𝓡𝓲𝓬𝓬𝓪𝓻𝓭𝓸
Per una volta in vita mia sento che mi sto mettendo finalmente in gioco. Sento che non sto scappando, non mi sto nascondendo. Sento che sono riuscito ad essere sincero in primis con me stesso. Sento questo senso di leggerezza che mi svuota del carico emotivo che stavo portando sul petto.
Il macigno pesante che mi stava schiacciando finalmente si sgretola e torna il sereno. Persino l'idea di aver pianto qualche lacrima mentre buttavo fuori tutto quello che mi passava per la testa non mi fa paura ora. Perché quando c'è Rebecca sento che i miei limiti posso abbatterli. È come se lei fosse la mia spinta, la mia motivazione. So che anche lei ha dei mostri del passato con cui fare i conti e ora sembra importarmi più dei suoi che dei miei.
Lei adesso se ne sta qui impalata davanti a me, senza spiaccicare una sola parola. La cosa normalmente mi innervosirebbe o mi farebbe incazzare, ma non in questo momento. Ora potrei concederle qualsiasi cosa senza mai perdere questa sensazione di leggerezza che mi invade.
Per una volta in vita mia mi sono lasciato andare all'ondata delle emozioni e ho seguito il flusso dei miei pensieri senza condizionarli o tentare di domarli.
Per una volta mi sento libero, sento che sono me stesso. E non ho paura che la persona di fronte a me possa non apprezzarlo. Rebecca sa apprezzarmi.<<Riccardo, io..>> comincia a dire, ma poi si interrompe subito.
<<Non devi dire per forza qualcosa>> tento di rasserenarla perché non voglio che si senta obbligata a rispondere.
<<Infondo ti avevo solo chiesto di ascoltarmi, e lo hai fatto>> aggiungo infine porgendole un breve sorriso.
Lei annuisce silenziosamente e vedo il suo sguardo iniziare a disperdersi nel vuoto che ci circonda. Non so perché ma questa cosa non mi sconvolge. Rebecca ha questa strana tendenza a isolarsi dalla realtà quando qualcosa che va oltre la sua comfort zone la tocca, perciò ormai so che è il suo modo di prendersi del tempo per mettere ordine dentro di se.
<<Grazie per le tue parole e la tua onestà.>>
È tutto ciò che dice, con un tono di voce che tutto sembra fuorché grato. Improvvisamente dentro di me si riapre un altro vortice nero che mi trascina giù. Sono davvero sicuro che Rebecca abbia apprezzato? Sono davvero sicuro che aprirmi con lei sia stata la decisone più saggia? E se avessi sbagliato di nuovo? Forse è troppo presto per dire a una persona delle cose simili?
Ma infondo non si dice mica che i sentimenti non li controlli? Non scegli tu come e quando, sono loro a travolgerti e tu non puoi farne a meno. Perciò non dovrebbe esistere un tempo giusto o sbagliato.. forse allora il problema è che non è lo stesso per lei?
Quando sono diventato così paranoico?
Da quando in qua io mi interrogo così tanto sulle cose o mi faccio mille domande su quali possono essere i pensieri di qualcunaltro? Che razza di maledizione è questa?<<Ma non credo di essere all'altezza di tutto quello che hai detto>> confessa lei dopo una breve pausa.
Le sue parole mi riscuotono dal vortice nero dei miei pensieri che ormai mi stavano facendo vagare in un mare troppo profondo.
Che razza di affermazione è la sua? Non è all'altezza? Perché, bisogna esserlo per sentirsi dire la verità?<<Che significa che non sei all'altezza?>> domando alquanto incredulo di quelle parole.
<<Credo che nessuno si sia mai rivolto a me con così tanto patos e con così tanta onestà, non so nemmeno se qualcuno abbia mai prestato così tante attenzioni a me a dire il vero. Oltre mio fratello ovviamente, nonché tuo migliore amico>> la interrompo, prima che possa finire la frase.
<<Alt, alt! Non cominciare a parlarmi di Leonardo per giustificare ogni cosa che dirai, perché non c'entra un cazzo lui. Se vuoi rifiutarmi fallo pure, ma assumiti la responsabilità della cosa Rebecca.>>
Ora il mio tono è duro e rabbioso, ed esprime perfettamente come mi sento. Ora sono incazzato. Sono deluso. Sono amareggiato. Vuole davvero usare la scusa di suo fratello per dirmi che non gli e ne frega un cazzo?
<<Non voglio usare nessuna scusa Riccardo.. sto solo cercando di farti sapere quali sono i miei pensieri ora>> aggiunge lei, ma senza accendersi nei toni, al contrario mio.
<<Leonardo è l'ultimo dei problemi. Il fatto che tu parta per la Marina Militare e io torno a Milano piuttosto lo è. O il fatto che, per quanto sia stato d'impatto ciò che hai detto, non cambia che sei comunque andato a letto con un'altra oggi pomeriggio. O il fatto che ti sei rivolto a me in malo modo prima, mandandomi persino a fanculo. Mi hai accusata di ricordarti tua madre perché scappo sempre, ma la verità è che anche tu mi ricordi qualcuno che vorrei non ricordare.>>
Le sue parole sono schiette, dirette. Sono come un fulmine a ciel sereno che mi colpisce direttamente dentro. Non so cosa mi aspettassi esattamente dopo il mio sfogo, ma di certo non speravo in qualcosa del genere. Per l'ennesima volta la vita mi ricorda che mostrarsi fragili è una debolezza che remerà sempre a tuo sfavore.
Forse la cosa che più mi fa male di tutto ciò che dice è la sicurezza con cui lo fa. Forse ciò che mi da più rabbia è che ogni parola che esce dalla sua bocca sia una verità con cui speravo di non fare i conti. O semplicemente ciò che mi fa più male è che a pronunciare quelle cose sia Rebecca.
In lei ho visto qualcosa di diverso da tutte le altre ragazze. Per lei avrei voluto essere diverso persino io, per darle qualcosa di meglio. Con lei mi sono dimenticato del mio passato in alcuni momenti per prendermi cura del suo. La verità è che la cosa che più mi fa male è che con Becca ho messo in gioco i miei sentimenti ed era la prima volta in vita mia.
Rebecca ha tirato fuori una parte di me che forse neanche conoscevo, perché non avevo mai incontrato qualcuno che mi toccasse così in profondità. Non mi ero mai sentito così tanto connesso con una persona prima di lei. E la cosa più triste è che non mi sono mai sentito così tanto me stesso come prima d'ora. I sentimenti mi fanno sentire vero, autentico. Per tutta la vita ho indossato questa armatura perché mi tenesse alla larga dalle persone, sempre per paura di provare qualcosa per qualcuno.
E ora che finalmente parte di quel muro si è sgretolato senza che io lo decidessi, ne rimango deluso della direzione che ha preso questa cosa. In poco più di una settimana Rebecca ha smosso tutto ciò che per più di vent'anni ho tentato di domare.
Ora so che a prescindere da come va, non posso più scappare e dovrò affrontare anche questa nuova versione di me.
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𝕋𝕙𝕖 𝕎𝕒𝕣 𝕀𝕟𝕤𝕚𝕕𝕖
ChickLit𝕋𝕙𝕖 𝕎𝕒𝕣 𝕀𝕟𝕤𝕚𝕕𝕖 - 𝕝𝕒 𝕘𝕦𝕖𝕣𝕣𝕒 𝕕𝕖𝕟𝕥𝕣𝕠 (𝕡𝕣𝕚𝕞𝕒 𝕡𝕒𝕣𝕥𝕖) "𝒫𝓊ò 𝓃𝒶𝓈𝒸𝑒𝓇𝑒 𝒹𝑜𝓋𝓊𝓃𝓆𝓊𝑒, 𝒶𝓃𝒸𝒽𝑒 𝒹𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓉𝒾 𝒶𝓈𝓅𝑒𝓉𝓉𝒾. 𝒟𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓁𝑜 𝒶𝓋𝓇𝑒𝓈𝓉𝒾 𝒹𝑒𝓉𝓉𝑜, 𝒹𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓁𝑜 𝒸𝑒𝓇𝒸...