𝓡𝓲𝓬𝓬𝓪𝓻𝓭𝓸
Ho passato l'intero pomeriggio a fissare un foglio bianco davanti a me, e a impugnare una penna che alla fine non ho usato.
Sento il bisogno di scrivere qualcosa, di buttare fuori da me un pensiero, un emozione. Ma lo sforzo sembra vano. Non so nemmeno io a chi andrebbero queste parole. O forse mi costa solo caro ammetterlo, perché vorrei parlare a lei.Mia madre è lontana da noi ormai da anni, non ricordo nemmeno più come sia il suono della sua voce, e la sua risata credo di non averla mai sentita. Ricordo solo i suoi occhi grandi, color azzurro cristallino. Gli stessi che ogni giorno vedo riflessi nello specchio quando mi ci guardo. Mentre sono qui, sdraiato e dolorante sul letto di un ospedale, penso solo a quanto vorrei che lei sapesse qualcosa di me. Sono suo figlio infondo, eppure lei non mi conosce affatto.
Se ne è andata che ero ancora un bambino che si addentrava appena nell'adolescenza. Ero pieno di rabbia, di rancore. Avevo questa fame di vendetta che riversavo su ogni persona che incontravo. Meglio ancora se era una ragazza, magari simile a mia madre. Mi faceva sentire meglio sapere di infliggere del dolore a qualcuno come lei. Ma con il tempo ho capito che era tutto inutile. Solo l'addestramento, le armi, la guerra, loro mi hanno dato una motivazione diversa. Mi hanno dato quella grinta, quella voglia di riscatto. Ma soprattuto mi hanno dato una prospettiva per il mio futuro. Una prospettiva che non si limitasse al solo vivere alla giornata facendo qualche stronzata qua e là.
Eppure adesso, improvvisamente, l'idea di partire con l'esercito non mi fa più lo stesso effetto. Tutto ciò che ho sempre desiderato negli ultimi anni è finalmente arrivato e io d'un tratto non lo voglio più così tanto. Perché? È semplice. Perché mi porterebbe lontano da lei: Rebecca. Vorrei raccontare a mia madre di lei.
Vorrei dirle che ho incontrato una ragazza meravigliosa. A dire il vero, vorrei dirle che l'ho sempre avuta lì, sotto il naso, ma non l'avevo mai notata prima. L'avevo sottovalutata ad essere sincero. Ma la realtà è che di lei non sapevo nulla.Però vorrei dirle che mi fa stare bene, mi fa sentire finalmente importante per qualcuno. Vorrei raccontarle di come inizia a battermi il cuore ogni volta che sento anche solo il suo nome. Vorrei raccontarle che mi piace vederla sorridere, vedere come si nasconde dentro i miei abbracci. Vorrei spiegarle di quanto abbia sofferto e di quanto quel dolore l'abbia resa così forte. A volte è difficile capirla, perché è così diffidente che non sempre è facile avere a che fare con lei. Ma vorrei raccontarle di quel mondo che si porta dentro e che non mostra a nessuno. Quel mondo che io sogno di incontrare e di scoprire, un giorno. Vorrei parlarle delle sue fragilità, di come mi ha permesso di vederla a nudo dei suoi sentimenti e di quanto questo mi abbia reso tremendamente fragile e spaventato. Per un attimo mi sono sentito in dovere di non farle mai più riprovare determinate emozioni, non darle più dispiaceri così grandi. Non voglio deluderla, eppure come faccio a non farlo? Sono un essere umano, pieno di difetti. É impossibile riuscirci. Eppure vorrei provarci con tutto me stesso. Vorrei chiederti, mamma, come si fa a rendere felice una donna?
A te cosa è mancato? Cosa ti ha portato a non essere più soddisfatta del tuo matrimonio? Cosa ha fatto papà per perdere il tuo rispetto e la tua stima, al punto di portarti a tradirlo così frequentemente? Cosa deve o non deve fare un uomo per non rischiare di ritrovarsi solo da un giorno all'altro? Cosa vuole una donna? E tu, cosa volevi mamma?
Come figlio non sono stato un granché, perché nemmeno io ho avuto il potere di convincerti a restare con noi. Ma come uomo, come fidanzato.. vorrei essere meglio di così. Anche se, a dirti la verità mamma, non vorrei dover convincere qualcuno di restare al mio fianco. Vorrei qualcuno che mi scegliesse ogni giorno, che mi ricordasse costantemente che sono io tutto ciò che vuole. Vorrei che Rebecca fosse il mio buongiorno e la mia buonanotte. E se non riesco a dormire, vorrei che fosse la mia compagna di insonnia con cui condividere ogni cosa che mi passa per la testa.
Ma prima di pretendere da lei qualcosa, vorrei sapere di essere all'altezza e di meritarlo. Ma come si conquista l'amore degli altri? Cosa bisogna fare per meritarselo?
Lei adesso mi vuole solo perché si sente in colpa? Si sente in dovere di starmi vicino perché la ferita che mi tiene incollato a questo letto d'ospedale è stata suo zio a procurarmela?Io non ho mai creduto nelle ingiustizie. Non ho mai accettato la violenza, di nessun tipo. Non dopo averla subito io stesso sulla mia pelle. Ho sempre odiato i manipolatori, i cattivi. Ma non ho mai avuto le armi giuste per combatterli. Per questo ho scelto l'esercito mamma. Tu non lo sai, ma io voglio arruolarmi. Voglio combattere la guerra, essere in prima linea per gli altri. Voglio vincere la violenza, la fame, il potere. Voglio essere un uomo degno di stima e di rispetto. Un uomo che può addormentarsi tranquillo la notte e non avere rimpianti o sensi di colpa a tenerlo sveglio. Voglio vivere appagato e fiero di ciò che sono. Voglio meritarmi l'amore di una donna, di una famiglia, se mai ne avrò una mia.
Ma non era certo nei miei piani ora. Ora c'era solo l'esercito. Arruolarsi nella marina militare, superare l'anno di prova e gli addestramenti, partecipare ai concorsi ed entrare come allievo incursore. Tutto questo non implicava la presenza di un'altra persona. Ma ora c'è. Adesso c'è Rebecca e io non riesco a fingere che lei non ci sia. Perché lei c'è. C'è nei miei pensieri, nei miei desideri. Lei è presente nei miei sogni, nelle cose che ho sempre voluto pur non sapendo di volerle. Lei esiste, e io temo di non essere all'altezza di viverla come merita.
Sono troppo egoista, mamma. Io non riesco a rinunciare alle cose per cui ho lottato duramente negli ultimi anni. Non posso mettere da parte l'esercito, perché senza quello, io non sono nessuno. Non ho un titolo di studio tra le mani per andare a fare chissà quale lavoro prestigioso. E poi lo sai come funziona quaggiù mamma. Se non hai qualche raccomandazione non entri da nessuna parte. Tutto ciò che ha da offrirmi questo posto sono i campi in cui andare a lavorare papà. Ma io non voglio fare quella fine. Non sono capace di fare nulla, l'unica cosa che ho imparato a fare è esercitarmi con la pistola, mirare, e centrare il bersaglio. Ti ricordi i soldi dei nonni che tenevi conservati per me, per quando sarei diventato grande? Li ho usati tutti per andare al poligono a sparare. Capisci mamma, tutta la mia vita é lì.
E per quanto l'idea mi distrugge e mi fa male, ho capito che forse non sono pronto.Non sono pronto per essere quel abbastanza di cui ti ho parlato finora per Rebecca. Non voglio rinunciare a qualcosa di così importante per poi ritrovarmi un giorno a puntarle il dito insoddisfatto, e magari colpevolizzarla di qualcosa che non ha a che fare con lei. Non voglio correre il rischio di vivere una vita troppo stretta, da cui presto o tardi vorrò scappare come hai fatto tu. Ma non voglio nemmeno costringere lei a vivere al passo con me. Non posso rinchiuderla in una gabbia, non voglio precuderle la possibilità di conoscere altre persone, magari più degne di me. Non per tenerla ferma ad aspettarmi. Ad aspettare che io torni. A fare avanti indietro per l'Italia e star dietro i miei continui spostamenti. Non merita questo. Lei merita molto di più.
Vorrei essere quel di più, mamma. Vorrei tanto esserlo per lei. Ma non sono ancora pronto a rinunciare a tutto il resto. Ora vorrei tanto un tuo consiglio. Credo che una madre a volte sappia meglio dei figli cosa è meglio fare. Ma tu non sei qui, a dire il vero non so proprio dove sei. Però non sei con me, e l'unico modo che ho di parlarti è attraverso un pensiero. Spero che ti arrivi sai? Ovunque tu sia.
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𝕋𝕙𝕖 𝕎𝕒𝕣 𝕀𝕟𝕤𝕚𝕕𝕖
ChickLit𝕋𝕙𝕖 𝕎𝕒𝕣 𝕀𝕟𝕤𝕚𝕕𝕖 - 𝕝𝕒 𝕘𝕦𝕖𝕣𝕣𝕒 𝕕𝕖𝕟𝕥𝕣𝕠 (𝕡𝕣𝕚𝕞𝕒 𝕡𝕒𝕣𝕥𝕖) "𝒫𝓊ò 𝓃𝒶𝓈𝒸𝑒𝓇𝑒 𝒹𝑜𝓋𝓊𝓃𝓆𝓊𝑒, 𝒶𝓃𝒸𝒽𝑒 𝒹𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓉𝒾 𝒶𝓈𝓅𝑒𝓉𝓉𝒾. 𝒟𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓁𝑜 𝒶𝓋𝓇𝑒𝓈𝓉𝒾 𝒹𝑒𝓉𝓉𝑜, 𝒹𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓁𝑜 𝒸𝑒𝓇𝒸...