JANETTE
Noto Michael chiacchierare su un divanetto appartato con una ragazza. È di bella presenza, molto... appariscente. Ha una voglia matta di portarlo in un luogo privato e saltargli addosso, lo capisco dalle occhiatine languide che gli lancia e dal modo in cui gli accarezza la gamba. Sono molto vicini e... intimi. Nel vero senso della parola. Sta strusciando la sua coscia in modo provocante e lui, disinvolto, l'accarezza. Ha sempre quel modo di fare maledetto che lo fa apparire come se fosse un angelo appena sceso dal Paradiso. O il peggior diavolo riemerso dagli Inferi. Non sono ancora riuscita a classificarlo nella mia personalissima lista di uomini da evitare. Quale ruolo ricopre? Il bad boy affascinante che ti spezza il cuore all'istante? Il bad boy che nasconde un cuore d'oro? Il bravo ragazzo che ha deciso di indossare una corazza per non soffrire? Non lo so. Michael Moore è un enigma. Un cubo di rubik senza soluzioni.
Rabbrividisco guardandoli. Pudore, quello sconosciuto. Michael sembra avermi notata e rimane impiantato con lo sguardo su di me mentre la bacia con foga, stuzzicandomi e provocandomi. Le mie guance avvampano. Non tanto per la scena – già vista e rivista – quanto per il fatto che lui stia giocando a carte così scoperte mentre io non ho ancora iniziato a farlo. Ok, forse non avrei dovuto baciarlo sulla guancia prima, il mio potrebbe essere stato interpretato come un guanto di sfida. Ma non pensavo che lui sarebbe arrivato a tanto pur di farmi un torto.
E se non fosse un torto? Se, semplicemente, si stesse comportando come Jordan ha detto che è solito fare?
Che idiota. Mi dispiace per la donna che gli sta ficcando la lingua in gola, ora. Non sarà felice di sapere che Michael Moore non la richiamerà dopo la notte di fuoco passata insieme.
«Ti piace ciò che vedi?», una voce calda e profonda mi travolge da dietro, facendomi sobbalzare.
Cazzo. Mi ha beccata. Lo vedo raggiungere il mio fianco mentre con fare tranquillo infila le mani nelle tasche dei pantaloni. I miei occhi saettano su di lui mentre la mia lingua è completamente incollata al palato. Come esco da questa situazione, ora? Pensa Janette, pensa!
«Ehm...», balbetto imbarazzata, «sono capitata qui ed ero curiosa di sapere se fosse davvero il mio collega, quello», improvviso, sperando di risultare convincente.
Chase sorride. Non se l'è assolutamente bevuta e non prova minimamente a nasconderlo. Santo cielo, penserà sicuramente di avere davanti a sé una donna con "strane" fantasie sessuali. Perché non sono tornata a casa con Jordan e Maddy? Trattenermi qui, che idea fantastica! In mezzo a gente che non conosco e con gente che non sopporto. Grande J, come ti incasini tu, nessuno!
«Probabilmente scoperanno, lui andrà via prima dell'alba e lei piangerà fiumi di lacrime in diversi Martini non appena incontrerà la sua migliore amica, lamentandosi del fatto che non l'abbia richiamata», fa la telecronaca, «solo dopo una settimana si renderà conto di aver sprecato tempo nel provare a sedurlo, senza esserselo goduto a fondo», conclude, spostando lo sguardo su di me.
Mi sento esposta. Nuda. Le mie guance avvampano maggiormente e sono sicura di avere un'espressione da idiota dipinta in faccia. Maledizione a te, Janette! Perché non ti sei fatta i fatti tuoi? Chi si fa i fatti suoi, campa cent'anni. Non ti hanno insegnato niente gli antichi?
«A te piace essere sedotta, Janette?», scandisce il mio nome con fare predatorio, quasi come se avesse aspettato tutta la serata per farlo.
Schiarisco leggermente la voce, poggiando lo sguardo a mia volta su di lui. «Dipende», incrocio le braccia al petto, assumendo un'espressione più dura.
Chase avanza di un passo, imitandomi.
«Dipende da cosa?», chiede, abbassando di un tono la voce.
I suoi occhi verdi sembrano due smeraldi nella penombra. Le luci fioche della stanza rendono il tutto un po' troppo accattivante e sento che da qui a breve, complice il vino, potrei sciogliere le mie briglie e precipitare tra le braccia dell'amico bello e tenebroso del mio stronzissimo collega. Se solo non fosse per le parole che mi sono state dette da Jordan, forse cederei. Quel briciolo di amor proprio che anima ancora il mio corpo e – fortunatamente – la mia mente, non me lo permetterà. Io lo so che non lo farà.
«Non sei il mio tipo», gli dico, arretrando appena. Chase sostiene il mio sguardo con quel sorriso sfacciato che gli illumina il viso. «Sei più un tipo da Maddy e mi sembra di aver capito che voi due ve la intendiate», continuo, aggiungendo sicurezza al mio tono.
«Sembra che tu sia stata informata male sui fatti», mi rimbecca con fare strafottente. «Io e Maddy non siamo e non saremo mai una coppia, neppure nei suoi sogni più belli».
«O incubi», lo interrompo.
Chase scoppia a ridere e per un attimo sono sollevata dal fatto che lui trovi tutto ciò divertente. Michael non l'avrebbe fatto. Perché diavolo la mia mente finisce per parare sempre a lui?
«Concedimi un cocktail e solo dopo mi dirai se non sono ancora il tuo tipo», mi offre il braccio, invitandomi a seguirlo.
Non so cosa fare. Resto lì a fissarlo; braccio sospeso a mezz'aria, occhi da "giuro non ti spezzerò il cuore" e sorriso divino. È l'essere perfetto. O forse è solo l'effetto dell'alcol che storpia la realtà.
«Al diavolo», bisbiglio, consapevole del fatto che lui non abbia potuto sentirmi.
Mi aggrappo al suo braccio e lo seguo al bar, sfilando davanti a Michael che a quanto pare si è scollato dalla piovra per "godersi" il nostro passaggio a pieno. I suoi occhi sprigionano lingue di fuoco immaginarie. Non ha più quel sorriso beffardo che poco prima dipingeva il suo volto. La sua espressione si è fatta seria e giuro di aver visto del fumo uscire dalle sue narici. Qualcuno qui si sta mangiando il fegato? Mi piacerebbe tanto che pensasse che Chase vincerà la loro scommessa, per una volta. Godrei solo al pensiero di aver messo KO Michael Moore senza essermi impegnata minimamente.
Hai provato a fottere la stronza sbagliata, Michael. E te lo dimostrerò.
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(UN)fortunately we are in love
ЧиклитJanette Jensen ha trent'anni e per la prima volta in vita sua da quando si è laureata in economia e marketing, è stata contattata per lavorare in una delle più prestigiose aziende di Manhattan: la Royals & Fashion. Michael Moore ha trentatré anni, u...