Capitolo 9.

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𝓡𝓮𝓫𝓮𝓬𝓬𝓪
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Schiudo gli occhi lentamente per far entrare la luce nelle mie pupille, e con la vista ancora annebbiata intravedo la sagoma di Leonardo che siede ai piedi del mio letto.

«Ehi» riesco a dire con la voce ancora assonnata e la gola asciutta per il troppo caldo.

«Svegliati con calma, parliamo dopo» risponde lui, sfiorando con la mano la mia caviglia e concedendomi un gesto d'affetto a cui da troppo non ero neanche più abituata.

Qualche minuto dopo sediamo entrambi nel tavolo in cucina e, davanti a una bella tazza di caffè fumante accompagnata dai cornetti al pistacchio, mio fratello prende parola.

«Sono stato uno scemo a lasciarti da sola sta notte, mi dispiace Becca.»

Nel suo volto leggo tutto il suo senso di colpa. Ma perché si sente così? E poi, come fa a sapere che posso aver avuto dei problemi? Subito la mia testa pensa a Riccardo. Lui è l'unico ad esserci stato e aver visto, perciò indubbiamente avrà fatto lui la spia.

«Non dire così, non sentirti in colpa. Io me la sono cavata benissimo senza di te» tento di dire, sforzandomi di sorridere e nascondere a me stessa l'incubo delle ore prima.

«Ho trovato Riccardo a dormire sulle scale davanti alla porta... mi ha detto che hai avuto qualche incubo sta notte ma non sapeva molto. Che gli hai detto?»

Ci metto qualche istante a metabolizzare le informazioni appena ricevute. Riccardo che dormiva sulle scale?

«In che senso l'hai trovato a dormire sulle scale?» dico mostrandomi più divertita che mai.

In realtà la cosa non mi fa per niente ridere, ma al contrario non la capisco. Così mio fratello mi racconta brevemente del suo incontro avuto con l'amico al rientro dalla serata, e ad ogni parola che pronuncia rimango sempre più stupita. Non so decifrare l'emozione che provoca in me questa notizia, ma capisco subito che non è questo il momento di scoprirlo.

Davanti a Leo devo tenere un'aria di indifferenza nei riguardi di Riccardo, perché qualunque cosa possa anche solo lontanamente fargli dedurre che potrei avere un minimo di interesse in più potrebbe farlo sospettare. Al momento non ho per niente voglia di avere mio fratello alle calcagna perché dubita che io possa avere chissà quale flirt con l'amico.

Meno dubbio gli viene e meglio vivrò io queste settimane qua in Sicilia. E non nego che l'idea che Leonardo possa starmi addosso a tal punto da non avere più momenti in cui stare da sola per i fatti miei mi innervosisce.

«Ma veniamo a noi... cosa è successo sta notte?» domanda rivolgendomi tutta la sua attenzione e preoccupazione.

Racconto brevemente le ore infernali che ho vissuto a mio fratello e poi mi limito a tagliare subito l'argomento.

«Oggi è una bella giornata e voglio godermela» confesso onestamente.

Mio fratello accoglie quella richiesta indiretta di non proseguire oltre e mi annuncia che dopo pranzo andremo al mare con le due coppie di amici che erano presenti anche ieri al ristorante.

«Ho pensato che è un bel modo per farti conoscere anche qualche ragazza di qui» ammette fiero.

Non ho mai capito perché mio fratello si ostina a volermi scegliere lui le persone con cui posso o non posso fare amicizia. So solo che da quando a quattordici anni ha scoperto cosa mi faceva lo zio Rosario sotto al naso di tutti lui è diventato iper protettivo e possessivo.

A volte è snervante e non nego che lo ammazzerei per quanto mi controlla, ma non posso non riconoscere che il suo è un gesto d'amore condizionato dalla paura che qualcuno possa farmi ancora del male.

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