Capitolo 53 (V). Conviventi

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Marco guardò la cornetta per qualche secondo, in silenzio, «come faccio con lei, Ili?», poi la posò, pensieroso.

«Gliel'hai appena detto, Marco mio: amala, no?», Ilaria prese una melanzana pronta, la scolò dall'olio e la mise sul piatto preparato a lato con carta assorbente.

«La fai facile...», Marco sospirò. 

«Non le hai mica detto una bugia, Marco mio; lo so.» 

«Beh, no, ma intanto sono qui con te.» 

«Sei mio fratello e ti sto facendo da mangiare, anzi...», mise un'altra fetta a friggere, «finisco queste due fette e butto giù i cavatelli; vai a chiudere la macchina che è quasi pronto.»

«Ili, non nascondiamoci dietro un dito. È da due giorni che...», la guardò e rise, «la fratellanza fra noi è andata a farsi benedire.»

«Non mi sembra che ti dispiaccia, Marco mio», alzò un piede dallo zoccoletto, lo portò fino al sedere, si chinò verso di lui, con una mano abbassò il lembo del vestito, lasciando intravvedere la scollatura, «siamo fratelli che ci facciamo contenti in tutti i modi.»

«Ah, scherzi sempre, Ili, fammi andare.» 

Chiuse la porta, si sentirono i suoi passi veloci per le scale; dopo un minuto ritornò, si guardò intorno, borse e scatole facevano una piramide nell'entrata: «qui abbiamo da mangiare fino a Natale, tua madre ha esagerato.»

«Per mia mamma tu sei come un figlio, l'ha fatto per farci star bene...», Ilaria con un mestolo di legno girò i cavatelli, «ancora un paio di minuti.»

«Ancora peggio, Ili, non te ne rendi conto?», Marco andò a sedersi, «finché penso che abbiamo due mamme diverse mi do una qualche giustificazione, ma così. . . », tamburellò sul tavolo, c'erano alcuni taralli, ne prese uno, pensieroso.

«Così?», Ilaria scolò l'ultima fetta di melanzana dalla padella, spense il gas. 

«Mi sembra di essere figlio anche di tua mamma e tuo fratello totalmente, ma allora...» spezzò a metà il tarallo, una la porse alla sorella, «è tutto strano.»

«No, Marco mio, mangia tu...», Ilaria aveva preso alcuni pomodori da insalata portati da Colliano e messi a bagno nel lavandino, cominciò a tagliarne uno a spicchi su un tagliere posto sul tavolo, «ma non ti rovinare l'appetito, tra poco è pronto.»

«Ho una fame, Ili...», Marco sgranocchiò la prima metà, «e poi con questo profumo di sugo e di melanzane fritte...», rise, «mangerei un bue!»

«Ma perché dici che sia strano?», Ilaria mise il primo pomodoro nella zuppiera a lato, «io ti sento ancora come fratello, anche adesso.»

«Dopo tutto quel che c'è stato fra noi?» 

«Marco mio, io mi prendo cura di te come donna e come sorella; tutte e due, era da anni che l'avrei voluto fare, tu no?»

«Beh...», Marco arrossì. 

«Guarda che lo so che mi desideravi, da ragazzo...», Ilaria gli sorrise, finì di tagliare un secondo pomodoro.

«Ma un conto è desiderare, Ili, un conto è fare...», sospirò, «da ragazzi si hanno così tante fantasie; il fatto è che adesso non vedo un ritorno.»

«Tu ritornerai da Anna, Marco mio, pensi che non lo sappia?», girò i due pomodori tagliati, erano grossi, avevano riempito la ciotola, cominciò a condirli.

«Sì, ma...», Marco alzò le spalle, con la forchetta prese uno spicchio di pomodoro e lo mangiò con evidente piacere, «ah, i pomodori di tua mamma, e il suo olio! Che bontà!»

Dolore e perdono (Parte VIII: I fratelli amanti)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora