𝓡𝓮𝓫𝓮𝓬𝓬𝓪
La velocità con cui le mie emozioni cambiano e l'intensità con cui si scontrano tra loro quando sono in presenza di Riccardo è assurda.
Lui è capace di destabilizzarmi completamente.
Riesce a entrarmi dentro e smuovermi tutto.
Con lui è come stare costantemente su un'altalena che ti porta in alto e poi ti butta giù.Un attimo prima ti sembra di toccare il cielo con un dito e l'attimo dopo sei all'inferno.
Riccardo mi concede questo cocktail di emozioni che mi bruciano dentro come una fiamma che non sembra volersi spegnere.La cosa che più mi fa paura è che non riesco a farne a meno; per quanto siano altalenanti, sono pur sempre emozioni. E le emozioni mi ricordano che sono viva. Lui mi fa sentire viva. E questo mi tiene legata a lui anche se vorrei slacciarmi da questo vincolo.
Ora lui è qui di fronte a me, e nei suoi occhi color mare vedo tutto l'oceano di emozioni che ha dentro. Le sue lacrime, che si sforza ancora di trattenere, sembrano onde violente pronte a smuovere tutto. E le onde si sa, non le puoi dominare ne contenere.
Se ne sta qui davanti a me che mi implora di restare ad ascoltarlo, è qui che delira e farnetica parole a caso facendo riferimento a una lei.
Suppongo che sia sua madre la donna in questione. Del suo passato non so molto, ma so che lei li ha abbandonati qualche anno fa e non è più tornata. So che suo padre lo picchiava da piccolo quando sua madre non c'era in casa.Per un attimo mi sento terribilmente in colpa; l'idea di aver risvegliato qualche demone del passato di Riccardo mi crea questa strana ma tagliente sensazione proprio sulla bocca dello stomaco, vicino al petto. Io, che di demoni ne ho abbastanza, so quanto possa fare paura vederli tornare tutti insieme.
Perciò resto qui ad ascoltarlo, lo rassereno sul fatto che ha la possibilità di parlare con me. Per una volta, metto da parte il mio orgoglio e le mie emozioni e ascolto quelle di qualcun'altro. Per una volta non scappo.
<<Mi sembra di rivivere le litigate dei miei genitori; mi sento frustrato come lo era mio padre quando mia madre non gli dava modo di parlare e se ne andava. Tu mi ricordi lei in questo: scappi sempre da me. Ogni volta che c'è qualcosa che non ti piace non resti ad affrontarla, ma ti chiudi in questo guscio in cui non vuoi far entrare più nessuno e non mi dai la possibilità di spiegarti neanche quello che penso, che sento..>>
Riccardo è un fiume in piena quando inizia a parlare e da ogni parola che pronuncia posso percepire tutta la sua frustrazione.
Resto ad ascoltarlo, sforzandomi con tutta me stessa di comprendere il significato di ogni sua frase senza tralasciare neanche una sillaba. È importante ciò che ha da dirmi e voglio essere all'altezza di questo suo sfogo.<<Perché io sento qualcosa quando sono con te Rebecca. È strano, non è da me. È prematuro. È sciocco. È assurdo, lo so. È tutto quello che vuoi tu, ma è così. Non riesco neanche a dirti cosa provo esattamente perché è tutto così nuovo per me che non saprei esprimerlo.>>
Riccardo fa una breve pausa ma non stacca mai il suo sguardo dal mio. Nei suoi occhi vedo la paura di ammettere i suoi sentimenti e di riconoscere le sue emozioni, e in questo mi sento tremendamente simile a lui. So quanto faccia paura riconoscere di essere fragili, prima di tutto con se stessi e poi con gli altri. E io delle emozioni ho sempre pensato che fossero la parte più fragile di noi.
Perciò mentre lui mi parla io mi impegno a non dargli modo di pensare che stia buttando parole al vento; lo ascolto attentamente e so per certo che anche il mio sguardo si è addolcito adesso. In lui rivedo qualcosa di me che mi fa sentire vicina alla sua anima come mai prima d'ora.
La stessa paura che prova lui io la conosco molto bene. È la stessa che mi tiene intrappolata da una vita in questa prigione mentale dalla quale non esco. È la stessa che mi frena, che mi fa scappare. È la stessa che mi fa prendere le distanze quando sento che qualcosa dentro di me inizia a smuoversi. La stessa paura che da quando ho otto anni mi tiene schiava di questa guerra contro la me del passato.
Ho paura di tornare indietro, di rivivere nel dolore. Ho paura di soffrire ancora e di non poter più sopportare altre delusioni. Ho paura che il mio corpo è stato già macchiato abbastanza e nessuno saprà mai apprezzarlo. Ho paura di essere toccata dentro da mani sbagliati. Ho paura di aprirmi verso un mondo troppo crudele. Ho paura di essere vista ma mai guardata. Ho paura di essere sentita ma non ascoltata. Ho paura, paura e basta.
<<Da quando ti ho vista la prima sera che indossavi quel vestito nero in raso, i miei occhi non sono più riusciti a staccarsi da te. Per tutta la cena, per tutta la notte in quel locale fino ad arrivare al bacio in spiaggia. Sei stata come una calamita che mi ha attratto. E non ho visto solo il tuo corpo, ho visto te.
Non riesco a farti uscire dalla mia testa, non riesco a pensare ad altro che non sia tu. Continuo a immaginarti vicina a me, voglio baciarti, voglio toccarti, voglio stare sempre con te. E non si limita a questo Becca, io voglio te. Voglio conoscere la tua storia, voglio sapere cosa pensi, cosa c'è nella tua testa quando ti stacchi dalla realtà ed entri nel tuo mondo. Voglio le chiavi per entrarci anche io. Voglio portarti lontano da tutto ciò che ti spaventa, voglio insegnarti a non avere paura, e non voglio avere più paura neanche io.>>Le sue parole sono profonde e mi toccano dentro. I suoi occhi hanno iniziato a lasciarsi andare alle emozioni e ora sgorgano senza sosta fiumi d'acqua. La sua voce è bassa ma spezzata. Nel suo sguardo leggo tutta la paura che ha di ciò che potrei dire o non dire io.
Mi avvicino a lui mentre parla e con la mano gli sfioro il polso. Voglio che sappia che sono qui. Voglio che mi senta. Non voglio che pensi di essere solo.
<<Sono stato con una ragazza oggi, è vero. Ma perché speravo che mi servisse a farmi capire che avevo solo bisogno di una scopata. Volevo convincermi che non era davvero importante quello che sentivo verso di te. Volevo annullare l'attrazione che mi spinge a volerti stare accanto sempre. Volevo ingannarmi capisci? Perché io delle donne non mi fido, non mi sono mai fidato. Ma tu.. tu sei come un cristallo. Tu sei delicata e fragile, ma sei anche trasparente. Di te sento che potrei fidarmi e questo mi spaventa. Però tu scappi sempre da me e anche questo mi fa paura. Perché mi porta indietro nel passato e io non voglio starci più li, quei ricordi mi fanno male capisci?>>
Finalmente Riccardo si ferma e cessa di parlare. Ogni cosa detta è stata come una lama affilata che ha scalfito profondamente la mia anima. Ciò che ha detto mi ha colpita dentro. È tutto ciò che una persona vorrebbe sentirsi dire? Forse si, ma non io.
Io scappo da sempre da tutto questo perché l'idea di legarmi a qualcuno mi terrorizza come non mai. Non sono pronta a lasciar entrare qualcuno nella mia corazza. Non sono pronta a mettermi in gioco. Non sono pronta a correre il rischio di soffrire ancora. Tanto sarebbe una battaglia persa fin dal principio.
Riccardo fra due mesi partirà per la Marina Militare, io tornerò a Milano e le nostre strade si divideranno. Inoltre è il migliore amico di mio fratello, perciò l'idea di viversi la storiella estiva non è contemplata. Tutto razionalmente mi porta lontana da lui.
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𝕋𝕙𝕖 𝕎𝕒𝕣 𝕀𝕟𝕤𝕚𝕕𝕖
ChickLit𝕋𝕙𝕖 𝕎𝕒𝕣 𝕀𝕟𝕤𝕚𝕕𝕖 - 𝕝𝕒 𝕘𝕦𝕖𝕣𝕣𝕒 𝕕𝕖𝕟𝕥𝕣𝕠 (𝕡𝕣𝕚𝕞𝕒 𝕡𝕒𝕣𝕥𝕖) "𝒫𝓊ò 𝓃𝒶𝓈𝒸𝑒𝓇𝑒 𝒹𝑜𝓋𝓊𝓃𝓆𝓊𝑒, 𝒶𝓃𝒸𝒽𝑒 𝒹𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓉𝒾 𝒶𝓈𝓅𝑒𝓉𝓉𝒾. 𝒟𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓁𝑜 𝒶𝓋𝓇𝑒𝓈𝓉𝒾 𝒹𝑒𝓉𝓉𝑜, 𝒹𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓁𝑜 𝒸𝑒𝓇𝒸...