Capitolo 52 (VI). Il lungo ritorno a casa

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«No...», tirò su il naso, «ma allora, cosa devo fare?»

«Non pensare al "devo" adesso, chiudi gli occhi», Luigi le riprese le mani, «ascolta il tuo cuore, cos'è che vuoi veramente?»

«Io rivoglio il mio gattino, papà», Anna rispose senza pensarci, aprì gli occhi, «non ho dubbio su questo», sorrise, «sarò sciocca, ma l'ho sempre saputo...»

«Ah, perfetto!», Luigi prese le mani da quelle della figlia, le batté sulle ginocchia e si rilassò sul divano, «e qual è la strategia migliore per riaverlo?»

«Non rompergli le ossa con la scopa stasera, immagino...»

«Poco ma sicuro...», Luigi rise, «Gabriele è un ortopedico molto bravo, ma un femore rotto ha i suoi tempi di guarigione e abbiamo già un gattino di gesso a pezzi, vero?»

«Eh, già...», Anna piegò le labbra all'ingiù.

«Quindi è meglio non rompere altri "gattini"», le toccò il ginocchio e poi la punta del naso, «che dici, frugoletta?»

«Oh, papà, quando mi chiami così ti adoro!», gli saltò al collo, «grazie, sai tirarmi su!»

«Prego, però, Anna...»

«Però...», Anna respirò a lungo, «c'è un però, vero papà?»

«Sì», Luigi teneva la testa della figlia sulla sua spalla, «qualcosa dovrai comunque fare stasera; ma cosa?»

«Conoscendoti direi il contrario della logica...», Anna si staccò, aveva uno sguardo determinato.

«Brava, e quindi...»

«Quindi...», Anna storse la bocca, «invece di essere la moglie arrabbiata che li bastona entrambi — ma più lui che lei che mi ha tradito con la sorella —, lo lascerò andar via.»

«Anche a dormire?»

«Beh, che ci vada!», Anna alzò le spalle, sorrise, «li lascio sbollire e poi lo riprendo ad acque calme; sono io la moglie, lei non lo potrà mai essere», strinse i pugni, «avrei dovuto essere complice di un incesto; il momento è giunto.»

Luigi si appoggiò allo schienale del divano, «esatto, Anna, ora più che mai.»

«Ma se fosse lui a chiedermi il divorzio?»

«Per cosa? Non ce lo vedo; non è il tipo, e poi...», incrociò le braccia, pensieroso, «se le mie analisi non sono totalmente sbagliate — e non credo — lui ti ama e vuole stare con Ilaria solo perché l'ha vista annullata; ma crede nella vostra famiglia», si alzò, passeggiò un poco avanti e indietro, «non vuole fare come il papà.»

«Quindi li lascio cuocere nel loro brodo?»

«Ovvio: medicus curat, natura sanat, penso che te la ricordi»

«Sì, e nel nostro caso...»

«Nel nostro caso la malattia è l'amore incestuoso, ma la natura del paziente è buona.»

«Sì, di questo sono sicura; non mi ha tradito perché è cattivo.»

«Esatto Anna; ne sono convinto anch'io; soffrirà a starti lontana, e tu, medico, vedendolo soffrire, che farai?»

«Lascio fare alla sua natura, lo curerà lei.»

«Proprio così, brava!», Luigi batté le mani e poi la indicò con il dito, «Marco ti ha sposata per amore.»

«Tornerà da me?»

«Senza dubbio. Anzi, liberato da quell'incubo che aveva di essere come il padre e rispettare la promessa con la sorella, ritornerà migliore di prima.»

Dolore e perdono (Parte VIII: I fratelli amanti)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora