Capitolo 46.

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𝓡𝓮𝓫𝓮𝓬𝓬𝓪

Dopo aver fatto il mio breve ma intenso tuffo nel passato, finalmente mi ricordo che sono qui, oggi.
Con mia madre al telefono che ci tiene a farmi sapere che lei e papà sono stati tanto in pensiero per me.
<<Vuoi tornare a casa? Se vuoi tornare a Milano ti facciamo subito un biglietto. O vuoi che veniamo noi giù?>>

Ok, mia madre è decisamente nel panico più totale.
Cerco di tranquillizzarla sul fatto che sto bene e che non voglio che nessuno viaggi. Ovviamente i miei genitori non sanno quello che è successo in questi giorni qui, sanno solo che Rosario è uscito in permesso dal carcere. Se sapessero la verità probabilmente mi avrebbero già costretta a tornare a casa. Ma io voglio stare qui, vicino a Riccardo. Lontana da loro.
La chiamata con mia madre dura anche troppo per i miei gusti, perciò una volta raggiunta la mia soglia di sopportazione, mi affretto a tagliare corto e salutarla.
<<Mi raccomando, chiama ogni tanto e qualsiasi cosa hai bisogno non esitare a cercarci. Stai sempre con Leo>> continua mia madre con le sue raccomandazioni.

Finalmente dopo qualche minuto riesco a mettere fine alla sua parlantina e chiudiamo la chiamata.
Sento il bisogno di un'altra dose di nicotina, così entro in casa e vado a sfilare dal pacchetto di Leo un'altra sigaretta. Sta volta mi coglie in flagrante.
<<Ehi ladruncola>> fortunatamente mio fratello sembra usare un tono divertito e non così tanto severo.

<<Ops>> ammetto alzando le mani al cielo in segno di resa. <<Mi hai beccata>> aggiungo.

<<Se mi dai due minuti ti raggiungo anche io e ce la fumiamo assieme>> dice indicando il suo corpo vestito solo di un accappatoio. <<Ti aspetto in balcone>> mi limito a dire. Poi torno di là e lascio che mio fratello si vesta.

<<Allora, come stai?>> chiede prendendo posto vicino a me qualche minuto dopo. Siamo entrambi seduti per terra, con la schiena appoggiata al muro e lo sguardo verso la strada. La ringhiera del balcone limita un po' la nostra visuale, ma le inferiate sottili ci permettono comunque di non sentirci soffocati.

<<Direi che sto bene>> confesso, come se mi costasse caro dire quelle parole.

La verità è che non so nemmeno io come sto. Le ultime settimane della mia vita sono state decisamente molto movimentate. Sono successe così tante cose tutte insieme che non so più come gestire le mie emozioni.
Rivedere lo zio Rosario mi ha riaperto ferite ancora non del tutto rimarginate e mi ha ricordato che il passato non puoi cancellarlo. Per quanto io mi sforzassi di fingere che non c'era più nella mia vita, lui ha segnato drasticamente la mia storia. E la mia storia, non cambierà. Per quanto possa sforzarmi, o illudermi, ci sono vuoti che restano incolmabili anche dopo anni.

<<Come è stato rivederlo?>> domanda Leonardo un po' titubante.

<<Strano>> ammetto. <<All'inizio ho avuto paura, non lo nego. Poi è subentrata la rabbia però, e mi ha dato la giusta spinta per prendere coraggio e reagire. Non l'avevo mai fatto prima d'oggi>> confesso fiera.

Leonardo mi sorride con uno sguardo triste. Appoggia una mano sulla mia coscia e ci lascia delle carezze gentili sopra. <<Sei forte Becca>> dice guardando un punto fisso davanti a sé. <<Ho sempre pensato che fossi quella fragile, la più debole tra i due. Che avessi bisogno di me per proteggerti.. ma la verità è che sei tu quella forte>> mi concede nuovamente il suo sguardo e sta volta nelle sue iridi leggo un emozione nuova: mio fratello è fiero di me.

<<Perché dici cosi?>> domando, profondamente  colpita da quelle sue parole.

<<Perche si, tu sei forte. Al posto tuo molte persone sarebbero rinchiuse in casa, con la paura di uscire e vivere. O magari a farsi di qualche droga per alleviare il dolore, o vittime di relazioni tossiche per soddisfare un bisogno di amore. O semplicemente sarebbero spente.. tu non sei niente di tutto ciò. Tu sei qui, sei viva. Sei una testarda cronica, sei maldestra alcune volte, sei spontanea e impulsiva. Ma non hai paura delle conseguenze, per quanto cerchi di nasconderti, alla fine rischi sempre. E sei coraggiosa. Affronti ogni notte le tue paure e ti svegli il giorno dopo con una ingiustificata voglia di vivere che farebbe invidia a chiunque. Tu sei forte Becca. Perché non lasci che qualcuno eserciti ancora il controllo su di te. Vuoi mangiarti il mondo lì fuori. Hai ancora dei sogni, delle speranze. Tu riesci persino ad amare..>>

Le parole di Leonardo toccano le profondità più nascoste della mia anima. Mi emoziono al sol sentire quello che pensa di me mio fratello. Così mi lascio andare a un pianto, che sta volta non mi fa male.
Al contrario, mi libera di tutte le pressioni, le paure.

<<Vedi, sei forte perché non hai paura di piangere per ogni cosa>> sta volta tenta un sorriso e mi costringe a imitarlo. Leonardo è la persona più sensibile che io conosca.

<<Se riesco ad amare é solo grazie a te. Tu sei stata una costante nella mia vita, una persona che mi ha amata sempre e che era degna di ricevere il mio amore. Mi hai tenuta in allenamento perenne. Sei stata la mia dose giornaliera di amore. Hai seminato così tanto amore nella mia vita che ora ne ho troppo e devo per forza darlo a qualcun altro>> rispondo di getto, ma con profonda sincerità.

<<E io sono felice che quel qualcuno sia Riccardo>> ammette improvvisamente Leo.

D'un tratto penso a lui; al ragazzo dagli occhi color mare, al suo oceano che si porta dentro. Al suo sorriso, le fossette che si formano agli angoli della bocca. Penso alle sue braccia forti e grandi, che mi hanno accolta come nessuno mai aveva fatto. Alle sue labbra, ai suoi baci. Penso al fuoco che sento bruciare dentro di me ogni volta che lui mi tocca. Non so se io possa già dirmi innamorata di lui, ma quel che è certo, è che con Riccardo affianco io non ho paura.

<<Sono felice anche io..>> confesso, anche se dirlo ad alta voce mi stupisce. Io che ammetto di essere felice? È una novità!

<<Allora godetevi queste ultime settimane e scrivete assieme dei bellissimi ricordi da portare con te a Milano>> dopo quelle parole, mio fratello si avvicina ancora di più a me e senza preavviso mi abbraccia. Mi stringe forte a sé e lascia sui miei capelli dei baci dolci.
Annuso per un po' l'odore della sua pelle, il suo profumo, e mi sento a casa. Godo di questa sensazione quasi con il timore di perderla troppo in fretta.

<<Ora che ne dici di andare a riposare un po'?>> dice Leo interrompendo quel contatto. <<Ne hai davvero bisogno>> ammette divertito dalla mia faccia sicuramente sconvolta.

<<Ma che spiritoso>> lo bacchetto stando al suo scherzo, <<ma hai ragione, ho bisogno di riposare.>>
Così mi sollevo da terra, mi dirigo in bagno per fare una bella doccia calda, mi infilo dentro al pigiama e mi intrufolo nel mio letto. Per la prima volta dopo tanti anni, riesco ad addormentarmi senza brutti ricordi o ansie che bussano alla mia porta. Mi concedo presto a un sonno profondo, dal quale non mi risveglio prima che sia già domani.

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