005 // "Mhm"

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"Non voglio andare, perché hai detto che sono libera?"
Chiesi a Thiago con rabbia, mentre mi spazzolavo i capelli.

"Hai bisogno di amici"

"Oh beh, grazie Thiago, davvero." Gli lanciai un'occhiata arrabbiata e poi mi sedetti sul letto.

"Perché lo odi?" Mi chiese mentre si sedeva sul pavimento di fronte a me.

"Ha solo un aspetto, voglio dire, ha una faccia che è molto odiosa." Glielo spiegai e lui annuì sollevando le sopracciglia.

"Ma esiste questa parola?"

"Non credo" sospirai. "Oh mio Dio, perché devo andare" lasciai cadere la testa all'indietro mentre gemevo.

"Prova a essere gentile, forse allora piacerai alla gente" mi diede una pacca sul piede. Lo guardai e i miei occhi si allargarono quando sentii suonare il campanello.

"A proposito, piaccio a molte persone, non gli piaccio? Ok, non mi interessa" Mi alzai e mi diressi verso la porta.

"Ciao" aprii la porta e poi andai a sedermi sulle scale per mettermi le scarpe.

"Ciao" borbottò.

"Ehi, Pedri, come stai?" Papà gli si avvicinò e lo tamponò. Capisco che sono nella stessa squadra, ma non mi piace affatto che questa si stia trasformando in una bella amicizia.

"Oh, io sto bene e tu?" Chiese papà e quando ebbi finito mi alzai in piedi uscendo dalla porta. Mi voltai verso i due calciatori che mi guardavano.

"Sto bene, occupati di lei per favore, portala a casa sana e salva" mi indicò papà. Pedri annuì e disse qualcosa che non capii, papà rise.

"Cosa stiamo aspettando?" Chiesi alzando leggermente le spalle verso l'alto.

"Uhm ok ciao" disse Pedri a mio padre, che mi salutò prima di chiudere la porta. Vidi Thiago seduto in cima alle scale con un sorriso diabolico.

"Sali" disse indicando la sua macchina. Aprii la portiera della mini e mi sedetti. Allacciai la cintura di sicurezza e aspettai che salisse in macchina.

"Dove vuoi andare?" Mi chiese Pedri e io incrociai le braccia guardando avanti.

"Non ne ho idea" risposi, lui mise in moto l'auto e si avviò sulla strada.

"Niente di particolare?" Chiese ancora una volta Pedri e io scossi la testa.

"Non che io voglia stare qui con te" borbottai abbastanza forte da farsi sentire.

"Sai cosa, allora fai la stronzetta e comportati come se mi odiassi." Colpì il volante mentre guidava e alzò un po' la voce.

"Non urlarmi contro, cazzo" gli dissi, anch'io un po' più forte.

"Ti comporti come una stronzetta guastafeste" mi disse e io mi limitai a scornarmi, non ero dell'umore giusto per litigare. Mentre eravamo in città, io aspettavo. Doveva fermarsi a un semaforo rosso e io ne approfittai per aprire la portiera e allontanarmi.

Sbattei la portiera dell'auto e non lo guardai nemmeno. Attraversai la città ma mi fermai in un negozio a caso per comprare uno di quegli occhiali economici.

Comprai anche un berretto, non volevo rischiare di essere vista da qualche paparazzo. Dopotutto ero la figlia di Messi e vi assicuro che in questa maledetta città tutti conoscono Messi e la sua famiglia.

Stavo pensando a chi avrei potuto chiamare per non rimanere solo e il mio primo pensiero è stato subito Neymar. Ho preso il telefono finché non ho capito.

Il successivo è stato Pique, ma ho deciso di passeggiare e guardare Barcellona, come non facevo da tanto tempo. La mia unica preoccupazione era quella di essere riconosciuta.

𝙏𝙍𝘼𝙏𝙊 / 𝙋𝙀𝘿𝙍𝙄 (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora