Lentamente — e talvolta fermandosi —, i fratelli avevano raggiunto la Toscana e, per le sei di sera, si avvicinavano al nodo di Firenze. Marco doveva stare più attento alla guida, sia perché stanco — il thermos di caffè era stato bevuto tutto; era il suo primo viaggio lungo in auto, per andare in Trentino si era dato il cambio con Anna — ma anche perché il traffico era aumentato: si era aggiunto il flusso dei villeggianti del Tirreno oltre ai mezzi pesanti e numerosi pullman; l'andatura media era ridotta agli ottanta, talvolta meno, con frequenti cambi di carreggiata; la radio, tenuta sempre accesa a basso volume, aveva preannunciato code a Firenze Signa e brutto tempo vicino Pistoia; in seguito era stato trasmesso un servizio di gossip sul divorzio fra una coppia di attori e ciò aveva innescato una nuova conversazione.
«Marco mio, ma lo vuoi veramente?»
«Sì, l'hai sentito alla radio, Ili, divorziano i VIP, divorzierò anch'io...»
«Ma Elena?»
«Non divorzio da Elena, ovvio; non penso che Anna mi farà la guerra per vederla. Tra l'altro con il mio lavoro sono molto più disponibile di lei.»
«Ma Anna non vorrà. Ha ragione mia mamma, me lo sento», gli pose una mano sulla gamba, «ti vorrà indietro e tu ci andrai. Non puoi fare come papà.»
Marco sospirò, tamburellò sul volante.
«Non puoi sposarmi, lei è il tuo Segno, Marco mio.»
«Uffa Ili, mi hai stancato con i tuoi Segni; hai solo coinvolto altre persone cercando di interpretare il Cielo per evitare un amore fra fratelli e cosa ne è venuto fuori, dimmi?»
«Poco...», Ilaria sorrise.
«Poco?», Marco rise, «Niente, Ili! Anzi, peggio che niente! Il Cielo ti ha punita: ti ha dato un figlio e te l'ha tolto! Questo è un Segno...», indicò la destra dove stava un enorme cartello che annunciava un autogrill a un chilometro e mezzo, «più grande di quello lì!»
«Non dire così Marco mio», Ilaria gli prese la mano che indicava il cartello, la baciò, «il Cielo ti ha dato una moglie e tu non divorzierai, lo so.»
«Può darsi...», Marco sospirò, «ma una cosa è certa: da oggi vivrò con te.»
«Per quanto, però?», Ilaria sorrise, pose la destra sul cuore.
«Finché ce ne sarà bisogno, Ili», Marco alzò le spalle.
«Se non divorzi non potrai per sempre.»
«A questo penserò dopo; il patto tra noi era chiaro: o felici separati, o uniti; e tu senza Emanuele non sei felice.»
«Lo so...», Ilaria chinò il capo, strinse il vestito sul seno, «ma io...», sospirò.
«Ma tu cosa?»
«Ora sono felice Marco mio!», Ilaria tirò su con il naso, cominciò a piangere.
«E allora, Ili? Perché piangi?»
«Perché mi sembra di esser felice di aver perso Emanuele per avere te!»
«Non è così, lo sai.»
«Io ci ho provato per tutti questi anni a rispettare la promessa, Marco mio!»
«Ma sì, non ti dare colpe.»
«Chiedo perdono a mio figlio...», Ilaria continuò a piangere, «non l'ho voluto abbandonare.»
«Ili, su. . . », Marco mise la freccia per andare in autogrill, «calmati, mi fermo un attimo, siamo stanchi tutti e due», decelerò, circondò Ilaria per le spalle e l'avvicinò a sé, piangente.
STAI LEGGENDO
Dolore e perdono (Parte VIII: I fratelli amanti)
General FictionUna storia di sofferenza e redenzione, una passione ostinata e proibita, tre famiglie coinvolte, trent'anni di storia. Marco e Ilaria, due fratelli divisi da quasi mille chilometri si rincontrano per il funerale del loro padre. Così diversi e così s...