𝓡𝓮𝓫𝓮𝓬𝓬𝓪
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Gela, Sicilia 07/2020.Spalanco le ante del mio armadio e fisso per qualche minuto la quantità smisurata di indumenti che ho di fronte, senza saper scegliere quale indossare per l'occasione.
Il bello di avere la casa al mare è che puoi riempirla di cose senza mai dover fare avanti e indietro. L'altra faccia della medaglia è che ogni anno i miei gusti in ambito di moda cambiano radicalmente e il mio armadio non sembra rispecchiare l'ondata di stile di quest'anno. Decido quindi di optare per un grande classico che non passerà mai di moda: il tubino nero.
Ne estraggo uno in raso; la sua particolarità è la schiena scoperta da uno scollo che termina appena sopra la riga dell'inizio gluteo.
Probabilmente mio fratello Leonardo non apprezzerà molto la scelta e reclamerà un po' di pudore in più, ma a me non importa. In fondo del mio corpo ne faccio ciò che voglio.
La natura è stata abbastanza gentile con me perché, fatta eccezione della mia scarsa altezza, mi ha concesso un corpo abbastanza armonioso e ben proporzionato. Dunque non vedo perché non dovrei valorizzarlo.
Ad accompagnare l'abito nero ci sono un paio di tacchi a spillo color argento, che riprendono le spalline fatte a catenina del vestito. Per mia fortuna riesco anche a trovare una borsa dello stesso tono da abbinarci e così, fiera del mio outfit, passo al trucco.
Non mi è mai piaciuto osare più di tanto con il make up, ma solo perché non sono così brava a farlo. La mia routine è sempre la stessa: correttore sotto gli occhi, un po' di blush per dare salute alle guance e un filo di mascara nero per incorniciare e risaltare i miei occhi color miele. Per gli eventi e le uscite serali come quella di oggi a tutto questo aggiungo il rossetto, che per l'occasione ho scelto rosso.
Dopo circa un'ora ho finalmente finito di fare tutto. Mi dirigo in salotto, dove ad attendermi c'è mio fratello che è già pronto da un pezzo.
Lui non ha bisogno di grandi sforzi per risultare impeccabile e bellissimo. Ha lunghi ricci dorati che cadono morbidi fino alla fronte in cui si incontrano con i suoi occhi nocciola. Sul viso ha dipinta qualche lentiggine e le labbra sono perfettamente dosate e rosee.
È alto un metro e ottanta, perciò in questo i nostri genitori sono stati decisamente più generosi rispetto a me, e i suoi sacrifici in palestra danno i risultati che merita.
Indossa una camicia azzurra molto sbarazzina, di tessuto estivo, con dei pantaloni a sigaretta color sabbia.
Non appena mi sente arrivare si volta per guardarmi e subito alza gli occhi al cielo. «Anche stasera mi darai da fare» commenta indicando la mia gamba mezza nuda e sbuffando.
Non avevo dubbi sul fatto che non avrebbe apprezzato l'idea di portarmi in mezzo ai suoi amici vestita così. É troppo geloso di me. Fortunatamente, però, mi conosce abbastanza bene da sapere che sarebbe inutile provare a contestare o insistere per farmi cambiare.
Così, senza troppe obiezioni, ci dirigiamo entrambi fuori dall'appartamento. Casa nostra è situata al terzo piano di un palazzo esclusivamente riservato alla famiglia. Mio padre è il terzo di cinque figli, di cui solo due sono femmine, e a ognuno è stata lasciata un'abitazione dal nonno come eredità. Ogni piano comprende una casa e a noi è spettata questa.
É persino più grande di quella in cui stiamo a Milano, ma c'è da dire che ai tempi in cui il nonno costruì gli immobili non avevano gli stessi prezzi di adesso. Oltre al fatto che al nord tutto è più caro a prescindere.
Una volta in strada, comunque, citofoniamo al nostro vicino di casa nonché il motivo di questa uscita: Riccardo.
Mio fratello e Ricky sono amici da quando Leo aveva sei anni circa. La casa al mare è da sempre la nostra dimora fissa per l'estate e, nel corso del tempo, loro due hanno stretto un'amicizia solida e duratura. Pur crescendo distanti non si sono mai persi di vista, neanche quando per il periodo invernale noi stiamo a Milano.
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𝕋𝕙𝕖 𝕎𝕒𝕣 𝕀𝕟𝕤𝕚𝕕𝕖
ChickLit𝕋𝕙𝕖 𝕎𝕒𝕣 𝕀𝕟𝕤𝕚𝕕𝕖 - 𝕝𝕒 𝕘𝕦𝕖𝕣𝕣𝕒 𝕕𝕖𝕟𝕥𝕣𝕠 (𝕡𝕣𝕚𝕞𝕒 𝕡𝕒𝕣𝕥𝕖) "𝒫𝓊ò 𝓃𝒶𝓈𝒸𝑒𝓇𝑒 𝒹𝑜𝓋𝓊𝓃𝓆𝓊𝑒, 𝒶𝓃𝒸𝒽𝑒 𝒹𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓉𝒾 𝒶𝓈𝓅𝑒𝓉𝓉𝒾. 𝒟𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓁𝑜 𝒶𝓋𝓇𝑒𝓈𝓉𝒾 𝒹𝑒𝓉𝓉𝑜, 𝒹𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓁𝑜 𝒸𝑒𝓇𝒸...