Il Sacrificio di Anna, così come quello di Ilaria, era una ragnatela per Marco ed entrambi lo sentirono appena la porta si chiuse; egli la ringraziò mentalmente molte volte scendendo le scale di avergli dato l'apparente libertà di dormire dalla sorella, ma, uscendo da quel palazzo, gli venne subito la nostalgia di addormentarsi con lei pensandola da sola in quel letto.
Ilaria, d'altra parte, sentì che il monito di Anna: "è mio marito e me lo verrò a riprendere", non fosse una frase detta così per dire, ma la realtà dolorosa della loro unione impossibile; uscendo di casa notò lo sguardo malinconico del fratello che si girò molte volte a rivedere il palazzo, ma non gli disse nulla.
Tuttavia entrambi, avvicinandosi all'auto, ripresero una loro serenità, quasi un'ebrezza, tanto che arrivarono al parcheggio correndo come fanciulli tenendosi per mano.
«Marco mio, finalmente!», lo baciò, «andiamo a casa nostra.»
«Andiamo a casa, Ili, sì», Marco sorrise ma poi, durante il breve viaggio fra strade deserte, rimasero silenziosi, ognuno immerso nei propri dialoghi interiori che si possono riassumere in: "quando ritornerà la normalità con Anna ed Elena?", per Marco e: "per quanto potrò tenerlo con me?", per Ilaria; domande che, però, non avevano risposta la quale, purtroppo — vedremo in seguito — sarà più dolorosa dei loro oscuri timori.
Erano quasi le undici quando Marco parcheggiò di fronte casa di Ilaria, spense il motore, sospirò: «era così che doveva andare sette anni fa Ili, non ora.»
«Cosa Marco mio?»
«Questo che stiamo facendo adesso, tornare a casa insieme, noi due innamorati; sette anni fa, al ritorno della festa di Anna.»
«Ma, Marco mio, io...», Ilaria gli prese la mano, «al ritorno da quella festa ero già mamma di Emanuele, anche se non lo sapevo ancora.»
«Io però sono sicuro...», Marco alzò la testa sul soffitto dell'abitacolo, «che tu decidesti di sacrificarti con Andrea solo dopo aver visto Anna baciarmi...», la guardò, le baciò la mano, «dico bene, Ili?»
«Beh, sì, soprattutto dopo, quando Anna ti volle far conoscere i genitori, Marco mio; decisi allora di sedurre Andrea.»
«Ecco, vedi?», Marco chiuse gli occhi, «con la mia indecisione ho distrutto tutto. Avrei dovuto esser freddo con Anna, con te, insistere, non andare alla sua festa; ancora pochi mesi e avremmo potuto vivere insieme.»
«Ma, Marco mio...», Ilaria gli andò vicino, lo baciò, «perché lo dici? Ci ha lasciato venire, libero di amarmi. Cosa pretendi da una donna?», gli prese la mano, la baciò, e la pose sul suo viso, «forse ti ama anche più di me.»
«Oh, Ili, non credo proprio...», Marco la baciò, «andiamo, dai», aprì la portiera, uscì, dal portabagagli prese solo la borsa frigo, «il resto lo scarichiamo domani, può stare qui», richiuse, si appoggiò alla macchina, chiuse gli occhi.
«Sei molto stanco, Marco mio...», Ilaria gli diede una carezza, «si vede.»
«Sette anni dopo...», Marco si girò, guardò la loro casa, sospirò, «perché?»
«Non c'è perché, Marco mio», Ilaria lo baciò, «era Destino, andiamo a letto, su», lo prese a braccetto.
Andarono verso il portone, fecero i quattro scalini in silenzio, Ilaria sempre lo teneva a braccetto, «hai ragione, è Destino, Ili...», Marco posò la borsa, «Elena ed Emanuele li vedremo lo stesso; hai sentito Anna? Domani andiamo a trovare Elena. Vieni anche tu.»
«Ma...»
«Niente ma, Ili», Marco estrasse le sue chiavi, aprì il portone, «sei mia sorella e sua zia, ti cerca», le rimise in tasca, lo bloccò con un cuneo di legno che era per terra e prese Ilaria in braccio.
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Dolore e perdono (Parte VIII: I fratelli amanti)
General FictionUna storia di sofferenza e redenzione, una passione ostinata e proibita, tre famiglie coinvolte, trent'anni di storia. Marco e Ilaria, due fratelli divisi da quasi mille chilometri si rincontrano per il funerale del loro padre. Così diversi e così s...