Cap.61 The day after

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MICHAEL

Potrei quasi abituarmi all'idea di averla al mio fianco, nel mio letto, ogni mattina.

I primi raggi del sole fanno capolino dalla finestra, illuminando la sua pelle nuda e il suo viso rilassato; è come se avesse sorriso per tutta la notte. Ha un'espressione serena, le sue guance paffute sono più rosse del solito e le sue labbra schiuse mi richiamano come fa il canto di una sirena con i pescatori. Mi attirano, imploranti di cibarmi di loro ancora e ancora. Il suo petto ondeggia a ritmo sostenuto sotto il lenzuolo che sinuoso, abbraccia le sue curve. Sapevo che sarebbe finita così. Ci speravo, a dire il vero. Casa di Janette non è ancora arredata motivo per cui ho giocato un po' sporco ieri sera, lo ammetto.

A mia discolpa posso dire che mi è bastato vederla per perdere, completamente, il lume della ragione. Dopo l'arrivo a sorpresa del suo ex in azienda, un campanello d'allarme si è acceso al mio interno; so che non dovrei essere così egoista ma non riesco a pensare a uno scenario in cui lei è felice con un altro. Se l'altro è quell'idiota, mi sento peggio.

In più, ha dato una bella lezione a Robert. Non ho mai conosciuto una donna in grado di farlo e per questo motivo ha aggiunto innumerevoli punti nella sua classifica personale. Classifica nella quale è regina indiscussa perché nessuna mai sarà al suo livello.

«Hai intenzione di fissarmi ancora per molto o ti stenderai finalmente al mio fianco?», borbotta con voce assonnata.

Sorrido.

È così dannatamente sexy anche senza trucco, con i capelli arruffati e il corpo segnato dal mio passaggio. Diciamo che ci sono andato giù un po' pesante ieri notte. I suoi seni sono costeggiati dai miei morsi, il suo sedere ha assunto un colorito leggermente violaceo e le sue labbra sono gonfie. Estremamente gonfie. Eppure, nonostante ciò, al solo pensiero di me dentro di lei sulla sua penisola, la voglia di farla nuovamente mia torna prepotentemente nel mio corpo. 

«Dobbiamo andare a lavoro», sussurro, chinandomi a baciarle la fronte. «Sai bene che non possiamo fare tardi, non oggi».

Si mette supina, scoprendo il suo corpo nudo e guardandomi con occhi da cucciolo bastonato. Più il suo seno ondeggia verso l'alto, più il mio membro preme per uscire fuori dai boxer.

Maledizione a te, Janette. Maledizione.

«Neanche un bacino per festeggiare la compravendita?», dice con tono un po' troppo lascivo.

I suoi occhi furbi si riempiono di malizia mentre continua a stuzzicarmi; sa cosa sta facendo e sa anche che lo sta facendo bene. 

«Janette...», il mio tono suona come un avvertimento seppur poco convinto.

«Va bene, ho capito», dice, alzandosi di colpo e trascinandosi fuori dal letto.

L'afferro per un braccio, attirandola a me. Il suo corpo caldo infuoca la mia pelle che risponde al contatto diretto nel modo più naturale del mondo. Respira affannosamente mentre i suoi occhi sono conficcati nei miei; schiude le labbra, deglutisce a vuoto, avvampa di calore lungo il viso.

«Sei così sfacciata e insolente», la mia voce è più bassa del solito, «mi fai venire voglia di punirti un minuto sì e l'altro pure», continuo, stringendo maggiormente la presa.

Un guizzo di malizia e desiderio attraversa i suoi occhi lucidi; mi si avvicina maggiormente, arrivando a sfiorare la mia mascella serrata con le sue labbra.

«Sei solo un mucchio di parole, Moore», sussurra, leccando lentamente la mia pelle.

Socchiudo gli occhi, reprimendo un gemito. La mia erezione preme prepotente lungo il suo stomaco. I suoi seni sfregano contro il mio petto, creando un attrito piacevole e terribilmente doloroso per il mio membro.

(UN)fortunately we are in loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora