𝓖𝓮𝓷𝓷𝓪𝓻𝓸
Non appena ho sentito il rumore del telefono della ragazza ho pensato subito a mia sorella. Anche io le ho impostato la funzione che ha lei per mandarmi un allarme di soccorso. E non posso negare che per un istante ho temuto che fosse il mio telefono a squillare e che ad essere in pericolo fosse proprio la mia piccola sorellina. Sono stato un vero idiota a non pensare di sequestrarle il telefono, ma da una parte sono contento di non averlo fatto. Le ho dato la possibilità di chiedere aiuto. Infondo io non voglio davvero questo per lei. E ne sono talmente convinto che una volta uscito dalla stanza ci metto un po' a eseguire l'ordine ricevuto. Non spengo subito il dispositivo, così che la posizione rimanga rintracciabile ancora un po'.
Non passa molto prima che dall' ascensore fuoriesca un ragazzo con i riccioli d'oro e un uomo al suo fianco.
Si affrettano a venirmi incontro appena mi intravedono, e dal loro fiatone deduco che siano sopraggiunti qui di corsa.<<Scusami, hai visto una ragazza con i capelli mossi, occhi grandi color miele e alta più o meno un metro e sessanta?>> domanda frettoloso quello che deduco essere il fratello di Rebecca.
<<Ehi, aspetta. Ma quello che hai in mano è il suo telefono>> aggiunge l'uomo che gli sta accanto.
<<Si, è vero.>>
Molto probabilmente fra meno di un minuto mi pentirò amaramente della scelta che ho preso, ma al momento decido di dare un piccolo vantaggio a questi due nella speranza che arrivino in tempo. Spiego brevemente la situazione e gli occhi del ragazzo sono incazzati e grati allo stesso tempo.
<<Non so perché tu lo stia facendo, ma grazie>> ammette infine.
I due si scambiano qualche occhiata e dopo una breve consulenza sotto voce mi domandano di fargli strada verso la stanza in cui c'è Rebecca.
<<D'accordo, ma non voglio casini. Perciò voi mi avete minacciato per ottenere queste informazioni>> dico, sperando che loro capiscano cosa voglio dire.
<<Lo stiamo facendo davvero. Muovi il culo e portaci da Rebecca altrimenti ti spacco la faccia>> ringhia l'uomo, che scopro essere il padre del ragazzo che ho portato qui sta mattina, avvinghiandosi a me e mettendomi un braccio al collo.
Ci dirigiamo nella stanza che dista pochi passi da lì e bussiamo. <<Chi è?>> domanda Rosario dall'altra parte.
La mano dell'uomo che mi tiene da dietro si posa sulla mia bocca e mi costringe a non rispondere.
<<Chi è?>> insiste l'uomo dall'altra parte.
Il ragazzo fa cenno al più grande di farmi rispondere così da farci aprire. Perciò dopo una breve esitazione la sua mano si sposta e mi permette di parlare.
<<Sono Gennaro>> dico, sentendo subito lo scatto della serratura aprirsi davanti a me.
Alle spalle di Rosario c'è Rebecca, poco più in là. Non appena incontra lo sguardo di suo fratello e dell'uomo che mi tiene fermo a se, sul suo volto c'è stupore e sollievo. Probabilmente il suo incubo è finito e ora si sente finalmente al sicuro.
<<Ma tu guarda un po' chi è venuto a trovarci>> dice quasi divertito Rosario, voltandosi verso la ragazza.
<<Leonardo, e..??>> domanda.<<E non sono affari tuoi. Fammi portare via Rebecca e finisce qui la cosa; non ti denuncerò per averla rapita>> confessa il fratello della ragazza.
Rosario scoppia a ridere. <<Dovrei avere forse paura della tua denuncia figliolo? O dovrei scendere a compromessi con te? Rebecca non va da nessuna parte e visto che ci tieni tanto a starle vicino, perché non entri ad assistere anche tu allo spettacolo>> dice istigandolo.
Bastano quelle insinuazioni a far scoppiare Leonardo.
Il ragazzo si getta addosso all'uomo più grande di lui e lo assale sferrando pugni e calci incessantemente. Ma Rosario è forte e riesce a schivare bene i suoi colpi.<<Rebecca vieni via da lì>> grida l'uomo che ancora mi tiene fermo.
Lei sembra non reagire. Resta impassibile davanti all'immagine di suo fratello che fa a botte con suo zio. Il ragazzo è coraggioso ma non basta. L'uomo è più forte di lui e sa difendersi bene. Estrae un coltellino dalla tua tasca e Rebecca deve averlo notato perché la sua espressione cambia completamente. Finalmente sembra reagire e realizzare. Si affretta a intervenire per separare suo fratello da quell'uomo che non sembra avere scrupoli.
<<Intervieni, non reagirò>> dico onestamente all'uomo che mi sta dietro.
Lui deve aver intuito la mia onestà e si affretta a lasciarmi andare per scaraventarsi contro i due e separarli. Finalmente sembrano avere un vantaggio su Rosario e io decido che la cosa migliore da fare per me è scappare. Se arrivasse qualcuno e mi vedrebbe qui potrebbe capire che sono stato complice di questi due e potrei pagarne un prezzo troppo caro. La mia coscienza mi convince di aver già fatto abbastanza per aiutare la ragazza, perciò deciso a non volerne sapere più nulla, mi affretto ad andare via da lì.

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𝕋𝕙𝕖 𝕎𝕒𝕣 𝕀𝕟𝕤𝕚𝕕𝕖
Chick-Lit𝕋𝕙𝕖 𝕎𝕒𝕣 𝕀𝕟𝕤𝕚𝕕𝕖 - 𝕝𝕒 𝕘𝕦𝕖𝕣𝕣𝕒 𝕕𝕖𝕟𝕥𝕣𝕠 (𝕡𝕣𝕚𝕞𝕒 𝕡𝕒𝕣𝕥𝕖) "𝒫𝓊ò 𝓃𝒶𝓈𝒸𝑒𝓇𝑒 𝒹𝑜𝓋𝓊𝓃𝓆𝓊𝑒, 𝒶𝓃𝒸𝒽𝑒 𝒹𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓉𝒾 𝒶𝓈𝓅𝑒𝓉𝓉𝒾. 𝒟𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓁𝑜 𝒶𝓋𝓇𝑒𝓈𝓉𝒾 𝒹𝑒𝓉𝓉𝑜, 𝒹𝑜𝓋𝑒 𝓃𝑜𝓃 𝓁𝑜 𝒸𝑒𝓇𝒸...