𝓡𝓲𝓬𝓬𝓪𝓻𝓭𝓸
_____________________________________«Perché vuoi farmi del male?» Domando piagnucolando mentre rivolgo il mio sguardo all'uomo che mi ha messo al mondo; lo vedo camminare verso di me impugnando nella mano la solita cintura in cuoio.
«Stai zitto stupido moccioso, è tutta colpa tua.»
Il tono della sua voce è rabbioso e racchiude una vena di tristezza e frustrazione che percepisco nonostante sono solo un bambino di sei anni. Ma io che colpa ne ho di tutto questo?
Perché la mamma mi lascia a casa da solo con questo mostro? Lei dovrebbe proteggermi no? Dovrebbe avere cura di me, mi dovrebbe difendere da tutto questo. Non è colpa mia se preferisce uscire invece di stare con noi che siamo la sua famiglia.
Anche io soffro, non solo il papà. Anche io sento la mancanza della mamma. Anche io vorrei che fosse più presente e adesso come adesso vorrei solo correre in braccio a lei e rifugiarmi al sicuro. Ma forse se lei fosse qui lui farebbe male anche a lei.
Però che colpa ne ho io? Ho solo sei anni. Non ho scelto di venire al mondo. Non ho scelto la famiglia in cui nascere. Non mi sono scelto proprio un bel niente ma sto solo subendo quello che la vita ha da offrirmi.
Una famiglia rovinata. Un padre violento. Una madre assente ed egoista.
Questo dolore mi accompagnerà per molto tempo e creerà delle ferite profonde dentro di me. So già che farò fatica a riprendermi da tutto questo. Così come so che quando il papà è arrabbiato è meglio non fare obiezione e lasciarlo sfogare .
Prima comincia, prima finisce. Me lo ripeto mentre il mio corpo viene percosso più e più volte in maniera violenta. La forza della sua pressione contro di me mi costringe a cadere a terra come un animale.
Mi porto le mani al viso per coprirmi il volto e trattengo il fiato per sentire meno dolore. Vorrei urlare. Vorrei gridare e buttare fuori tutto. Ma non fiato. Non dico neanche una parola.
Ho persino smesso di piangere perché tanto ormai non serve a nulla. Non basterebbero tutte le lacrime del mondo per piangere tutto il dolore che provo.
E la cosa che mi fa più male, è che il dolore che percepisco sulla mia pelle non è nulla a confronto del dolore che provo dentro.Sono inutile: una vita inutile che è venuta al mondo per chissà quale motivo stupido che ora mi costringe a subire questa rabbia non rivolta a me.
Lui dice che è colpa mia, ma io lo so che in realtà vorrebbe sfogarsi contro di lei. Però lei non c'è. Ci sono io qui. Le prendo io le botte che lui vorrebbe riservare a lei. E quando lei c'è, lui non la sfiora con un dito perché dice che la ama troppo per farle del male.
A me invece chi mi ama? Nessuno.
E forse mai nessuno mi amerà.
Se persino i miei genitori non sono in grado di amarmi, perché dovrebbe farlo qualcun'altro ?Torno ad oggi, torno a ora.
Lei è qui davanti a me che aspetta impaurita che qualcuno le faccia chissà che cosa. Se ne sta inginocchiata al pavimento e accovacciata su se stessa, e io non riesco a fare a meno di chiedermi chi l'abbia toccata a tal punto di traumatizzarla così.Leonardo non mi ha mai parlato di violenza domestica in casa sua e, onestamente, suo padre tutto mi sembra fuorché un uomo violento o capace di far male alla figlia. Anche perché che io sappia i genitori del mio amico stanno ancora insieme e dubito che una madre accetterebbe qualcosa di simile per i suoi figli.
Anche la loro assenza qui in Sicilia non mi da motivo di sospettare qualcosa. Da quello che so io, quest'anno i due fratelli sono scesi da soli nella casa al mare perché lo hanno richiesto esplicitamente come regalo di maturità per Becca, e i genitori in realtà erano abbastanza contrari riguardo la questione. Ma conoscendo il caratterino della ragazza immagino quanto li avrà stressati per ottenere ciò che voleva.

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𝕋𝕙𝕖 𝕎𝕒𝕣 𝕀𝕟𝕤𝕚𝕕𝕖
ChickLit𝕋𝕙𝕖 𝕎𝕒𝕣 𝕀𝕟𝕤𝕚𝕕𝕖 - 𝕝𝕒 𝕘𝕦𝕖𝕣𝕣𝕒 𝕕𝕖𝕟𝕥𝕣𝕠 (𝕡𝕣𝕚𝕞𝕒 𝕡𝕒𝕣𝕥𝕖) "𝒫𝓊ò 𝓃𝒶𝓈𝒸𝑒𝓇𝑒 𝒹𝑜𝓋𝓊𝓃𝓆𝓊𝑒, 𝒶𝓃𝒸𝒽𝑒 𝒹𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓉𝒾 𝒶𝓈𝓅𝑒𝓉𝓉𝒾. 𝒟𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓁𝑜 𝒶𝓋𝓇𝑒𝓈𝓉𝒾 𝒹𝑒𝓉𝓉𝑜, 𝒹𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓁𝑜 𝒸𝑒𝓇𝒸...