Luigi non era rimasto con le mani in mano; dopo il colloquio con Giorgio aveva chiesto ad Anna di telefonare a Marco per cercare di farlo tornare indietro; tentativo sul quale — però — egli stesso non aveva riposto molta speranza; dopo aver saputo che, infatti, il genero era rimasto sul treno, egli — abituato a ragionare da medico — aveva affrontato l'emergenza nel punto più critico; per prima cosa aveva chiesto a Sara di rimanere con Anna, anche a dormire, per aiutarla con Elena e per darle un supporto emotivo.
Secondariamente aveva cancellato tutti gli impegni del pomeriggio successivo per poter stare con la figlia; tuttavia, già alle dodici e trenta di quel ventotto agosto, ricevette una telefonata da Sara mentre era ancora in ospedale.
«Luigi...scusa se ti disturbo a lavoro.»
«Dimmi, novità?»
«Anna lo ha chiamato pochi minuti fa; sono ancora a Formia»
«Beh, lo sappiamo che Marco guida piano, ma...perché hai quella voce?»
«Non è solo...»
«Lo sapevamo già che l'ha convinta a salire.»
«Eccome!», Sara fece un riso amaro, «ha saputo convincerla bene.»
«Vuoi dire che...»
«Marco le ha detto che stasera qui a casa verrà, ma con lei...»
Luigi sospirò.
«Come sta Anna?»
«Come vuoi che stia Luigi, insomma!»
Sara era rimasta in silenzio, Anna piangeva in sottofondo.
«Hai sentito?»
«Sara, lo so, è difficile...ma sapevamo che sarebbe potuto succedere; devi mantenere la calma.»
«È una parola, Luigi! Pensa alla piccina; è brutto per lei vedere la mamma piangere; voglio portarla in villa; se lui viene qui con lei non voglio che li senta litigare.»
«È una buona idea, quando vuoi partire?»
«Il tempo di darle da mangiare; povera stella, non era abituata a sentirlo al telefono, è rimasta imbambolata; ora lo punta, dice: "papà, papà", lo cerca e. . . », Sara sospirò.
«E cosa Sara, c'è altro?»
«E sì che c'è, Luigi...», la voce di Sara divenne un sibilo, «Marco le ha passato anche lei...»
«Embè, Sara? È la zia, no? Non mi pare molto strano...»
«Sì, ma è anche...»
«Non mi interessa cosa sia anche, Ilaria è la zia, punto; mi pare giusto che l'abbia salutata. Non trovi?»
«Luigi io...ci provo, ma...», Sara si fece contagiare dal pianto di Anna, «non è facile, voglio vedere te a vedere Anna che si dispera e poi senti...quella lì, quella. . . »
«Zia, Sara.»
«Oh, va bene...zia, al telefono che saluta la nipote come se stessero ritornando dal supermercato e avessi sentito lui!», si soffiò il naso, «così timido, che dice ad Anna "veniamo stasera", baldanzoso, io non ce la faccio...scusami, sarà il tuo idolo, ma questa volta è caduto in basso.»
«Sì, è comprensibile il loro stato d'animo...», Luigi sospirò, «tu stai con loro, più che puoi, io cerco di liberarmi in fretta.»
«Grazie, ma fai prima possibile, caro, non mi fido a lasciare Anna da sola in questo momento.»
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Dolore e perdono (Parte VIII: I fratelli amanti)
General FictionOttava parte del romanzo "Dolore e Perdono" (nove in totale) Una storia di sofferenza e redenzione, una passione ostinata e proibita, tre famiglie coinvolte, trent'anni di storia. Marco e Ilaria, due fratelli divisi da quasi mille chilometri si rinc...