010 // "Addio Pedri"

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"Ehi, Athena" Suarez si avvicinò a me e mi tamponò, ma poi mi abbracciò. Il loro allenamento è appena terminato e sono scesa per incontrarli.

"Ciao" gli sorrisi, poi mi lasciò andare e mi accarezzò la testa.

"Come stai?" Mi ha chiesto e io ho guardato dietro di me e ho visto Pedri che mi guardava.

"Sto benissimo, grazie. E tu?" Chiesi e tornai a guardarlo, lui sorrise annuendo.

"Anch'io sto bene"

"Ho una domanda, cosa ne pensi di Pedri?" Glielo chiesi a bassa voce, in modo che Pedri non ci sentisse.

"Si è inserito benissimo nella squadra, è intelligente e paziente. Inoltre è molto rispettoso e gentile con noi" Suarez voleva continuare, ma lo fermai.

"Ok, ok, ok. Ti ho chiesto di dirmi cosa pensi di lui, non di scrivere un libro su di lui." Dissi e lui si mise a ridere.

"Solo le cose che ho notato di lui" rispose e io annuii.

"Perché è stato cattivo con me." Risposi e lui aggrottò le sopracciglia. "Qual è la sua missione?" Pensai ad alta voce per caso.

"Essere un buon calciatore" disse Suarez ridendo e io guardai dove prima c'era Pedri, ma non c'era più. Vidi Suarez che guardava dietro di me e aggrottai le sopracciglia dopo aver capito.

"Ahh" disse Pedri a voce alta dopo che sentii le sue mani stringermi la vita. Io canticchiai e lui mi girò.

"Vi lascio soli" disse Suarez e se ne andò, io lo seguii con lo sguardo prima di volgere di nuovo la testa verso Pedri che aveva ancora le mani sulla mia vita.

"Possiamo andare?" Mi chiese e io annuii spingendo via le sue mani da me.

"Sbrigati" gli dissi, lui salutò Koeman e scese di corsa a cambiarsi.

"Ah, Athen, non ti vedevo da tanto tempo. Come va la scuola?" Chiese Koeman avvicinandosi a me.

"Va..."

"Sai, quando avevo la tua età facevo tante cose brutte a scuola." Disse e aprì la bocca per continuare a parlare, ma io lo interruppi.

"È stato bello parlare con te, io vado, ciao" dissi e lo salutai mentre scendevo e mi sedevo davanti agli spogliatoi, in attesa di Pedri. Alcuni giocatori mi passarono accanto e mi salutarono.

Guardai il muro mentre sentivo che qualcuno mi girava e non mi stabilizzavo più sul muro. Alzai lo sguardo e vidi ovviamente Pedri. Mi afferrò un po' sotto le costole e mi sollevò.

"Vieni" disse e ci incamminammo verso la macchina. "Questo è solo per dimostrarti che so trattare una donna." Mi fece un cenno mentre ci sedevamo in macchina.

"L'hai dimostrato ieri, non c'è bisogno di altro." Borbottai e lui mise in moto l'auto.

"Dove volevi andare?" Chiese e iniziò a guidare verso una direzione qualsiasi.

"A casa mia, i miei genitori non sono in casa quindi sarà tranquillo" risposi e sorrisi un po' guardando fuori dal finestrino. Dopo un paio di minuti entrò nel nostro vialetto.

Ci avviammo entrambi verso la casa senza dire una parola e mentre la aprivo ed entravo Pedri tossì un po'.

"Sei sicura che non ci sia nessuno in casa?" Mi chiese e io annuii chiudendo la porta alle sue spalle. La richiusi subito e lui si tolse le scarpe.

Lo feci anch'io e poi salii al piano di sopra, sentivo i suoi occhi che mi seguivano, ma quando mi resi conto che non mi stava seguendo davvero mi girai in cima alle scale.

"Hai intenzione di venire o no?" Lo guardai e lui entrò in camera mia senza dirmi una parola. Mentre mi passava accanto sentii quel tipico profumo maschile. Era classico e gli donava molto.

"La tua stanza è enorme" disse, facendomi uscire di nuovo dai miei pensieri.

"È la più grande della casa" dissi orgogliosa mentre posizionavo le mani sui fianchi.

"Tifosa del Barça, eh?" Sorrise un po' guardando l'angolo del Barça che avevo con le maglie di papà e i palloni da calcio.

"Sempre, potrei venderli tutti per almeno 3 milioni di euro" annuii con un sorriso orgoglioso stampato in faccia.

"Allora perché non li vendi?" Si girò e si sedette sul mio letto.

"Ricordi, non lo so. Vale più di 3 milioni" lo ammirai mentre mi sedevo anch'io sul letto.

"Tra tre giorni c'è la partita contro il Bayern" Si sdraiò sulla schiena e io lo guardai aggrottando le sopracciglia.

"Spero che vinciamo" sussurrai e lui annuì, guardando il soffitto.

"La guarderai di sicuro, vero?" Mi guardò mentre si reggeva sui gomiti.

"Certo" annuii.

"Quando ripartirà la squadra?" Lo chiese di nuovo, non fa altro che fare domande, lo odio.

"Domani sera c'è solo il Portogallo, quindi..." Ho risposto alla sua domanda, giocheranno nello stadio di Benfica. Ci sono stata una volta ed era piuttosto grande.

"Ho capito" mi interruppe e io annuii. Continuava a fare lo stronzo. Perché diavolo avrebbe dovuto farlo. Ero stata un po' cattiva con lui, ma ora avrebbe dovuto superarlo.

"Perché sei qui, esattamente?" Chiesi inclinando leggermente la testa verso destra. Se era così infastidito, perché era venuto qui.

"Mi hai invitato tu qui, quindi non capisco bene cosa..." Cercò di dire, ma lo interruppi. Si rimise a sedere normalmente.

"Beh, se ti comporti in modo così irritato e mi odi così tanto, allora perché hai accettato. E poi, perché hai parlato male di me ai miei genitori? Fai di meglio" Mi alzai in piedi, ma lui mi tenne la mano e io mi girai.

"Che diavolo vuoi adesso?" Non mi sono nemmeno accorta di aver alzato la voce.

"Quindi continuerai a fare la stronza?" Si alzò e mi lasciò la mano.

"Che cazzo vuol dire che continuo a fare la stronza?" Feci un piccolo passo verso di lui mentre lo punzecchiavo con un dito. "Cazzo, ti comporti come se fossi la persona più arrogante del mondo e poi sei il mio migliore amico di sempre. Che diavolo stai facendo?".

"Non te ne sei accorta?" Mi chiese con un enorme sorriso stampato in faccia.

"Esci da questa cazzo di casa, subito" indicai la porta. Cominciò a scendere e io lo seguii. Aprì la porta e la lasciò aperta. Si girò e io mi trovai di fronte a lui.

"Davvero non te ne sei accorta" Si lasciò sfuggire una piccola risata e poi mi guardò dall'alto in basso. "Sto solo giocando con te"

Non ho idea di cosa mi sia passato per la testa, ma all'improvviso mi è apparso un sorriso sul viso. Il tipo di sorriso che si fa quando sai che sto per fare qualcosa di brutto.

Schiacciai le mie labbra sulle sue e lui mi afferrò rapidamente i fianchi con la mano. Tirandomi più vicino a sé. Gli misi una mano dietro la testa e continuammo a muovere le labbra l'una sull'altra. Poi mi spinse verso il muro e io mi staccai da lui a metà bacio.

Vidi un ampio sorriso stampato sul suo volto. "Sei sicuro di voler giocare con me? Perché sembra che sia il contrario" Non avevo mai visto il suo sorriso svanire così in fretta, mentre mi dirigevo di nuovo verso la porta.

"Addio Pedri, torna a casa sano e salvo" sorrisi e chiusi la porta. Un'altra giornata di successo.

𝙏𝙍𝘼𝙏𝙊 / 𝙋𝙀𝘿𝙍𝙄 (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora