisamente il pavimento su cui sto in piedi sembra essere troppo fragile per potermi sorreggere. Sento la terra sotto di me tremare ed è come se fosse pronta a risucchiarmi da un momento all'altro.Forse sarebbe meglio così.
Se potessi sparire nel nulla più totale, lontana da qui, lo preferirei di certo.
Ovunque, purché lontana dal mio incubo peggiore.Bentornata a casa piccola Becca. Non vedo l'ora di giocare insieme come ai vecchi tempi..
Lo squallore è così forte che mi costringe a rigettare la cena. Vomito sul pavimento e per un attimo mi sembra di essere finalmente riuscita a liberarmi da quella sensazione di disgusto che provo nel leggere le sue parole.
Ma poi torna la paura a farmi tremare.
Lui è davvero tornato? Come ha fatto a scrivermi dal carcere? Improvvisamente tutto diventa nero e una nuvola di nebbia fitta mi acceca la vista.Mi lascio travolgere da quella sensazione e cado a terra, cedendo sulle mie stesse gambe ormai stanche di sorreggermi, in preda al terrore.
Passa qualche minuto prima che io riesca a recuperare la vista e la lucidità mentale per capire dove sono e cosa sta succedendo.È inevitabile per me ritornare indietro nel passato però.
Vedo lei: la me bambina che ogni notte pregava soltanto che quell'incubo finisse in fretta. La me bambina che chiedeva pietà a un qualsiasi dio, sperando che quella sera avrebbe avuto tregua.
La me bambina che detestava venire in questo posto.
Odiavo la Sicilia, questa casa, la mia famiglia.Ripenso a lei, la sorellina piccola che sperava che il fratellone grande tornasse presto a salvarla.
Ripenso a lui, l'uomo decisamente troppo grande e troppo adulto per conoscere la nudità di una bambina così piccola.Ripenso alle sue mani che mi sfioravano la pelle morbida. Il suo indice che si infilava nelle mie mutandine rosa con i puois blu, che accarezzava la carne fredda e asciutta. Ricordo la sua bocca che emetteva suoni strani e conteneva respiri bassi e profondi quando la mia mano lo accarezzava con innocenza.
Ricordo la sua voce che mi insegnava come procurargli piacere. Sento ancora la sua erezione su di me. La sento ancora riempirmi la mano, e persino la bocca. La sento ancora togliermi il respiro perché grande e soffocante da contenere tutta. Sento la sua impazienza di raggiungere l'apice del piacere.
Vedo ancora la sua faccia compiacersi di potermi sputare in faccia quanto fosse soddisfatto del mio servizietto. Ricordo la frustrazione e lo schifo che provavo ogni volta.
Ricordo la prima volta che ho visto un eiaculazione.
Ricordo la sensazione pessima che ho provato nel sentirne il sapore in bocca. Ricordo i mille lavaggi con spazzolino e dentifricio per allontanare quel sapore orrendo dal mio palato.
Ricordo anche le infinite docce d'acqua calda per ripulirmi di quella terribile sensazione che mi lasciava ogni volta che veniva a trovarmi.Ricordo tutto come se fosse qui davanti a me ora.
E la cosa peggiore è che lui è davvero qui ora.

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𝕋𝕙𝕖 𝕎𝕒𝕣 𝕀𝕟𝕤𝕚𝕕𝕖
أدب نسائي𝕋𝕙𝕖 𝕎𝕒𝕣 𝕀𝕟𝕤𝕚𝕕𝕖 - 𝕝𝕒 𝕘𝕦𝕖𝕣𝕣𝕒 𝕕𝕖𝕟𝕥𝕣𝕠 (𝕡𝕣𝕚𝕞𝕒 𝕡𝕒𝕣𝕥𝕖) "𝒫𝓊ò 𝓃𝒶𝓈𝒸𝑒𝓇𝑒 𝒹𝑜𝓋𝓊𝓃𝓆𝓊𝑒, 𝒶𝓃𝒸𝒽𝑒 𝒹𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓉𝒾 𝒶𝓈𝓅𝑒𝓉𝓉𝒾. 𝒟𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓁𝑜 𝒶𝓋𝓇𝑒𝓈𝓉𝒾 𝒹𝑒𝓉𝓉𝑜, 𝒹𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓁𝑜 𝒸𝑒𝓇𝒸...