Capitolo 52 (IX). Il lungo ritorno a casa

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Irene aprì la porta e subito Elena la travolse con un fiume di parole:

«Nonna I'lene, nonna Sa'la Lachi cololo fioli e gattini!»

«Amore, amore mio!», Irene si accucciò per abbracciarla, le venne subito da piangere, «quanto mi sei mancata...», l'aveva vista il lunedì precedente quando Marco, tornato dal Trentino, era andato in villa; erano solo tre giorni prima, ma le sembrava una vita.

«Nonna Ilene, gattino lotto!», Elena storse la bocca, allungò le manine verso terra, «papà caduto, nonna Ilene!»

«Oh, se papà è caduto lo faremo rialzare...», Irene le alzò l'indice destro di fronte.

«Mamma pange, gattino bua, nonna!», Elena la guardò triste.

«Oh, mamma non deve piangere, vedrai che l'aggiusterà bene, altro che bua, tò tò gli facciamo finché non si rialza!», le dondolò il dito di fronte al viso, «ah, la nonna aiuterà con piacere la mamma a fare tò tò al gattino, vedrai!» vide i sandali di Sara dietro la bimba, «oh, buongiorno, Sara», si alzò, si spazzolò il grembiule.

«Buongiorno Irene, come sta?»

 «Eh, insomma...», Irene si stropicciò le mani, «tiriamo innanzi.»

«Non la disturbiamo, vero?

«No, si figuri...», a Irene cadde una lacrima, se la tolse subito con il grembiule, «è sempre bello vedere la piccina...»

«Nonna Ilene!»

«Dimmi amore», Irene le diede una carezza.

«Cololiamo e giochiamo Lachi...», Elena la tirò per il vestito, «nonna Ilene, veni!»

«Io...», Irene tardò a rispondere.

«Nonna Ilene! Nonna Ilene!», Elena batté i piedi e le tirò ancora di più l'orlo.

«Amore, sì, aspetta...», Irene alzò lo sguardo verso Sara.

«Venga, Irene...», Sara le sorrise e le tese la mano, «vede che la bimba la cerca; esca se non ha da fare, è una bella giornata.»

«Sì, certo, Sara, un secondo...», si girò verso il marito, mentre si slacciava il grembiule, «finisci tu in cucina, Franco?»

«Ma certo, Irene...», Franco alzò gli occhi al cielo, «di che ti preoccupi? È una bella giornata, te l'ha detto anche Sara...», i due si scambiarono un'occhiata, «signora?»

«Mi dica, Franco.»

«Quando torna il signor Luigi gli dica di passar da me, devo dirgli alcune cose.»

«Lo farò, adesso è con Anna, ma tra poco arriverà.»

«Ciao Franco», Irene gli passò il grembiule, si cambiò le ciabatte con zoccoli di legno, «andiamo, amore...», Irene le prese la mano, «dove mi porti?»

«Nonna Ilene tavolo cololo bello libo io nonna Sala...», Elena si girò e cominciò a camminare.

«Un attimo, amore, non tirare, andiamo a colorare», Irene sospirò, Elena diede l'altra mano a Sara e sgambettò allegra; «è proprio un amore, oggi», Irene commentò a bassa voce.

«Piccina, bisogna capirla, ha bisogno di svagarsi; ho pensato che fosse meglio portarla qui...», Sara la guardò sospirando, «a casa c'era un clima un po' teso.»

«Ha fatto bene...», Irene scosse il capo.

Svoltarono l'angolo e si diressero verso il gazebo.

Dolore e perdono (Parte VIII: I fratelli amanti)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora