Capitolo 35.

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𝓡𝓲𝓬𝓬𝓪𝓻𝓭𝓸

Le parole di Rebecca mi lacerano dentro, e sono persino più profonde della lama che mi ha causato questa cicatrice sul ventre. Fanno molto più male di qualunque altra cosa. Io, che aspettavo ansioso di vederla nella speranza di poterla stringere a me e sentirmi al sicuro con lei, mi ritrovo a cadere nel vortice del dolore e della paura.

<<Tu sai fare più male di qualunque altra cosa>> ammetto, con ormai il viso pieno di lacrime.

<<È proprio questo che intendo, sono nociva e non voglio farti più male di così>> ammette lei.

<<Vaffanculo Becca, sei solo una codarda egoista.>>

Sta volta sono arrabbiato, deluso, triste, frustrato. Non ho intenzione di stare qui ad ascoltare le sue cazzate con cui spera di pulirsi la coscienza. Che si fotta lei e la sua paura di far entrare qualche emozione nella sua corazza di cemento.

Lei mi guarda con quegli occhi così grandi da poterci contenere il mondo intero li dentro. Ha il viso impassibile, come se nemmeno la mia irruenza la toccasse minimamente. È fredda con l' iceberg più grande del mondo. Alle sue spalle compare Leo, che ha ascoltato silenziosamente ogni singola parola uscita dalla bocca di sua sorella, e anche dalla mia.

<<Ora è meglio che vi calmate entrambi, state delirando tutti e due e finite per dire cose che non pensate davvero. Non è il momento di discutere..>> interviene rivolgendosi a entrambi.

<<Becca, guardami>> le dice il fratello.

Lei volta il suo sguardo su di lui, che le prende il viso tra le mani e la fissa con un intensità che spaventa persino me. <<Non è colpa tua.>>

<<Io e te sappiamo quanto in realtà eri spaventata per Ricky fino a poco fa, e io so che è la paura che sta giocando contro di te. Non lasciarla vincere ancora, guardami>> insiste lui, tentando di fermare il pianto che si impadronisce di sua sorella. <<Per tutta la vita ha vinto la paura con te, non lasciare che ti domini ancora. So che in realtà non è quello che hai appena detto a Ricky ciò che pensi, e lo sa anche lui>> sta volta sposta il suo sguardo su di me, come a tranquillizzarmi. <<Perciò perché ora non ti calmi un po' e la smettete tutti e due di farvi la guerra a vicenda?>>

Becca fa un respiro profondo e si volta di nuovo verso di me. Mi guarda intensamente e finalmente la vedo sciogliersi e lasciarsi andare. <<Mi dispiace>> ammette.

<<Vado un attimo qui fuori, ok?>> annuncia Leo facendoci capire che è meglio se restiamo un attimo soli.

<<Mi dispiace così tanto>> continua, lasciandosi travolgere da un pianto liberatorio.

<<Vieni qui>> le dico a bassa voce, facendole cenno con la mano di avvicinarsi a me.

Lei sembra resistere a quell'invito, ma io insisto perché ho bisogno di sentirla vicino a me <<ti prego, vieni qui>>.

Sta volta mi concede la sua presenza vicino a me; si siede al bordo del letto, all'altezza del mio busto, e si accovaccia vicino a me. Per la prima volta finalmente si lascia andare al mio fianco. Mi permette di stringerla forte e di chiuderla tra le mie braccia. Le tengo il viso stretto al mio petto e le accarezzo i capelli morbidi mentre lei sotto di me si libera di ogni peso e ogni paura.

<<Ho bisogno di te Becca>> le dico, profondamente convinto di quanto ho appena ammesso.

È la verità, ho bisogno di lei. E non solo perché proteggerla mi fa sentire importante e con uno scopo, ma perché mentre cerco di guarire le sue ferite e farla uscire dalle sue paure, in realtà guarisco io.

<<Perché? Come fai ad avere bisogno di me.. non faccio altro che mandarti via e trattarti male>> dice lei, tirandosi su e guardandomi nuovamente negli occhi.

<<Non lo scelgo io il perché, ma è così. Ho bisogno di starti vicino e di averti vicino>> confesso.

Lei mi guarda negli occhi e come sempre deduco che le nostre anime sappiano comunicare meglio nel silenzio che non fa quando ci sforziamo di parlare. Restiamo intrappolati in quello sguardo per un tempo indefinito, ma la cosa non mi dispiace. È bello potersi dire tutto senza dire niente.

<<Cosa è successo? Ho bisogno di saperlo>> mi domanda lei dopo un po'.

Decido di raccontarle tutta la verità, per filo e per segno. Lei piange ancora e si sente nuovamente in colpa. <<Non è colpa tua Becca, non lo era quando eri piccola e subivi tu le sue atrocità, e non lo è nemmeno ora. Ti prego fidati di me>> insisto, cercando di convincerla di quanto dico.

Allungo la mia mano alla sua e la porto vicino al mio viso per sentirne il profumo e tenerla stretta a me.
<<Mi fido di te>> mi concede.

<<Dici davvero?>> domando, non riuscendo a contenere l'entusiasmo. So quanto per lei sia difficile fidarsi di qualcuno, soprattutto del genere maschile. Perciò per me e già una vittoria avere la sua fiducia.

<<Mi fido di te Ricky.>>

Chiudo gli occhi e assaporo la dolcezza di quelle parole che mi sciolgono completamente dentro e mi ridanno nuova vita. Se tutto quello che mi è successo oggi mi porta a vivere questo con lei, allora ne è valsa davvero la pena viverlo. Stringo ancora più forte la sua mano e torno a guardarla estasiato dalla sua bellezza. Lei mi sorride, e se non fossi sveglio penserei quasi di avere un allucinazione e trovarmi davanti a un angelo.

<<Grazie per averlo detto>> le dico sorridendole.

<<Grazie a te, per avermi dimostrato che posso fidarmi>> aggiunge lei.

<<Nonostante tutto si, puoi fidarti di me.>>

<<A che ti riferisci?>> mi domanda lei.

<<Ho fatto una cazzata Becca, andare con quella ragazza è stata una grandissima cazzata di cui mi pento e se potessi tornare indietro>> lei mi blocca subito portandomi un dito sulla bocca.

<<Non continuare. Non importa, è passato. E poi tu non mi devi niente Ricky>>

<<Si, ma vorrei comunque poterti dare tutto. Anche quello che non chiedi, anche quello che non ti devo.>>

<<Allora vorrei non dovertelo chiedere mai più: baciami.>>

La sua richiesta mi lascia di stucco ma non me lo faccio ripetere due volte. Le prendo il viso tra le mani e lo porto vicino a me. Se non fossi bloccato su questo letto senza potermi muovere probabilmente salterei giù e la prenderei in braccio, la stringerei tutta e la bacierei diversamente. Ma mi limito a sporgermi verso di lei con il viso e a far incontrare le nostre labbra. Ma infondo è li che avviene tutta la magia.

Tutto quello che non ci siamo detti, tutte le cose che ci siamo urlati contro, tutto quello che la paura ci ha spinti a dire e tutte le incertezze. Tutto si scioglie e si sgretola quando le nostre bocche si trovano. La mia lingua si incontra alla sua e dolcemente danzano a ritmo della passione. È un bacio lento, dolce, premuroso, quasi intimorito. Ma allo stesso tempo brucia di passione. È un bacio sentito, avvolgente, che mi fa vibrare in ogni parte del corpo. Lei sorride sotto di me, mentre non smette di lasciarmi baci sulle labbra.

<<Perchè sorridi?>> le domando, non lasciandola mai allontanarsi da me.

<<Un giorno te lo dirò>> ammette lei, lasciandomi con il dubbio. Ma è un dubbio che non spaventa, perché so che è qualcosa di bello. Continuo a baciarla, ad accarezzarle tutto il viso, i capelli, a sfiorarle la pelle delle braccia. Incrocio le sue dita alle mie e l'incastro delle nostre anime sembra perfetto ora.

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