Capitolo 52 (XIII). Il lungo ritorno a casa

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«ah! Non darti colpe, Ili...», Marco si morse il labbro, «ah! se siamo caduti...», afferrò il volante stretto.

«mmmh sì, dimmi mmmh Marco mio mmmh», Ilaria si muoveva lentamente, in basso, coperta dallo scialle.

«...siamo stati entrambi...ah», Marco si guardò ancora intorno, il rumore sul tettuccio stava diminuendo, «non diamoci colpe.»

Un lampo, meno luminoso. 

«mmmh non mi sembra che tu mmmh ti stia dando troppe colpe, in questo momento, Marco mio mmmh, mmmh»

«È che c'era la nostra promessa ah! per quello mi sono arrabbiato.» 

«Sì mmmh», lo scialle sotto di lui si muoveva ritmicamente, come in una danza, una spallina del vestito di Ilaria cadde, «la promessa, sì, certo, Marco mio mmmh»

«Avevamo promesso di aiutarci ah! non è vero?» 

Il tuono venne meno forte, Marco si guardò intorno, ma tutto era fermo e buio sotto il diluvio.

«Ma certo...» 

scrrruch, rumore di saliva raccolta 

«mmmh» 

sput! 

«mmmh mmmh mmmh ah ah qui vedo che c'è bisogno di molto aiuto, Marco mio mmmh mmmh mmh»

toc! toc! toc! toc!, riprese a grandinare più forte sul tettuccio. 

«Dici? ah!», Marco deglutì. 

«Oh, sì...», Ilaria si portò le mani dietro la schiena, «qui sei troppo teso...» 

«Ma io...io non...» 

«ssst», Ilaria si alzò per dargli un bacio veloce 

snap! 

Slacciò il reggiseno, fece scendere le spalline, e se lo sfilò dal davanti del vestito, lo fece cadere ai piedi di Marco, e si chinò di nuovo, coprendosi con lo scialle, «fatti aiutare da tua sorella mmmh»

«Ili, ma ah, Anna non mi ha mai aiutato così!» 

«Anna è Anna mmmh mmmh, Ilaria è Ilaria mmmh mmmh» 

Un lampo, vicino. 

«Ma non pensavo che tu! ah! ah! Ili io...», Marco deglutì, «sei diversa da come pensavo ah!, ma come fai a ah...»

toc-toc-toc-toc-toc 

«Sono tua sorella, Marco mio mmmh, leggevo i fumetti che compravi da ragazzo e che nascondevi sotto il letto mmmh»

ka-boom! 

Il tuono sconquassò l'auto, la grandine aveva coperto tutto il parabrezza, si sentì qualcosa trascinato dall'acqua colpire la portiera.

toc-toc-toc-toc-toc 

«O Dio, che vergogna...», Marco si tenne la fronte. 

«Nessuna vergogna, Marco mio, mmmh so cosa ti piace mmmh i tuoi desideri sono i miei mmmh», Ilaria gli sollevò la maglietta, gli baciò l'ombelico e strusciò il suo petto su di lui, «siamo fratelli...»

«Ili!», Marco quasi urlò, «appunto, siamo fratelli!» 

«Ma ci amiamo, Marco mio mmmh mmmh, non ti piace il mio aiuto?», strusciò il suo seno contro di lui, avvolgendoglielo.

Dolore e perdono (Parte VIII: I fratelli amanti)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora