Capitolo 53 (III). Conviventi

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Anna non aveva inviato il messaggio di portare Ilaria in villa per caso o semplice bontà; la sera precedente, infatti, aveva chiamato il padre appena rimasta sola e si era svolta questa conversazione:

«Ciao Anna, allora, sono venuti?» 

«Sì, papà, e sono già andati.» 

«Come pensavo.» 

«Beh, per la verità l'ho mandato io a dormire da lei.» 

«Non mi dire...», Luigi si era messo a ridere. 

«Sì, papà, Ilaria stava per cedere, si è messa a parlare di nuovo in dialetto, voleva tornare a Colliano per sempre, ma a quel punto li ho mandati via io, non voglio scrupoli con Marco, deve capire da solo quel che sta facendo.»

«Bravissima!», Luigi aveva esclamato, «in questo modo lui si sentirà in debito con te, esattamente come con Ilaria, e tornerà prima.»

«L'avessi dovuto vederlo, papà, aveva l'amante a fianco, ma aveva nostalgia di lasciare questa casa, si guardava intorno triste; addirittura voleva ridarmi le chiavi e il bancomat...»

«. ..che tu naturalmente non hai preso.» 

«Naturalmente, papà; non ho più polpette in testa.» 

«Lo spero, Anna», Luigi sospirò, «vedo che vuoi ancora essere sua moglie.» 

«Certo...», Anna storse la bocca, «in verità sono sua complice, adesso.» 

«Ovvio, lo ami...ma lo vuoi anche far riflettere, e quindi? Che farai domattina?»

«Gli darò il buongiorno da moglie amorevole, come se fosse in un viaggio di lavoro e non nel letto della sorella.»

«Brava! Così comincia a sentirsi in colpa e ti chiederà di vedere Elena.» 

«E io gli risponderò di andare in villa domani, anche con Ilaria.» 

«Vedo che le polpette hanno funzionato, il cervello ti è ritornato a funzionare, sai che Laky le ha divorate?»

«Oh, papà, sono contenta per lei, ma non prendermi in giro...» 

«Ti sembro il tipo?» 

«No, certo...ma la mamma, Irene?» 

«Oh, la mamma...», Luigi rise, «me la sono lavorata bene, è dalla nostra parte. Irene però è ancora molto in crisi...»

«Povera donna, le hai dato la mia lettera?» 

«Sì, stasera era proprio giù...», Luigi sospirò, «ma le ha fatto bene, hai avuto una buona idea.»

«Grazie papà ma...» 

«Dimmi...» 

«Mi sento in colpa, li ho mandati via io...», Anna era seduta sul letto, aveva posto la mano sul posto del marito, vuoto, «adesso Giorgio lo può sapere...»

«Sì, ma non darti colpa; ho parlato con un amico avvocato: non c'era più niente da fare per Emanuele visto che Ilaria ha acconsentito a mandarlo alla materna vicino ad Andrea.»

«E la trappola di Giorgio?» 

«Serve per dargli la sicurezza di averlo, li potrà ricattare, ma era già perso prima.»

«Lei pensava di fare il bene del bambino, mandandolo dalle suore.» 

«Sì, ma era mamma sola contro un avvocato stratega e determinato, per questo ha la mia comprensione.»

Dolore e perdono (Parte VIII: I fratelli amanti)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora