073 // "Ancora, ancora"

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"Allora, come è andata?" Mi chiese la mamma e finalmente mi sedetti di nuovo sul divano. Il divano che avevo tanto odiato, ma è pur sempre casa mia, quindi non mi lamenterò.

"Orribile" mi coprii il viso con le mani mentre Ciro venne a sdraiarsi sopra di me, appoggiò la testa sul mio petto e io gli accarezzai la schiena.

"Perché" chiese in un piccolo sussurro, dopotutto era l'una di notte. E Ciro è ancora un bambino.

"Ragazzi" fu l'unica risposta che diedi e subito sentii mamma ridacchiare.

"Proprio come sempre, eh?" Rise un po' e poi mi tolse Ciro di dosso.

"Puoi giocare a Fifa con noi domani?" Chiese Ciro mentre saliva al piano di sopra.

"Certo" risi un po' e poi mi misi a sedere in modo che mamma potesse sedersi accanto a me.

"Stai bene?" Mi chiese e io scossi la testa tenendomi la mano sugli occhi.

"No, dov'è Thiago?" Mi guardai intorno e vidi che tutti erano scomparsi.

"Probabilmente sono in piscina, è tutto il giorno che ne parlano. Appena arriverai qui andranno a fare una nuotata con te, dovresti andare" mi disse e mi accarezzò la gamba.

"Probabilmente dovrei" dissi e alzai di nuovo la testa.
"Non vedevo l'ora di giocare di nuovo con il mio PS, però"

"Puoi fare entrambe le cose, andare in piscina e poi giocare a qualsiasi cosa tu faccia sempre lì." Disse e io mi alzai.

"Ok, grazie mamma" sussurrai mentre mi alzavo, andavo in camera mia e mi cambiavo.

Vidi che il mio telefono stava quasi per esplodere per tutti i messaggi, lo attivai per non disturbare e poi andai in piscina. Non capisco perché non posso avere un giorno libero. Tutti ne hanno almeno uno, ma la mia vita sembra perseguitarmi, non importa quanto lontano o quanto veloce io corra.

"Pensavo che ti saresti addormentata" disse papà mentre entravo in piscina e rabbrividivo quando l'acqua fredda mi toccava la pancia.

"Mamma mi ha detto di venire a nuotare con voi, mi fermo solo per una settimana e se mi perdo qualche momento in famiglia mi arrabbio con me stessa." Spiegai mentre entravo completamente in acqua e mi immergevo.

Quando risalii in superficie, spinsi indietro i capelli che mi erano finiti in faccia. Thiago nuotava felicemente e si godeva l'acqua. Era buio e le luci in casa erano spente. Guardando il cielo vidi molte stelle.

"Sembra tranquillo" guardai in alto e poi di nuovo in basso verso papà. Lui sorrise annuendo.

"Sono così felice che questa piscina sia riscaldata" aggiunse Thiago e poi nuotò verso di noi. Mi abbracciò e si sedette accanto a me.

"Anche nuotare in una piscina non riscaldata a febbraio sarebbe bello, credo" risi un po' e guardai papà.

"Sicuramente tornerai per la partita contro il Manchester United, vero?"

"Sì, tornerò in aereo il 15 perché voglio vedere la prima partita della Champions League. Vederti giocare di nuovo dal vivo sarà il momento più bello della giornata." Ridacchiai e lui scosse la testa.

"Poverina, non riesco a immaginare come sia non poter guardare una partita del Barcellona senza di me." Poi cambiò argomento di conversazione e io aggrottai le sopracciglia.

"Il Barça sta venendo qui!" Thiago urlò e io sorrisi, mentre guardavo papà per vedere la sua reazione.

"Lo so, Xavi mi ha mandato un messaggio e mi ha chiesto di incontrarci" disse papà e la mia mascella cadde mentre capivo.

"Ci sarai anche tu con loro o?" Annuì immediatamente alla mia domanda.

"Anche tu, comunque" mi indicò e io lo guardai stranita.

"Posso venire anch'io" chiese Thiago e io lo guardai mentre nuotava nella piscina, come faceva ad avere così tanta energia.

"No, tanto siamo solo io e Athen" gli disse papà e Thiago nuotò sotto la superficie, toccando il suolo della piscina.

"Papà puoi fare la cosa che ha sempre fatto Pedri?"
Thiago guardò papà mentre io mi appoggiavo al bordo della piscina. Guardando papà che nuotava verso Thi.

"Sai dove mi ha lanciato in aria" spiegò Thiago e papà annuì. Lo prese e lo lanciò in aria. Cadde a terra e poi ridacchiò.

"Ancora, ancora" disse e papà lo fece di nuovo. Per quanto odiassi Parigi e tutto ciò che la circondava, non avrei mai potuto odiare la mia famiglia.

Odiavo vivere qui e non sopportavo il periodo in cui non avevamo nemmeno una casa, ma trasferirmi a Barcellona mi ha fatto capire quanto sia straziante lasciare la famiglia.

Potrei essere lì dove sono stata felice per tutta la vita, ma il punto più importante della mia felicità è mancato.

Mi mancava Thiago, che era il mio terapeuta e allo stesso tempo il mio migliore amico. Anche se a volte era così stupido da farmi sbattere la testa contro il muro, mi mancava.

Mateo era sempre quello con cui parlavo di calcio e di quale fosse la squadra migliore. Sosteneva sempre che il Liverpool è meglio del Barcellona e facevamo sempre delle grandi litigate.

Ciro era quello che dormiva sempre su di me e mi mancava un po' che non ci fosse nessuno che volesse coccolarmi.

La mamma mi è mancata in generale perché cucinava per me e parlava con me di ragazzi, perché è l'unica che dà davvero buoni consigli.

E ogni giorno mi ricordo di quanto mi manca papà non vedendolo nella Squadlist o anche solo apparire al Camp Nou.

La gente sente ancora la sua mancanza, credo. Vedo foto e disegni di lui ovunque. La famosa maglia numero dieci è ancora venduta in molti posti con il nome di mio padre.

Vedere Ansu ricevere il 10 mi ha reso così triste e ho pianto quando ho visto la foto. Sono comunque felice per il suo successo.

Solo che non è la stessa cosa.

𝙏𝙍𝘼𝙏𝙊 / 𝙋𝙀𝘿𝙍𝙄 (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora