025 // "Miami o Budapest"

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"Letteralmente grazie mille, la giornata è stata fantastica" Finalmente mi sono sdraiata a letto dopo essermi lavata i denti.

"Non è niente, davvero" sorrise e si chinò su di me.
Mi ha baciato le labbra e dopo un po' mi sono alzata.

"Possiamo andare a fare una passeggiata?" Ho chiesto a caso. Pedri non era un tipo da passeggiate, ma sono sicura che qui è diverso.

"Se proprio devo" gemette e si alzò di nuovo in piedi. Io allora sorrisi ampiamente e mi avviai verso la porta.

"Sono così stanco" Pedri borbottò e il mio telefono
squillava. Lo tirai fuori e guardai lo schermo.

"Chi è?" Pedri chiese mentre si trovava così vicino a me
che quasi non riuscivo a respirare.

"Leo?" Mi guardò prima di accettare la chiamata
per me. Spostai il telefono verso l'orecchio.

"Si?" Chiesi.

"Hija vieni qui per favore" mi disse e riattaccò.

"La nostra prima tappa è da mio padre, vuole parlarci, credo" spiegai a Pedri. Lui annuì senza fare domande.

Ben presto mi ritrovai a bussare alla porta. Si aprì quasi subito e mi trovai di fronte a papà.

"Ciao, entrate per favore" Ci fece entrare e chiuse la porta dopo di noi.

"Sì, che c'è?" Chiesi e Pedri si sedette accanto a me sul divano. Mamma e papà si sono seduti sul secondo divano di fronte a noi.

"Allora, abbiamo cambiato idea" esordì papà e io aggrottai le sopracciglia. Dovevo essere spaventata o felice.

"Ci abbiamo pensato e abbiamo deciso di lasciare la Grecia dopo due settimane." Papà disse e io annuii.

"Va bene" concordai.

"Quindi abbiamo due posti dove potremmo andare per le altre due settimane" mamma tirò fuori il telefono.

"Per prima cosa abbiamo Miami" ricominciò papà e io annuii. Miami era un bel posto, ma ci ero già stata
già tre volte.

"Oppure Budapest" ci disse papà.

"Budapest come l'Ungheria?" Chiese Pedri. Gli diedi uno schiaffo sul braccio.

"Certo che l'Ungheria, conosci altri posti che si chiamano Budapest in Corea del Nord o?" Ho chiesto
e Pedri scosse la testa.

"Allora, dove dobbiamo andare?" Mamma incrociò le braccia mentre si appoggiava allo schienale.

"Pedri?" Mi girai verso di lui e la sua espressione
cambiò.

"È una cosa tua, io sono solo felice di poter stare qui" Alzò le mani in segno di difesa.

"Ma tu ci staresti?" Gli chiese anche papà. Guardò il
il soffitto e rimase in silenzio per qualche secondo.

"Budapest" disse con orgoglio.

"Anch'io sceglierei Budapest, a dire il vero" guardai i miei genitori e loro annuirono.

"Per Budapest il piano sarebbe: saremo in città e poi andremo a..., come si pronuncia? Siofok e ci fermeremo lì sul lago"spiegò papà e ci mostrò delle foto.

"Perfetto" sorrisi e guardai Pedri.

"Davvero" concordò e annuì.

"Lo sai che ti è permesso parlare, vero?" La mamma
non poté fare a meno di sorridere per il suo comportamento.

"Lo so, è solo che mi sembra sbagliato parlare degli affari della tua famiglia" mi spiegò, appoggiandosi al divano e io lo guardai.

"Anche voi siete una famiglia, sentitevi liberi di dire tutto quello che volete. Non ce ne può fregare di meno. Fidati di me" spiegò la mamma e io sorrisi e mi alzai in piedi.

"Grazie Anto" Anche lui si alzò e ci salutammo.
Poi andammo a fare la nostra passeggiata, parlammo molto e quando tornammo a casa andammo a letto quasi subito.

Forse non è poi così male.

𝙏𝙍𝘼𝙏𝙊 / 𝙋𝙀𝘿𝙍𝙄 (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora