𝓡𝓲𝓬𝓬𝓪𝓻𝓭𝓸
La confessione di mio padre, il suo racconto...vengo trasportato nel passato e nella mia mente riaffiorano i ricordi di quando ero piccolo.
Tutte le botte che ho preso, le notti passate a pregare che l'incubo finisse, ad aspettare che mamma tornasse. Sembra tutto così lontano adesso, tutto così distaccato da me e da chi sono oggi.A volte fatico persino a credere che quel dolore l'abbia davvero vissuto io. È come se mi guardassi con occhi esterni, come se la mia storia non fosse davvero mia. Mi sento come lo spettatore di un incubo altrui. Eppure le cicatrici sulla mia schiena parlano chiaro.
<<Mi dispiace così tanto...>> la voce di mio padre mi riporta alla realtà. Lo guardo asciugarsi qualche lacrima e improvvisamente sento questo strano bisogno di dirgli che non ce l'ho più con lui.
L'uomo che ho di fronte a me mi ha rovinato l'infanzia, e la sua violenza non potrà mai essere giustificata. Ma non posso negare che da quando la mamma se ne è andata lui sia diventato una persona diversa.Forse, per quanto mi costi ammetterlo, il problema della nostra famiglia era proprio lei. Era mia madre che tirava fuori il peggio di mio padre. Era lei che lo portava allo sfinimento. Era lei che aveva seminato così tanta insoddisfazione e sofferenza nella sua anima. Era lei la causa di quel fallimento. E da quando lei non c'era, la mia vita, la nostra vita...era migliore.
Mio padre si è preso cura di me in questi anni, pur non ricevendo mai un grazie. A dire il vero, senza mai ricevere una parola da parte mia. In casa nostra regna sovrano il silenzio da troppo tempo ormai. So che non basteranno queste sue parole a cancellare ciò che è stato, ma credo sia giunto il momento per entrambi di lasciare andare e voltare pagina.
<<Ti perdono>> gli dico, vedendo fiorire un sorriso incerto sul suo volto.
<<Non merito il tuo perdono>> ammette, con una tristezza e una malinconia che sembrano disumane.
<<Ma vorrei tanto esserne all'altezza...ci sto provando.>>Adesso mi sento simile a lui. Un'altra volta. Sento che comprendo il suo senso di inadeguatezza. È esattamente come mi sento io nei confronti di Rebecca: non all'altezza. E vorrei esserlo, cavolo se vorrei. Ma a differenza di mio padre, io non sono ancora disposto a rinunciare a me stesso. Non sono pronto a spegnere le mie passioni e le mie ambizioni per qualcun altro. Neanche per lei.
Lui in questi anni si è completamente annullato per me. Per rimediare con me. Per costruire qualcosa con me.
Ma la Marina Militare è la mia via di fuga. La mia ancora di salvezza. Io non sono pronto a lasciarla andare. Devo almeno provarci. Voglio almeno avere la possibilità di tentare. Ma riconosco a me stesso che lei sarebbe un buon motivo per rinunciare.
L'esercito è qualcosa che mi sono sudato, una corsia preferenziale che mi sono dovuto meritare, conquistare. Rebecca non l'ho neanche cercata invece.
Lei è arrivata, la sua storia mi ha travolto e mi ha ricordato di quanto il dolore può spegnere le persone. Ero spento anche io prima di pormi un obiettivo.
Ero privo di vita, svuotato delle mie emozioni e segnato da un passato ancora troppo vivo.Ed è lì che è arrivata. Con i suoi occhi grandi, capaci di contenere tutte le piscine di miele che riempiono le sue iridi. Con quelle ciglia folte e scure, che le incorniciano lo sguardo, rendendola terribilmente bella. I suoi occhi parlano. Più di qualsiasi libro abbia mai letto. Più di qualunque interlocutore o divulgatore abbia mai ascoltato. Rebecca ha un mondo dentro di sé, e i suoi occhi sono la porta per entrarci.
Tutto d'un tratto, senza che io ne riconosca un apparente motivo, senso l'istinto di voltarmi alle mie spalle. Come se il mio corpo fosse connesso al suo, intravedo la ragazza in questione a pochi metri più in là. Rimango spiazzato dalla sua inaspettata presenza. Ma ancora di più dal fatto che la mia anima cerca continuamente la sua, anche quando io non ne sono consapevole.
L'istinto mi suggerisce di andarle incontro. La mia parte irrazionale muore dalla voglia di stringerla ancora tra le braccia. La mia pelle brama la sua. I miei occhi cercano disperatamente ogni dettaglio di lei.
Sento il bisogno di arrendermi.
Adesso più che mai ho bisogno di questa bellissima ragazza al mio fianco. Dopo la confessione di mio padre, dopo aver rivissuto nella mia testa ogni singolo trauma che ha fatto di me il ragazzo che sono oggi, dopo aver scelto di perdonare...dopo tutto questo io ho bisogno di lei. E come se potesse saperlo, Rebecca è qui.<<Scusami, devo andare>> annuncio rivolgendomi a mio padre.
Senza neanche aspettare una risposta, mi alzo da terra e mi incammino velocemente verso i due fratelli. Leonardo mi lancia un'occhiata complice, mista a un po' di risentimento. Dopo di che si allontana da sua sorella e mi concede un po' di solitudine con lei.
Tiene le mani sugli occhi, come se quei palmi così piccoli potessero davvero nasconderla improvvisamente. Se fosse così facile, vorrei nascondermi anche io. Per sempre.
Dopo qualche secondo mi rivolge il suo sguardo, e deduco dalla sua espressione che sperava ci fosse ancora Leonardo qui. Ma ora invece ci sono io.
<<Ehi>> dico con tono basso.
<<Ehi>> ricambia lei, un po' confusa.
<<Sono felice che tu sia qui>> ammetto.
<<Davvero? Perchè il tuo messaggio a mio fratello suggeriva altro.>>
Il suo tono si è fatto più duro. É come se davanti a me si fosse appena eretto il suo solito muro difensivo.
Ma in fondo so che ha ragione. Fa bene a difendersi da me. Però sono troppo egoista per rinunciare a lei adesso.<<Ho bisogno di te Becca>> dico a voce bassa, tentando di non dare credito alle sue parole.
<<Sai Ricky, sono venuta qui con le migliori intenzioni. Sono venuta con l'idea di lottare per te come tu hai lottato per me. Con il desiderio di strapparti dal tuo caos e portarti un po' di pace...ma ora che ti ho qui davanti penso che>> la interrompo prima che finisca.
<<Io e te non siamo fatti per stare insieme.>>
Nel suo volto si dipinge una strana emozione che non riesco subito a decifrare. Sembra...sollevata?
È un controsenso a rigor di logica, eppure sembra proprio che si sia appena liberata di un peso.<<Hai ragione, io non sono fatta per stare con qualcuno.>>
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𝕋𝕙𝕖 𝕎𝕒𝕣 𝕀𝕟𝕤𝕚𝕕𝕖
أدب نسائي𝕋𝕙𝕖 𝕎𝕒𝕣 𝕀𝕟𝕤𝕚𝕕𝕖 - 𝕝𝕒 𝕘𝕦𝕖𝕣𝕣𝕒 𝕕𝕖𝕟𝕥𝕣𝕠 (𝕡𝕣𝕚𝕞𝕒 𝕡𝕒𝕣𝕥𝕖) "𝒫𝓊ò 𝓃𝒶𝓈𝒸𝑒𝓇𝑒 𝒹𝑜𝓋𝓊𝓃𝓆𝓊𝑒, 𝒶𝓃𝒸𝒽𝑒 𝒹𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓉𝒾 𝒶𝓈𝓅𝑒𝓉𝓉𝒾. 𝒟𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓁𝑜 𝒶𝓋𝓇𝑒𝓈𝓉𝒾 𝒹𝑒𝓉𝓉𝑜, 𝒹𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓁𝑜 𝒸𝑒𝓇𝒸...