Cap.9 La cena è servita

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JANETTE

«Che piano?», chiede Maddy ai due.

«101», rispondono all'unisono, sorprendendomi.

Dio, ti prego, non mi dire che questa è un'altra trovata delle tue. Una cena. Una santissima cena senza dover vedere il volto di Michael. Non ho chiesto le Hawaii, le Tanzania o il Giappone. Una sola – santissima – cena senza rotture di palle. E invece no, probabilmente, dovrò subirmelo anche nel locale.

«Non avevi detto che saremmo stati solo noi?», mi allungo nella direzione di Maddy, parlandole nell'orecchio.

«Certo che sì, non sapevo che anche Michael avesse prenotato lì. Jordan è già seduto al tavolo, comunque. Non credo che si uniranno a noi», bisbiglia lei alla velocità della luce.

«Lo spero», dico risoluta, tornando nella mia posizione iniziale.

Michael accenna un sorrisino furbo, lasciandomi intuire che ha origliato la conversazione.

Bastardo.

Questa volta, non appena le porte si aprono, non gli permetto di superarmi.

«Goditi la vista del mio culo, stronzo», bisbiglio, passandogli davanti.

Sono certa che lui abbia sorriso e devo ammettere che la cosa fa sorridere anche me.

Janette 1- Michael 1

«Ho riservato un tavolo nel prive, lì non ci saranno occhi indiscreti e il relax è assicurato».

Maddy cammina a passo sicuro, muovendosi come se fosse completamente a suo agio qui. Io mi sento un po' un pesce fuori dall'acqua: ho sottovalutato l'eleganza di questo posto. Forse avrei dovuto indossare altro. L'abito super chic con spaccatura vertiginosa e tacco dodici al seguito di Maddy, non fa che confermarlo.

«Se hai indossato questo per una cena tra colleghi, cosa indosserai alla serata di premiazione annuale per le aziende? Un abito da sposa?», la stuzzico, sorridendo. 

«Vestiti sempre come se dovessi incontrare il tuo futuro marito miliardario al ristorante», mi incalza lei, soddisfatta.

«Citazione di?», ironizzo, continuando a seguirla.

«Mia nonna»

Scuoto la testa ridendo, incredula.

«Per fortuna non ho nessuna intenzione di trovare marito, altrimenti...», la mia frase rimane sospesa a mezz'aria quando noto l'immensità della stanza in cui ci troviamo.

Maddy ci annuncia al cameriere che ci fa strada verso quello che è il nostro tavolo.

Concentrati Jan, ce la puoi fare.

Evito in tutti i modi di soffermare lo sguardo sull'immenso finestrone che dà sulla Grande Mela. Ho una paura fottuta di rimanere paralizzata qui, nel centro della stanza. I tavoli ovali sono sparpagliati, accompagnati da sedie che urlano lusso qualsiasi angolazione le si guardi. Jordan sventola la mano in aria, sorridendoci e invitandoci a sedere. Liquidiamo il cameriere, raggiungendolo.

«Finalmente ce l'avete fatta! Tanta attesa neanche per la Regina in persona!», ci saluta, scoccandoci baci immaginari sulle guance.

Jordan è la primadonna più primadonna di tutta l'azienda e non mi c'è voluto molto per capirlo. Vive in un mondo tutto suo dove, ovviamente, sul piedistallo più alto siede solo ed esclusivamente lui. Ama gli uomini alla follia ma detesta legarsi a qualcuno per più di una notte. Ogni settimana incontra un massaggiatore che lo rimette in sesto dopo le sue notti bollenti. Massaggiatore che dovrò incontrare anche io, la mia schiena implora pietà. Come conosco tutti questi dettagli? Semplice, prima ancora di presentarsi, Jordan ha tenuto a farmelo sapere.

(UN)fortunately we are in loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora