Ilaria non si era mossa da quando Luigi era andato via; guardava nel vuoto, pensando ad Andrea e a suo figlio ancora in Puglia.
Sara le era rimasta a fianco in poltrona a leggere; avrebbe voluto chiamare Luigi, ma non voleva disturbarlo con Irene e aveva detto ad Alfredo di aspettare per servire.
Elena era arrivata con il suo vassoio di fiori e, dopo poco, i genitori l'avevano aiutata a mettere i mazzi a tavola e la facevano giocare in sala per distrarla; si sentivano le loro voci allegre e Ilaria non aveva osato alzarsi per andare vicino al fratello.
Quando Sara sentì la voce del marito e gli zoccoli di Irene posò il libro, si girò per prima, e Luigi le fece un cenno di bloccare Ilaria.
Ilaria si voltò, vide Irene avvicinarsi, fece per alzarsi, ma Sara le pose una mano sul ginocchio dicendole sottovoce:
«Va tutto bene, Ilaria, stai qui.»
«Ehilà, oggi mangeremo una grande insalata di pomodori», Luigi disse giulivo; appena furono vicini posò il cesto fra Sara e Ilaria, indicandolo con le mani: «che roba: di questo passo potremo venderli.»
Sara lo guardò sorridendo: «e dire che tua mamma mi diceva che da piccolo non li mangiavi...»
Irene e Ilaria evitavano di guardarsi.
«Sbagli di gioventù!», Luigi alzò le spalle, «ma prima un bel grazie alla nostra ortolana, vero, signora Irene?», le disse, tenendola sottobraccio.
«Eh? Sì dottore...», rispose sorpresa, con voce tremante, «faccio il possibile: fare l'orto mi piace»
«Grazie di offrirceli», Sara andò a vederli più da vicino, «che meraviglia...»
«Ma cosa dice signora Sara?», Irene arrossì, «l'orto è suo.»
«Casomai è nostro», Sara ne prese uno, lo alzò all'altezza del suo viso, «guarda Ilaria? Non sono magnifici?»
«Eh, sì signora», Ilaria era rimasta rigida sulla sdraio, «sono veramente belli.»
«Noi mettiamo la terra», continuò poi Sara rivolta a Irene, «ma lei ci mette il lavoro; vive in questo posto più di quanto ci viviamo noi», posò il pomodoro , si avvicinò e le pose una mano sulla spalla, «siete persone di fiducia, lei e Franco, non è cosa da poco.»
«Grazie, è troppo buona», Irene arrossì.
Laky si era avvicinata, annusò il cesto, ma sentì ancora pomodori e fece un "wof" deluso.
Ilaria era rimasta immobile sulla sdraio, Irene a fianco a Luigi, tenuta per il braccio.
Ci fu silenzio e il dottore ne approfittò: «Sara, li porteresti in cucina, per favore?», le fece un cenno per dire che se la sarebbe cavata.
«Certo», Sara chiamò anche il cane, «Laky, andiamo in cucina?», le diede una carezza, «magari troviamo qualche cosa anche per te!»
Laky scodinzolò allegra, si fece accarezzare e abbaiò contenta: dalla padrona c'era da aspettarsi qualche spuntino, il padrone invece era inflessibile.
Sara ebbe uno sguardo d'intesa con il marito, «va bene, Luigi, vi lascio, ma non tardate; tra poco vi voglio tutti a tavola, anche Elena comincerà ad aver fame», guardò Ilaria e Irene, «nessuna esclusa, d'accordo?»
«Agli ordini, comandante!», scherzò Luigi, facendo il saluto militare, memore del suo passato servizio in marina, «tra dieci minuti tutti sul ponte per il rancio!»
«Luigi dai, sii serio!»
Ilaria fece per alzarsi, «signora, la posso accompagnare?», ebbe paura che Luigi la lasciasse da sola con Irene, «magari posso aiutare Alfredo a preparare l'insalata di pomodori.»
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Dolore e perdono (Parte VIII: I fratelli amanti)
General FictionUna storia di sofferenza e redenzione, una passione ostinata e proibita, tre famiglie coinvolte, trent'anni di storia. Marco e Ilaria, due fratelli divisi da quasi mille chilometri si rincontrano per il funerale del loro padre. Così diversi e così s...